mercoledì 18 ottobre 2023

Maila intervista Ermini

Questa intervista sul prossimo debutto di Ti ricordi della vita? sarà  pubblicata per intero sulla rivista politico-culturale L'IMMAGINARIO. Ne do qui un estratto.

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MAILA    Perché hai voluto scrivere un'opera inattuale sull'ex-sindaco Giovannini?

ERMINI   Al contrario, è un'opera attualissima. Giovannini l'avevo già incontrato nei miei lavori precedenti su Prato, ma non avevo mai approfondito la sua figura. Ho scoperto che era stato un sindaco unico nel suo genere, anche se ormai lontano da noi. Fu sindaco nel secondo Dopoguerra e fino alla metà degli anni '60... Ma in realtà lontano solo apparentemente. Lui parla forte e chiaro al nostro presente, basta solo ascoltarlo. E' una figura politica drammatica e sentimentale come pochi, a suo modo un rivoluzionario, come oggi non è permesso a nessun sindaco di essere.

MAILA    E la città di Prato l'ha completamente rimosso...

ERMINI    Per forza!  Pensa, a Prato è intitolato a lui un centro medico...Che dire? Ma lui ha fatto molto di più che occuparsi attivamente di aspetti essenziali e pratici. (Oggi nemmeno quelli...). Mi sono stupita che nessuno si sia incaricato di studiare questa figura, nessun ciclo di studi o di incontri su di lui. Nessuna tesi di laurea, per esempio.

MAILA    E perché, secondo te?

ERMINI    Perché...perché era ed è una figura scomoda. E poi ci sono due elementi tabu che gravano su di lui: uno di ordine politico, molto grave in effetti, e lui se n'è lamentato fino alla fine; e poi un altro, di ordine umano, personale.  Ma di questo diremo nel dramma.

MAILA    Un personaggio tragico, no?

ERMINI    Ed è per questo che l'ho portato sulla scena, anche se in versione di lettura drammatica. Alla Baracca noi non abbiamo disponibilità di grandi allestimenti. Facciamo tutto da noi, siamo un teatro privato ma soprattutto povero, non solo nel senso estetico, alla Grotowski, ma nel senso economico e politico del termine, ossia senza finanziamenti. Povero significa però che siamo anche liberi di affrontare temi difficili che altrove non potrebbero essere trattati. Spettacoli assolutamente non commerciabili. Come questo, e come quasi tutti gli altri. Il teatro, quel poco che ancora è seguito, è totalmente imbavagliato e dominato dalla televisione e dai televisivi. Nella sua forma estetica è diventato poi orribile, manierista, scopiazza cinema e appunto televisione. Inguardabile. La Baracca vuole essere quello che un tempo era il teatro off; ma non ci sentiamo affatto naiv, come a qualcuno piace dipingerci per scongiurare la difficoltà di avere nel proprio territorio uno spazio culturale libero. Il fatto di fare pochi numeri poi, e qualcuno ironizza anche su questo, danneggia al massimo le nostre finanze, non la portata dello spettacolo in sé, che rimane.

MAILA    Perché Giovannini, figura che appare "locale", dialoga con Sibilla Aleramo, scrittrice e intellettuale conosciutissima anche a livello internazionale?

ERMINI    Giovannini e Aleramo si conobbero e stabilirono una intensa relazione...culturale. Lei d'altronde è una figura che si adatta a dialogare con il difficile Giovannini, proprio per la sua non convenzionalità.  Questo incontro ci permette di parlare non solo di politica, ma anche di sentimenti, di passione; un altro aspetto del nostro sindaco non sufficientemente messo in risalto, come il suo rapporto con le donne...

MAILA    Si sente di consigliare e a chi il suo spettacolo?

ERMINI    Sì, assolutamente. A tutti coloro che non si contentano di spettacoli confezionati, per esempio. Agli spettatori curiosi e non conformi. A chi si occupa di politica. A chi è attratto dalla figura ambivalente della Aleramo.  A chi studia Pirandello (e si capirà perché)...Si tratta non soltanto di una ricostruzione storica della politica e della mentalità del tempo, ma soprattutto un'opera sul presente; assolutamente sul presente. E poi il dramma ha momenti che crediamo anche inaspettatamente divertenti e curiosi, come ogni dramma che si rispetti.


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