giovedì 29 aprile 2010

Odissea Gonfienti

Lo si sapeva da qualche giorno, ora spunta sul giornale come un fiore già appassito con tanto di foto (ci aspettiamo altri articoli con titoli a effetto - inutili - nei prossimi giorni):
“Etruschi, firmato l’accordo per il grande parco archeologico” tuona la Nazione di Prato.

Viene da sorridere, per chi ci crede ancora.

Bisogna far correre parecchio la fantasia per vedere un parco alle pendici dell’Interporto, fra un mega-traliccio, un trenino ciuf ciuf, montagne di cemento e Tir… con il corollario naturalmente dei "Gigli".

Insomma si vuole salvare la faccia a tutti i costi e probabilmente, visto che pensano alla poltrona, oltre a chissà quale competizione, ce la faranno. E allora forza, avanti, a riscaldarsi i muscoli per la corsetta!

Come già l'ex assessore alla cultura Mazzoni aveva promesso (esattamente un anno fa), la kylix è esposta (pro-tempore), lontano dal bunkerizzato Interporto, che ancora una volta era tra i firmatari del protocollo a ricordarci chi comanda.

Stupisce l’atteggiamento del Comune di Prato, che durante la campagna elettorale, se non ricordo male, puntava a far ritornare a casa qualche reperto tirato su dalla città antica nel comune di Prato. Cambiato idea?

E invece se ne vanno a Campi, lo ha deciso Sua Signoria la Soprintendenza.

Nella prossima presentazione di “Gonfienti, storia di una battaglia”, alla libreria Equilibri il 14 maggio, credo sarà opportuno, fra le altre cose, parlare anche di questi reperti, che devono tornare a Prato.

La città dei morti purtroppo è più viva che mai.

"Etruschi, firmato l’accordo per il grande parco archeologico
Su un’area di 3400 ettari, collegherà le «città dei vivi e dei morti»
«UN BEL LAVORO di collaborazione istituzionale, non scontato: l’area metropolitana è importante per tutta la Regione e dobbiamo proseguire nella direzione della valorizzazione dei luoghi di cultura per poter essere competitivi». Parola di Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze, tra i firmatari, ieri, del protocollo d’intesa per la valorizzazione del patrimonio etrusco, insieme ai Comuni di Prato, Carmignano, Campi Bisenzio e l’Interporto della Toscana Centrale, sotto il coordinamento dalla Provincia di Prato. Il protocollo, un provvedimento condiviso che va nella direzione della realizzazione di un parco archeologico interprovinciale in un’area di oltre 3400 ettari, «dà maggiore visibilità per la valorizzazione di un tesoro archeologico che ha tutte le potenzialità per diventare un grande polo di attrazione turistica», come ha sottolineato il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri. UN POLO che connetterebbe Gonfienti, la citta «dei vivi», con l’area di Artimino e Comeana, dove sono stati ritrovati complessi funerari riferibili alle «città dei morti». Ai firmatari del documento, fortemente voluto dalla Soprintendente ai Beni archeologici della Toscana Gabriella Poggesi, spetta il reperimento delle necessarie risorse finanziarie, in particolare nei confronti della Regione Toscana, per il proseguimento dello scavo a Gonfienti, il consolidamento delle strutture e l’individuazione delle vie d’accesso necessarie per l’apertura al pubblico dell’area. «È un’opportunità per capire da dove veniamo, qual è la nostra storia: Prato era una città viva ai tempi della Repubblica di Atene», ha detto Edoardo Nesi, assessore alla cultura della Provincia. «IL PARCO archeologico è un importante investimento non solo per i cittadini ma anche per i turisti in un momento in cui questo settore diventa sempre più strategico» ha ribadito Anna Beltrame, assessore alla cultura del Comune di Prato. In direzione della valorizzazione dell’area archeologica vanno anche la prossima apertura del museo archeologico ad Artimino; mentre il Comune di Campi Bisenzio, come sottolinea il sindaco Adriano Chini, «ha messo a disposizione Rocca Strozzi per l’esposizione permanente dei reperti di Gonfienti». Da parte sua l’Interporto che - sottolinea il suo presidente, Angelo Pezzati - «ha già contribuito a supportare la Soprintendenza nell’impegno dei ritrovamenti», è chiamato a consentire l’accesso all’area archeologica per le finalità di fruizione e valorizzazione del patrimonio archeologico. L’accordo è stato firmato a due passi dalla teca che accoglie la kylix di Gonfienti, per la prima volta visibile al pubblico, e la coppa a figure blu del Tumulo di Montefortini che i rapporti tra Etruria settentrionale e mondo orientale.Lucia Pecorario "

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