mercoledì 16 dicembre 2009

Lĕgere


L’iniziativa dell’assessore alla cultura della Provincia di Prato Edoardo Nesi, il progetto dal titolo "Andate E Leggete" - Cittadini e cittadine in piazza a leggere il libro preferito, per spandere letteratura sulla e dalla città, suscita in me parecchie perplessità.
Nulla da obbiettare sulle finalità, che senza dubbio possono essere meritevoli: il tentativo di diffondere il gusto della lettura fra la gente di lingua italiana, è lodevole.
Infatti, la situazione è tristissima, e si nota proprio nei luoghi pubblici: basta trovarsi, magari per necessità, in qualche ufficio di quelli molto frequentati e dove le attese sono dell’ordine di almeno mezz’ora, per rendersi conto che la lettura, ormai, è totalmente disertata. Non si leggono più nemmeno i giornali del mattino. Fino a qualche anno fa non era così e almeno i vecchi leggevano il quotidiano nei momenti di attesa. Per non parlare dei giovani, per cui fu addirittura creato (negli anni Sessanta ma ha funzionato fino a qualche anno fa) il libro tascabile, da tenere appunto nella tasca e leggere ovunque.
Il disuso alla lettura è sintomo di una società nervosa e inquieta, preoccupata, perché chi legge deve stare, almeno parzialmente, in uno stato di rilassamento e buona disposizione d’animo. Che non c'è più.
Dunque, visto il deserto dei lettori di libri, si potrebbe ribattere, a maggior ragione l’iniziativa è da plaudere. Tuttavia non credo che questo sia il modo giusto per diffondere l’uso della lettura; ma forse l'intento è quello di divertirsi, di stare un po' insieme con un pretesto?
Ma come è possibile, assessore Nesi, trasformarsi in pifferaio di Hamelin e prendere gli ostici pratesi e farli leggere in mezzo alla strada, al freddo?
Come si viene organizzando tutto questo? Non è detto e forse non è stato nemmeno pensato. Si è pensato a facebook, a creare la ‘piazza’ virtuale’. Forse là ci sarà più possibilità.
Il gusto della lettura dei libri deve essere incentivato, ma per me non è questa la strada. Consiglio di leggere invece, riguardo al modus legendi, le riflessioni di Virginia Woolf in primis, e che evidentemente non sono state prese in considerazione; la lettura è in primo luogo atto privato: in quanto compiuto da soli e, in tempi moderni, in silenzio; se pubblico e ad alta voce, come si usava più frequentemente in tempi antichi, deve essere organizzato. Sarebbero state preferibili piuttosto riflessioni sulla lettura, e insegnamenti di come si possa rendere più gradevole e significativa la lettura ad alta voce, di come ci si può ri-abituare ad ascoltare leggere gli altri; del senso.
Ma ci vuole, e con questo si torna come sempre a Kant, oltre che un tempo, uno spazio congruo. C’è la biblioteca, ci sono le biblioteche; altri bellissimi luoghi di Prato, una città che ancora aspetta di essere ‘scoperta’, e della sua Provincia.
Se vuole approfittare del mio piccolo teatro, La Baracca, che Lei, come altre autorità della Sua giunta e di altre giunte, non ha mai visitato, è, compatibilmente con gli spettacoli in cartellone, a sua disposizione.


Maila Ermini



La foto che ritrae Virginia Wolf indica come la scrittrice concepisse la lettura e la sua 'funzione'.
Il critico statunitense Harold Bloom ha scritto opere interessanti al riguardo.

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