E' il titolo di un atto unico che vorrei inserire in "Ciccia mia", poli-commedia prevista a novembre alla Baracca. Però l'espressione si trova già in una lettera di Leopardi, che scriveva al fratello da Roma...(Cito a memoria).
Tutte hanno in serbo una ricetta per te, per la tua "felicità": non solo a livello fisico, per metterti in "linea", ma anche per il tuo stato u-morale ed economico.
L'arte, che non ricorda più il suo ruolo e non sa di che campare, ne è invasa: pittori e scultori che curano mal di testa e denti, teatranti che curano il cuore e ti fanno trovare la "tua" strada, musicisti che ti tolgono i calli suonando melodie in un'ottava superiore.
Per contro, visto l'andazzo e dato che la parola "taumaturgo" ha una etimologia comune con la parola "teatro" e quindi con l'essere-per-lo-spettacolo diventato così urgente (théama, spettacolo), giornalisti psicologi e filosofi si sono sbrigati a cambiare mestiere e al momento fanno gli attori rimbalzando fra televisione, Internet e appunto teatro (qui i direttori accettano solo loro, ché fanno cassa, si sa i teatri sono in agonia).
E così via.
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