lunedì 30 ottobre 2023

L'emeroteca della Biblioteca Lazzerini sarà intitolata a Fulvio Silvestrini

Finalmente, Fulvio, mi giunge notizia che l'emeroteca della Biblioteca di Prato sarà a tuo nome. (1)

E' piccola cosa, tardiva, ché da vivo, dopo averti tolto la Bottega d'Arte Comune di Iolo non ti dettero nulla per costruire la tua sognata emeroteca, nemmeno uno di quei container del progetto -fallito- della Riversibility; e non ti hanno veramente ascoltato mai, anzi se possibile ti hanno scansato sempre, evitato quando ti vedevano arrivare camminando per la città o con la tua Panda bianca dove sei morto; e ricordo quando abbandonavano la sala al sentirti parlare; quando ti illudevano nei tuoi incontri assessòri, di cui tu mi raccontavi puntualmente; prima felice e poi mesto e deluso; messo da parte per le tue giuste battaglie: vogliamo ricordare quella contro la Multisala di Capezzana a Prato?...Ma sia, ora che tu non ci sei più, ecco, hai finalmente una emeroteca tutta tua.

Certo a te sarebbe bastato molto meno da vivo: uno spazio tuo e qualcuno che ti seguisse nei tuoi sogni.

Naturalmente noi della Baracca non saremo ricordati come altri perché mal visti,  eterodossi proprio come Fulvio!, ma da noi è partita l'idea della titolazione un anno fa (2) - e anzi avremmo voluto ancor di più, che ti intitolassero la piazza davanti alla biblioteca per cui alla Baracca abbiamo raccolto anche tantissime firme-, e noi ci abbiamo messo parecchio del nostro perché si realizzasse. 

Fulvio: nella scorsa stagione, prima di ogni spettacolo, ti abbiamo ricordato sempre, condiviso qualcosa di te che tu ci hai lasciato in eredità. E quest'anno, a settembre, abbiamo iniziato proprio con un incontro libero al teatro La Baracca, dal titolo L'emeroteca di Fulvio.

Siamo sempre stati con te, e tu ci hai dato tutto con la tua intelligente, sempre gentile e affettuosa, acuta, costante presenza; con le telefonate mattutine, le chiamate alle armi culturali della sera, le veglie di Natale, le veglie rosa sapiens, gli articoli fotocopiati, i dibattiti dopo gli spettacoli, gli appuntamenti del mattino alla Baracca, sempre improvvisati e felici, quando - e meno male! - ti infilavi in quel tempo per me immancabilmente stretto, a commentare e a raccontarmi di te e dei tuoi sogni. E tanto altro che hai fatto e abbiamo organizzato insieme in questi lunghi anni. Ci conoscemmo nel 1994 e da allora non ci siamo mai persi di vista. I primi tempi litigavamo anche. Abbiamo anche cenato insieme, oltre che mangiato alla Baracca, come ogni tanto ci piace fare. Tu mangiavi come un uccellino.

E non mi posso dimenticare quella sera di tanti anni fa che accettasti il mio invito per una "pizza alla popolare", dove anche parlammo di amore, e usasti quelle parole di così pura bellezza che non ho mai più ascoltato.

Ti abbiamo voluto bene, Fulvio, e siamo (parzialmente) soddisfatti del risultato. Finalmente.

Noi continueremo a tenerti vivo con, fra noi.


P.S. Non dimenticate di mettere una sua foto, grande grande, nell'emeroteca. Se volete potete prendere questa, lui andava fiero di quel cartello che mostra.

Questa foto, che spacciano tutti, gliel'ho scattata io alla Baracca nel 2014, uno dei luoghi da lui più amati della città.


2. L'articolo di un anno fa in cui chiedevo la titolazione della emeroteca:

domenica 29 ottobre 2023

Terza replica de Ti ricordi della vita?: come è andata bene

Alla Baracca, alla terza replica di Ti ricordi della vita? Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo (opera scritta da me che ho rappresentato insieme a Gianfelice, è bene ricordare) ieri sera era presente Amerigo Giuseppucci, ex-segretario generale della  Cassa di Risparmio di Prato che ha ricordato con forza, ben dotato di memoria e con parole puntuali Roberto Giovannini e gli anni in cui fece parte, insieme all'ex-sindaco, della commissione per la costituzione della Provincia di Prato. 

Parole e dettagli che gli spettatori presenti non dimenticheranno.

Anche lui, memoria di ferro è ben d'accordo sul fatto che la figura di Giovannini non ha solo spessore locale, e che la sua politica aspetta di essere studiata e approfondita come merita.

Ma grazie alla Baracca, che non teme di essere impopolare e di presentare opere "difficili", intanto Giovannini è diventato un personaggio di un dramma storico, e quindi anche politico: una figura, secondo le esatte parole di Giuseppucci, di "una tragedia greca degna di essere rappresentata a Siracusa".

Il pubblico ha gradito molto il nostro lavoro. Che sciocchezza e quanto pregiudizio nella gente che diserta queste opere perché teme di annoiarsi, tutto il contrario!

Si replica sabato 4 novembre.


Gianfelice D'Accolti nel panni di Roberto Giovannini e me, come Aleramo.


Amerigo Giuseppucci sul palco della Baracca

giovedì 26 ottobre 2023

Giovannini-Aleramo: non perdetevi la replica (come invece faranno i soliti noti)

La Nazione di oggi, che commenta e annuncia la replica di Ti ricordi della vita? Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo di sabato prossimo, 28 ottobre 2023 alla Baracca, ore 21,15. 

Leggete l'articolo, è molto ben scritto, grazie!

E non perdetevi la replica. (Come faranno invece i soliti noti, che tanto vorrebbero che La Baracca non esistesse).



mercoledì 25 ottobre 2023

Fulvio, manca ancora l'emeroteca a tuo nome


Caro Fulvio,

mi dispiace che ancora, mentre si tagliano nastri di qua e di là, in preparazione delle elezioni si sa, ecco che manchi ancora la titolazione dell'emeroteca della Biblioteca Lazzerini di Prato dedicata a te.

Non c'è modo, le persone scomode e pulite, non servono a questa politica, è così, e non vedevano l'ora di dimenticarti, di cancellarti!

Ma io ti ricordo sempre, e anche l'altra sera ho pensato che ti sarebbe tanto piaciuto vedere lo spettacolo su Giovannini/Aleramo.

Mi avresti senz'altro portato qualche copia di articolo di giornale che trattava del sindaco dimenticato.

Che peccato che tu non ci sia più. Che non ci possiamo più confortare. Chi ti sostituirà in questo tempo violento, di conformismo dilagante, in questo tempo di menefreghismo assoluto, di compra vendi, inquinato, dove ci possiamo dire fortunati se, dopo averci rapinato e usati a dovere, non ci tolgono di mezzo con il veleno, il cancro, le bombe!

Moriremo sempre più ingannati.



Due foto de Lo spettacolo della città: sopra in Valbisenzio, durante una sosta alla Briglia;  qui sopra, durante Lo spettacolo della città a Pistoia, io e Fulvio commentiamo su Leopardi, che con Gianfelice avevamo letto a Villon Puccini.

Terza edizione dei Celestini in arrivo



Correggo le bozze delle terza edizione de L'infanzia negata dei celestini.
La seconda edizione è esaurita.

La terza contiene altri documenti relativi alla vicenda che aspettavano da un po' di essere pubblicati. E qualche foto inedita.

Il libro uscirà a dicembre, in numero limitato di copie,  in coincidenza con la replica dello spettacolo, sabato 16 dicembre 2023.

lunedì 23 ottobre 2023

IO CHE AMO SOLO ME


Domani, martedì 24 ottobre 2023, alle ore 21 alla Baracca inizia il laboratorio IO CHE AMO SOLO ME, Laboratorio teatrale su Narciso.

Detesto i corsi di teatro che illudono su un teatro che propone ricette per  "tirare fuori" il sé. Per chi vuole trovarSi.

Mi oppongo a questa versione curante del teatro, inoffensiva. Il teatro non cura né trova nulla,  perché chi viene a teatro si è già un po’ trovato.

In realtà il teatro deve ferire, non curare. Anche quando fa sorridere, ridere.  Altrimenti non serve a nulla. Si conforma al mondo. E un teatro conforme è un teatro morto perché non rivela nulla.

Quindi non è un laboratorio per trovarsi, ma piuttosto per perdersi, dantescamente.

L’anno scorso sono partita dallo spettatore, che era l'altro; quest’anno dalla figura di Narciso, appunto dal sé.

Ovvio che non rimarremo nel sé, ma si andrà verso lo specchio, verso una società che propone solo quello, la cura infinita del sé per non guardare quello che c'è oltre. 

Si daranno tutte le basi tecniche che si devono e possono dare, non si prescinde dalla tecnica in teatro; ma poi si andrà appunto verso il teatro che ferisce, non cura. Verso il sé che si perde, che non si trova. O che magari alla fine trova qualcos'altro. Il qualcun altro.


Chi fosse interessato, scriva e chieda informazioni all'indirizzo teatrolabaracca@gmail.com

domenica 22 ottobre 2023

La spettatrice inattesa


Stasera, dopo la replica di Ti ricordi della vita? Dialogo impossibile fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo , durante il dibattito si è rivelata la pronipote dell'ex sindaco,  la dottoressa Tiziana: una sorpresa incredibile.

Prima di tutto ha lodato l'interpretazione di Gianfelice, e poi ha confortato me su quanto ho scritto.

E' stata una serata entusiasmante: finalmente Roberto Giovannini, Sibilla già lo era ma lui aspettava da tempo, è diventato un personaggio.

Un personaggio che rientra, da protagonista, attraverso il teatro, nella sua città.

Meglio di me però spiega Gianfelice come si sono svolte le due prime repliche in questo scritto che mi manda.


"Dunque, a sorpresa, Tiziana Giovannini tra noi a teatro, ad assistere alla seconda di “Ti ricordi della vita?”; Tiziana, medico, è la pronipote di Roberto, figlia di Carlo Felice, nipote del Giovannini per parte di una delle tre mogli del babbo di Giovannini; ma quale emozione per Maila e per me! Per la sua visita inattesa, portata in incognito dalla nostra amica Antonella che aveva prenotato anche per lei; ma al dibattito, seguito come ieri sera alla fine della recita, Tiziana si è rivelata, presentandosi a noi tutti. Quale gioia ascoltare il suo compiacimento per aver rivisto lo zio – mancava solo il suo Borsalino, ma date le distanze ridotte tra pubblico e attore sarebbe stato poco opportuno, le abbiamo spiegato e quindi vi abbiamo rinunciato – ma per il resto ha ritrovato completa ed esatta la figura dello zio, il suo piglio energico, la sua integrità, la sua passione politica sincera, la missione di votarsi tutto alla città sino a sposarla, la sua stizza per essere stato spodestato: e quale complimento più bello per un attore che sentirsi lodare così? E quale compenso più alto per un’autrice di vedere confermato dalla prova della realtà il proprio personaggio? Così, ebbri di gratitudine, abbiamo trascorso la seconda parte della serata teatrale a dibattere col pubblico, e ieri era accaduto lo stesso, un’ora di spettacolo e un’ora di dibattito, e gli spettatori felici di partecipare, come fossimo nella polis ritrovata e di nuovo funzionante, in cui l’eroe accampa il suo diritto di esserci con le sue ragioni e la sua volontaria uscita di scena, questa volta grande segno di forza e di determinazione, e di accusa per una classe dirigente votata inesorabile alla rovina della città (rivediamo forse "Le mani sulla città" di Rosi?). Roberto e Sibilla, personaggi dell’Ade novecentesca, rievocati e ricreati sotto gli occhi del privilegiato spettatore dalla autrice che li recupera dalla sua fantasia storica, sono consegnati ad una sala teatrale che sarà – nel suo oracolo felice – disertata dal grande pubblico; ma poco importa! Importa che chi c’è in carne e ossa celebri ancora il rito del teatro che riporta alla coscienza quello che ciascuno è chiamato ad essere: eroe che persegue il proprio destino anche col sacrificio di sé stesso."

Sabato 28 ottobre la replica è d'obbligo.


mercoledì 18 ottobre 2023

Maila intervista Ermini

Questa intervista sul prossimo debutto di Ti ricordi della vita? sarà  pubblicata per intero sulla rivista politico-culturale L'IMMAGINARIO. Ne do qui un estratto.

...

MAILA    Perché hai voluto scrivere un'opera inattuale sull'ex-sindaco Giovannini?

ERMINI   Al contrario, è un'opera attualissima. Giovannini l'avevo già incontrato nei miei lavori precedenti su Prato, ma non avevo mai approfondito la sua figura. Ho scoperto che era stato un sindaco unico nel suo genere, anche se ormai lontano da noi. Fu sindaco nel secondo Dopoguerra e fino alla metà degli anni '60... Ma in realtà lontano solo apparentemente. Lui parla forte e chiaro al nostro presente, basta solo ascoltarlo. E' una figura politica drammatica e sentimentale come pochi, a suo modo un rivoluzionario, come oggi non è permesso a nessun sindaco di essere.

MAILA    E la città di Prato l'ha completamente rimosso...

ERMINI    Per forza!  Pensa, a Prato è intitolato a lui un centro medico...Che dire? Ma lui ha fatto molto di più che occuparsi attivamente di aspetti essenziali e pratici. (Oggi nemmeno quelli...). Mi sono stupita che nessuno si sia incaricato di studiare questa figura, nessun ciclo di studi o di incontri su di lui. Nessuna tesi di laurea, per esempio.

MAILA    E perché, secondo te?

ERMINI    Perché...perché era ed è una figura scomoda. E poi ci sono due elementi tabu che gravano su di lui: uno di ordine politico, molto grave in effetti, e lui se n'è lamentato fino alla fine; e poi un altro, di ordine umano, personale.  Ma di questo diremo nel dramma.

MAILA    Un personaggio tragico, no?

ERMINI    Ed è per questo che l'ho portato sulla scena, anche se in versione di lettura drammatica. Alla Baracca noi non abbiamo disponibilità di grandi allestimenti. Facciamo tutto da noi, siamo un teatro privato ma soprattutto povero, non solo nel senso estetico, alla Grotowski, ma nel senso economico e politico del termine, ossia senza finanziamenti. Povero significa però che siamo anche liberi di affrontare temi difficili che altrove non potrebbero essere trattati. Spettacoli assolutamente non commerciabili. Come questo, e come quasi tutti gli altri. Il teatro, quel poco che ancora è seguito, è totalmente imbavagliato e dominato dalla televisione e dai televisivi. Nella sua forma estetica è diventato poi orribile, manierista, scopiazza cinema e appunto televisione. Inguardabile. La Baracca vuole essere quello che un tempo era il teatro off; ma non ci sentiamo affatto naiv, come a qualcuno piace dipingerci per scongiurare la difficoltà di avere nel proprio territorio uno spazio culturale libero. Il fatto di fare pochi numeri poi, e qualcuno ironizza anche su questo, danneggia al massimo le nostre finanze, non la portata dello spettacolo in sé, che rimane.

MAILA    Perché Giovannini, figura che appare "locale", dialoga con Sibilla Aleramo, scrittrice e intellettuale conosciutissima anche a livello internazionale?

ERMINI    Giovannini e Aleramo si conobbero e stabilirono una intensa relazione...culturale. Lei d'altronde è una figura che si adatta a dialogare con il difficile Giovannini, proprio per la sua non convenzionalità.  Questo incontro ci permette di parlare non solo di politica, ma anche di sentimenti, di passione; un altro aspetto del nostro sindaco non sufficientemente messo in risalto, come il suo rapporto con le donne...

MAILA    Si sente di consigliare e a chi il suo spettacolo?

ERMINI    Sì, assolutamente. A tutti coloro che non si contentano di spettacoli confezionati, per esempio. Agli spettatori curiosi e non conformi. A chi si occupa di politica. A chi è attratto dalla figura ambivalente della Aleramo.  A chi studia Pirandello (e si capirà perché)...Si tratta non soltanto di una ricostruzione storica della politica e della mentalità del tempo, ma soprattutto un'opera sul presente; assolutamente sul presente. E poi il dramma ha momenti che crediamo anche inaspettatamente divertenti e curiosi, come ogni dramma che si rispetti.


lunedì 16 ottobre 2023

Ti ricordi di Roberto Giovannini? (Il teatro come viatico)


Come già ho informato, venerdì 20 e sabato 21 ottobre ore 21,15 alla Baracca andrà in scena, in mise-en-espace,   Ti ricordi della vita?, uno di quei drammi che riguardano la nostra città e in particolare una figura ormai dimenticata o messa sullo sfondo, il sindaco Roberto Giovannini.

Uno di quei dramma per cui ogni tanto qualche irritato spettatore chiede: perché riesumare questa memoria?

Potrei semplicemente rispondere: perché Giovannini fu figura drammatica, se non altro per la sua fine.

Ma non solo. A distanza di molti anni (fu sindaco di Prato dal 1948 al 1965, morì nel 1995), si comprende come Giovanni non fu solo una figura di livello locale, ma per il suo spessore umano e politico, le capacità amministrative, le idee originali e il coraggio, fu  politico di levatura nazionale; e infatti, malgré lui, diventò anche valido e attivissimo parlamentare.

Da grande appassionato di teatro e vivace organizzatore di politica culturale com'era, (si sa, i ragionieri per la cultura, soprattutto letteraria, hanno lavorato molto, un po' come gli ingegneri), l'ho messo a dialogare con Sibilla Aleramo. Che conobbe.

Ma il tema centrale resta la politica, non il teatro o la letteratura.

Per questo dirigo l'invito alla visione dell'opera in particolare a coloro che intendono candidarsi alle prossime elezioni, intraprendere una qualche carriera politico-amministrativa, o vogliano un po' infarinarsi con certi temi spinosi o curiosare fra le pieghe del passato, ad assistere a questo spettacolo fuori moda fuori tempo fuori stagione ("Maila, ma che c'entrava ora il Giovannini?"), che vede come protagonista questo sindaco sui generis, il quale in modo inaspettato va a finire per dialogare con una Sibilla tutt'altro che scontata. Anche se già saprete tutto, anche lei vi potrebbe sorprendere.

Insomma, consiglio la visione, hapax legomenon teatrale, come insolito viatico. Non per merito nostro o della pièce, ma proprio per i suoi protagonisti. 

La 9 Camminata per Gonfienti, e la pasionaria

In una Prato affollata di eventi, come mai avevamo visto da anni, i partecipanti alla 9a Camminata sono partiti a piedi per Gonfienti in piccolo gruppo, diventato presto più numeroso, compiendo il solito tragitto e con tre "soste commentate" dal prof. Centauro, fino ad arrivare  all'orribile cancello che chiude l'area archeologica, e dove al solito abbiamo lasciato qualche volantino. 

E' grazie a noi e alla nostra perseveranza se la questione dell'area archeologica, negata, calpestata derisa, è ancora viva; se la vergogna del museo etrusco di Prato a Campi Bisenzio è sotto gli occhi di molti, e ci resterà.

Ne siamo lucidamente consapevoli, e nulla o nessuno ci può togliere da questa orgogliosa convinzione. 

Rivendichiamo il nostro impegno e la nostra forza!

E voi che nei vostri articoli ancora mi definite ogni volta la pasionaria, con quel sottile raffinato teppismo che vi contraddistingue per più sottilmente sminuire il nostro fare civile, e che col denigrare il mio piccolo teatro (facile, eh!), liquidato con due aggettivi, povero e privato, dimostrate il vostro disprezzo conformistico per ciò che non è occupato e gestito da enti pubblici, non finanziato: siete davvero non solo cattivi giornalisti per  la vostra sintassi frettolosa, ma anche per commentare maligni quello che non conoscete affatto, per giunta mancando ogni volta, miseramente, di fantasia.

venerdì 13 ottobre 2023

Gonfienti e la Civetta



Ma sono io quella additata sulla civetta? Ermini chi? Sì, sono io, proprio io. E così, girando in bici per Prato ecco che ho la conferma e leggo, nelle civette delle poche edicole rimaste, il mio nome  ovunque, ancora io, di nuovo sul giornale: additata come la signora "Choc".  In realtà lo choc l'ho preso io, che non sapevo dell'articolo!

Ovviamente per la questione di Gonfienti, non per il teatro (che com'è noto ormai non interessa a nessuno. Addirittura La Pergola di Firenze è in agonia, notizia di questi giorni...).

Mi ha incorniciata là il Giornale del Bisenzio di Campi perché io (ma parecchi altri direi)  sostengo che sia stato un "delitto culturale", potremmo dire più semplicemente un grosso sbaglio, l'aver allontanato i reperti dalla zona in cui sono stati trovati. Dato che c'era la possibilità di lasciarlì lì vicino, se non tutti, almeno qualcuno.

Là resterò punita per circa una settimana dato che quel giornale è un settimanale.

Ravviso l'ennesimo argumentum ad hominem: invece di attaccare il problema, si attacca chi questo problema lo solleva.

Non esiste, poi, una associazione Primavera di Prato che organizzi la Camminata domenica prossima, 15 ottobre, come si legge nell'articolo, e su cui, come promesso aspetto una gentile smentita scritta. Si tratta di persone che ogni anno liberamente, civilmente, pacificamente e senza bandiere decidono di andare a piedi al sito archeologico da Piazza del Comune di Prato per sensibilizzare su una criticità culturale: vogliamo chiamarla così?

Vogliamo impedir loro di andarci?

Comunicato per la 9a Camminata

Questo è il comunicato stampa per la Camminata per Gonfienti, la nona, che si svolgerà domenica 15 ottobre 2023.

Si vuole sottolineare che questa camminata culturale è partecipata da liberi cittadini senza bandiere. Non ci sono né associazioni né comitati, né partiti che la organizzano. Chi ne condivide la finalità culturale e civica - essa vuole solo sensibilizzare sullo stato del sito archeologico e il mancato museo etrusco a Prato -, viene cammina e partecipa. E' così da nove anni. Libera pulita determinata. Cammineremo anche in caso di pioggia.

Preciso che contrariamente a quanto comunicato dalla stampa, PRIMAVERA DI PRATO è solo il nome del mio blog, non esiste alcuna associazione con tale nome che organizza alcunché.


COMUNICATO 


Domenica 15 ottobre 2023,  con ritrovo in Piazza del Comune di Prato alle 14,30, partirà la 9a "Camminata per Gonfienti" .

Ancora una volta si rende evidente il sostanziale disinteresse da parte delle istituzioni nei confronti dell'area archeologica, aperta saltuariamente durante l'estate o per le consuete visite delle Giornate Europee del Patrimonio.


I cittadini esprimono poi il loro disappunto per la mancata nascita di un Museo Etrusco di Prato o Antiquarium nei pressi dell'area archeologica stessa, ossia al fienile di Villa Niccolini, che avrebbe costituito esso stesso un manufatto oggetto di scavo.

Le 1634 firme ( https://chng.it/V6PYDPDjMSche hanno sollecitato la nascita di un Museo Etrusco di Gonfienti a Prato sono state ignorate, tant'è che le autorità competenti hanno creato il Museo Etrusco di Prato presso la Rocca Strozzi di Campi Bisenzio, chiamandolo addirittura di Gonfienti.


In realtà il museo posto a Campi Bisenzio, sostanzialmente distante dagli scavi, non valorizza né l'area archeologica né il museo stesso: insomma, risulta il classico buco nell'acqua del fare culturale italiano, di cui non si sa se sia stato ideato apposta o no.

Rimandiamo poi al mittente le assurde, anzi ridicole accuse di campanilismo, ché piuttosto ci sembrano le solite viete armi retoriche,  quasi una reductio ad hominem per ovviare il problema in modo facile e superficiale.


Nonostante lo smacco per la città di Prato, i cittadini non si rassegnano né a veder abbandonata sostanzialmente l'area archeologia né a perdere il museo, e vogliono ancora una volta porre attenzione su quanto viene costantemente dimenticato, lasciato alle aperture estemporanee senza nessuna progettualità, nonostante le timide riprese degli scavi,  a tal punto che non esistono a tutt'oggi cartelli che ne indichino il percorso per arrivarci o la sua esistenza.


Il sito archeologico di Gonfienti deve, a più di vent'anni dalla sua scoperta, ancora nascere.


La Camminata si svolgerà anche in caso di pioggia.




giovedì 12 ottobre 2023

TI RICORDI DELLA VITA? (Prima censura)


Il prossimo spettacolo alla Baracca (20 e 21 ottobre ore 21,15) è TI RICORDI DELLA VITA?, che vede protagonisti il fu Sindaco di Prato Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo, ha subito una censura sulle piattaforme di Internet. Ora, la pièce effettivamente è "forte", ma la sua presentazione non lo è, né offende nessuno. Ecco il testo che non è stato gradito. 


"Roberto Giovannini fu sindaco di Prato per ben quattro volte consecutive nel secondo Dopoguerra.  Figura emblematica dell'impegno civile, si sentì tradito dalla politica, che lo costrinse alle dimissioni, nonostante la dedizione e il consenso che godeva.

Un ritratto di un eroe del nostro tempo, ingiustamente dimenticato, che dialoga e si scontra con una figura ben più conosciuta, non convenzionale e spregiudicata, della letteratura italiana. I due si conobbero nella realtà, non è invenzione e si scambiarono lettere;  lui, uomo discreto e integerrimo, di questa certa intimità con la Aleramo non si vantò mai. 

Un dialogo intenso sulla politica, sui sentimenti, sulla vita".



Secondo voi, perché?

Perché il rilevamento elettronico delle anomalie ha trovato i sintagmi "tradito dalla politica",  "ingiustamente dimenticato", e le parole "dimissioni", "spregiudicato", "sindaco".


Allora io ho proposto di sostituire con questa frase : "La presentazione dello spettacolo è stata censurata da questa piattaforma perché diceva la verità, ossia descriveva correttamente la pièce teatrale".


Raccontare la Storia è diventato pericoloso, difficile, arduo. Anche se è romanzata. Alla fine anche il teatro cosiddetto civile, isolato e deriso da tutte le parti, rischia di non assolvere più il suo compito, anche lui come il cinema, ormai sempre più imbavagliato e insulso. 


Il teatro La Baracca si oppone a questa tendenza, alla sottile e maligna censura, al teppismo culturale e politico con tutte le sue forze.



mercoledì 11 ottobre 2023

Gramellini: lui la Fedez ce l'ha


E' molto semplice: ha ragione il Gramellini (il suo Caffè, amaro, che copio, è di oggi), ma io simpatizzo per il signor Ianuario e gli altri lettori, che affermano che un paese che dona il sangue perché lo dice Fedez, è un paese morto.
Gramellini risponde che ormai è così, che i giovani sotto i cinquant'anni seguono e fanno quello che dice cantante (ma lo è ancora?).
Gramellini, ovvio sostiene i personaggi come Fedez e la sua signora che ora non mi ricordo come si chiama, la influenziera milanese personaggio reale ma finto come vuole da un po' di tempo la realtà. Una sorta di principessa della moda dallo stile 'impeccato', o rappresentante di non so che cosa, soprattutto del capitale e della Milano che s'è bevuta. Come la vuole la buona borghesia milaniera e lombarda.
Gramellini per questo scrive su Il Corriere, ormai un giornale "illeggente", perché nonostante la sua prosa che vuol essere acuta, i suoi titoli-trovata di cui si compiace, il giornalista si conforma a pennello e sostiene la realtà così com'è, senza metterla minimamente in discussione. Anzi, la sua pennuzza dà addosso a chi critica un pochino la visione-corriera del mondo: poverini, i lettori-Ianuario (si capisce che è lì lì per fare la sua battuta teppista, ma si trattiene, perché è uomo del nord che parla a gente del nord), che non capiscono che il telefono addosso ha cambiato tutto.
I giornali non sono più letti non solo perché i giovani sotto i 50 anni non li leggono, e leggono Fedez (nei tempi del capitalismo ancora gramo "leggevano" Morandi, e qualcuno ancora lo fa grazie alla tecnica che ringiovanisce anche i vecchietti se vi si soggiacciono), ma forse non li leggono anche perché sono scritti da giornalisti come lui, bravi, eh per carità, ma che non confermano che il già confermato e stabilito, che non contestano o mettono in discussione quello che forse un po' discusso dovrebbe essere.
Gramellini la Fedez ce l'ha. Grande.

martedì 10 ottobre 2023

La desolante metafora etrusca

In occasione della prossima Camminata per Gonfienti, prevista per domenica 15 ottobre 2023, ricevo commento che volentieri pubblico.


LA DESOLANTE METAFORA ETRUSCA

Che la politica locale fosse da tempo "forcaiola" rispetto alla cultura storica del territorio, è, ahinoi, cosa ormai nota. Un declino che pare irreversibile! Ciò vale però e soprattutto per quelle cose che, in una visione politica a dir poco miope e becera quanto basta, “non producono reddito (immediato)”, come ad esempio un “bel sito etrusco” posto in un territorio che è attratto da ben altri appetiti, cioè di una “scoperta inopportuna” come fu detto apertis verbis ai vertici della filiera economica della città. Naturalmente la Gonfienti Etrusca, quando ormai, vista l’importanza, non si poteva più coprire tutta con il cemento,  venne ipocritamente celebrata come “eccellenza” dell’archeologia nazionale da quegli stessi soggetti che la volevano cancellare senza peraltro fare altro che spendere parole vuote. Ma che ciò comporti adesso un linciaggio morale nei confronti di chi vuol difendere democraticamente i diritti che la Carta Costituzionale assegna al patrimonio culturale attraverso le comunità insediate è veramente troppo. E nel frattempo si autorizza la copertura di pezzi importanti di quel sito. Il disimpegno e il discredito che si oppongono oggi alle legittime ragioni della cultura, della scienza e della equa politica del territorio (sostenibilità e non solo)  suonano come offese gravi  che oltrepassano il confine della normale dialettica del potere pubblico. Le parole dell’assessore, se confermate, suonano dunque come una miserevole abdicazione rispetto ai doveri che un amministratore dovrebbe sentire verso la propria comunità. Ingenui si sarebbe a credere in un subitaneo cambiamento di rotta che non c’è mai stato, ma per favore fermiamoci qui e non si osteggi le nostre Camminate per Gonfienti che manifestano un diritto sacrosanto. E non per questo noi smetteremo di crederci e di sostenere una buona causa di civiltà come quella di pretendere attenzione, visibilità e adeguata valorizzazione, come ci dice la scienza della conservazione, delle risorse patrimoniali, qui rappresentate dall’area archeologica di Gonfienti, dando a Cesare quel che è di Cesare.

Giuseppe Alberto Centauro

 



lunedì 9 ottobre 2023

Gonfienti e l'aria fritta

Mi hanno riferito che durante la Giornata degli Etruschi al Museo Etrusco di Campi Bisenzio di Gonfienti di Prato che qualcuno avrebbe detto (un assessore?) che il museo che si sono inventati a proprio a Campi Bisenzio sarebbe più "bello" di quello che avrebbe potuto nascere a Villa Niccolini (che come è noto è a ridosso del sito e non a qualche chilometro).  
Forse chi ha dichiarato questo non si è ricordato che sotto Villa Niccolini passa un pezzo di decumano etrusco che hanno sotterrato con un impiantito moderno per realizzarci credo un magazzino, dato che il Comune di Prato, la Villa Niccolini,  non vedeva l'ora di lasciarsela sfuggire.

Che poi, al solito, non bisogna farne una questione di campanile.

Chissà cosa avrebbe detto il sindaco Roberto Giovannini, su questo campanile.

Intanto al Museo Etrusco di Gonfienti traslocato a Campi Bisenzio si presentano libri che nulla hanno a che fare con gli Etruschi per tenerlo in vita; intanto mancano i cartelli che indichino che a Prato esiste quest'area e come ci si potrebbe arrivare;  intanto manca una qualche idea generale sull'area archeologica, che non siano aperture a singhiozzo e "aria fritta", con discorsini che risuonano in contesti ufficiali al fine di togliersi di dosso la forfora.

Ci vediamo domenica 15 ottobre, in Piazza del Comune a Prato per la 9a Camminata per Gonfienti.



domenica 8 ottobre 2023

L'Appuntamento con la Calamai


Grazie a tutto il pubblico che è venuto a vedermi nella replica di Controdiva, Appuntamento con Clara Calamai alla Baracca.

E che si è intrattenuto a lungo con me dopo lo spettacolo.

Il pubblico ha capito che non si trattava solo degli affanni privati di una diva, tanto meno era una sua celebrazione. Quelle le fanno gli enti pubblici.

La mia Calamai tornerà presto, anche se non alla Baracca. Vi farò sapere.

So che il mio teatro è piccolo e periferico e tutto quello che volete. Non ci sono le comode poltroncine rosa. No. Ma sicuramente  alla Baracca vedete spettacoli che affrontano argomenti e personaggi che altrove difficilmente potrebbero essere rappresentati e discussi, come sarà anche quello prossimo, che porta in scena un sindaco, un sindaco vero,  Roberto Giovannini che dialoga con la ben più famosa Sibilla Aleramo.

Commenti su Controdiva.

"Molto brava e molto bello" (Irene e Patrizia Calamai)

"Una bella riflessione per chi pratica il teatro e la vita" (Patrizia Pacini).

"Un bellissimo spettacolo di teatro. Clara Calamai o no!" (Fiorito).

"Una serata indimenticabile" (Cinzia).

venerdì 6 ottobre 2023

Dove si può parcheggiar


Come si può osservare dalla mappa, per uno strano caso del destino, lo chiamo così in modo da capirci subito, Piazzale Clara Calamai è vicinissimo al Teatro La Baracca, fa angolo con Via Facibeni, è situato all'inizio di Via Virginia Frosini (Prato, località Casale).

Lì, oltre che in piazza della Chiesa, potete parcheggiare la macchina per venire a vedere lo spettacolo CONTRODIVA, Appuntamento con Clara Calamai. Da lei al teatro sono pochi passi.

Pochi i posti rimasti. 


giovedì 5 ottobre 2023

Profezie pasoliniane: quella sul teatro

Fra le cosiddette "profezie" di Pasolini, o considerate tali, c'è quella dello sprofondare del teatro italiano. La sua è più precisamente un augurio, ma talmente forte da sembrare una visione futura:"...una Gerusalemme di cui mi auguro che non rimanga pietra su pietra".

Sembra sul punto di avverarsi.

Quindi, non godere del favore del teatro italiano,  del suo gotha, o quello che ancora ne rimane, non sarebbe poi alla fine così negativo?

Insomma, praticando come fanno senza ammetterlo ipocriti e meschini alcuni "sessori" o consiglieri un vero e proprio razzismo culturale e politico, un'esclusione sistematica e pervicace, da questa profezia pasoliniana se ne potrebbe desumere che essere esclusi dal teatro ufficiale potrebbe significare per l'artista e il suo teatro la salvezza dalla distruzione.

Comunicazioni

Il numero 0574 812363 non è più attivo in teatro.

La decisione di togliere questo numero è dovuta in primo luogo alle frequentissime telefonate pubblicitarie, che per anni hanno causato costante disturbo al nostro lavoro. E poi, anche, per togliere una spesa che gravava, ormai inutilmente, sul magro bilancio del Teatro La Baracca, che non riceve alcun tipo di sovvenzione, e quindi deve tagliare, soprattutto in questo momento di dittatura economica, ogni spesa superflua.

Per prenotare si può telefonare al mio numero, per chi lo conosce, oppure al 3487046645, inviando anche un SMS. Non si usa Whatsapp.

Molto gradite sono anche le prenotazioni al teatrolabaracca@gmail.com.



martedì 3 ottobre 2023

Clara Calamai, questa nichilista



Già detto: chi pensa che il mio spettacolo sulla Calamai sia una celebrazione della diva, seppur in chiava "contraria", sbaglia grosso grosso.

Non è nemmeno un monologo del personaggio Calamai che torna bisbetica al suo passato luminoso, o men che meno vi appare nostalgica e rapita a ricordare la sua città natale (che Prato e Prato, per carità!).

Non è una lezione o rivincita che il teatro si prende sul cinema.  Impossibile.

Sullo spettacolo così in affanno, paradosso ora che tutto lo sembra diventato, la figura dell'attrice, personaggio teatrale perfetto, vi si disegna e accampa attuale e drammatica pronta e decisa ad azzannare la settima sfilacciata arte che pure l'ha resa "immortale".

Clara Calamai che incede sprezzante fra le pizze pellicole, vento bizzarro che scardina celebrazioni e osanna, non c'è dubbio, è la diva nichilista dell'arte cinematografica.


lunedì 2 ottobre 2023

Le badesse taumaturghe


E' il titolo di un atto unico che vorrei inserire in "Ciccia mia", poli-commedia prevista a novembre alla Baracca. Però l'espressione si trova già in una lettera di Leopardi, che scriveva al fratello da Roma...(Cito a memoria).
Oggi, con l'ausilio tecnologico, vi potete immaginare, le badesse taumaturghe (e in questa definizione al femminile ci metto anche i maschietti) si sono moltiplicate, e sono in continuo aumento visto la diffusione della malattia e l'inefficacia delle siringhe.
Tutte hanno in serbo una ricetta per te, per la tua "felicità": non solo a livello fisico, per metterti in "linea", ma anche per il tuo stato u-morale ed economico.
L'arte, che non ricorda più il suo ruolo e non sa di che campare, ne è invasa: pittori e scultori che curano mal di testa e denti, teatranti che curano il cuore e ti fanno trovare la "tua" strada, musicisti che ti tolgono i calli suonando melodie in un'ottava superiore.
Per contro, visto l'andazzo e dato che la parola "taumaturgo" ha una etimologia comune con la parola "teatro" e quindi con l'essere-per-lo-spettacolo diventato così urgente (théama, spettacolo), giornalisti psicologi e filosofi si sono sbrigati a cambiare mestiere e al momento fanno gli attori rimbalzando fra televisione, Internet e appunto teatro (qui i direttori accettano solo loro, ché fanno cassa, si sa i teatri sono in agonia).
E così via.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.