Nello spazio quasi metafisico della nuova Biblioteca Alessandro Lazzerini di Prato (l'Alessandro era un monsignore!) non c'è spazio per il bar.
Almeno non ne ho sentito la mancanza.
Anzi.
Consiglio di visitare la biblioteca in orari desueti, per esempio la sera.
Qualche mattonella del pavimento va controllata-rincollata, già si muove.
Mettete posaceneri fuori, davanti all'ingresso, in modo da non vedere il pavimento cosparso di cicche. Tante ce ne sono che ci si inciampa a camminarci.
Il luogo dove è situata la biblioteca è borgesiano ossimorico: al centro e nascosta; chiusa, 'difesa' dalle mura e aperta al pubblico.
Dopo essere stata nella nuova biblioteca ho avuto conferma che Prato potrebbe davvero essere una 'città metafisica', e ricchissima, se solo i suoi cittadini e i corrispettivi amministratori smettessero di pensare solo ai soldi, alla crisi, e a come rendere orrenda e volgare la città con il turismo zartefatto, con le Gonfienti città etrusche alla 'poggiogestrinesi', con i teatroi vetroresinati postellenistici, che ora ci chiamano anche due 'reggisti' a distrastrare. Per dirlo alla Gadda.
Dopo essere stata nella nuova biblioteca ho avuto conferma che Prato potrebbe davvero essere una 'città metafisica', e ricchissima, se solo i suoi cittadini e i corrispettivi amministratori smettessero di pensare solo ai soldi, alla crisi, e a come rendere orrenda e volgare la città con il turismo zartefatto, con le Gonfienti città etrusche alla 'poggiogestrinesi', con i teatroi vetroresinati postellenistici, che ora ci chiamano anche due 'reggisti' a distrastrare. Per dirlo alla Gadda.
Maila
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