giovedì 22 aprile 2010

LETTERA APERTA AL VICESINDACO BORCHI IN MERITO AI PRATESI IN BICI

Siccome il primo requisito per governare bene è la conoscenza, la informo sulla situazione dell’uso della bicicletta da parte dei pratesi.

Si ricorda il nostro incontro, a gennaio passato?

Durante quell’incontro, mi permisi di presentare una prima bozza di progetto per una completa pedo-ciclabilità di Prato a basso costo.

Lei rispose in questo modo: che non ci sono soldi e che i pratesi non le apparivano molto amanti dello spostamento in bici.

In parte ha ragione, ma ultimamente qualcosa sta cambiando e, girando per la città, ho avuto modo di rendermene conto ( Lei lo sa, io la bici la utilizzo sul serio, non solo per il programma elettorale).

Per esempio: se le capitasse di percorrere la ciclabile al mattino ( ma anche sulle strade non ciclabili!), vedrebbe molta gente che si sposta in bici per fare la spesa, andare a lavoro, accompagnare i bambini a scuola.

Forse la crisi si fa sentire fino a questo punto che, visto i costi del carburante, la gente comincia a ridurre l’uso della macchina?

Le mostro un po’ di conti: spostandomi in bici per andare a Prato, diciamo una volta su tre (utilizzo l’automobile quasi sempre per portare il materiale di teatro) riesco a risparmiare una media di 800 Euro l’anno di carburante.
D’altronde con la bici non ho problemi di parcheggio.
Andare con la bici significa anche risparmio di tempo, anche se non sembra. Mi creda, ho fatto diverse prove: da Casale impiego mezz’ora per arrivare in piazza del Comune con la macchina (se non c’è traffico), avendola prima parcheggiata al sicuro; e venti minuti in bici senza pedalare veloce: in quest’ultimo caso arrivo gratis e senza problemi.
In più la salute ci guadagna, inutile dirlo, il fisico ne ha un effetto benefico.
Metto da parte la questione ambientale, che pure è tra le Sue competenze.

Questo ragionamento cominciano a farlo in diversi, evidentemente, soprattutto ora che comincia la bella stagione.

Proprio pensando al gran risparmio che potevano trarne (vista la crisi), più che al benessere per sé e per l’ambiente, gli europei del nord furono convinti all'inizio degli anni Settanta a inforcare le biciclette per spostarsi in città. Nonostante il clima pessimo di lassù. Sì, proprio a causa della crisi di quegli anni qualche amministratore pensò di dotare la città di Amsterdam di ciclabili, in modo che gli olandesi potessero muoversi senza consumare petrolio. Prima di allora i cittadini di Amsterdam non amavano la bici, esattamente come i pratesi.
Cosa ne dice se ne riparlassimo?
Maila Ermini

1 commento:

Anonimo ha detto...

Troppo impegnato dal suo parrucchiere, il vicesindaco!

Fiele da Clitognacci

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