martedì 12 giugno 2012

Anna dei Miracoli, ovvero la cultura del disimpegno al servizio della giunta Cenni

Abbiamo visto il triste programma colorato -solo sulla brochure- della Pratestate 2012.
Se la considerate con oggettività, da un po' d'anni a questa parte sembra sempre peggio, questa Pratoestate si contraddistingue per una considerevole spesa di danaro pubblico che non mostra tentativi seri di alzare il livello di qualità della vita dei cittadini.  Piuttosto, nel migliore dei casi, di offrire buoni passatempi, tutti calati dall'alto, con nomi di grido e alla moda,  che trascorrono come l'acqua di eraclitea memoria. E nulla lasciano alla città. E non la modificano, non la devono modificare!
Fanno lavorare gli artisti, quello sì: ma quelli importanti o quelli proni, soprattutto i giovaniruf, nuova vecchia specie sempre attiva ai fianchi di tutti i partiti.
E poi è offerta sempre e ancora tanta musica di tendenza. Tanta musica che non 'parla'.

Ah, se io fossi musicista serio, m'incazzerei a bestia con questi programmi, di simili ce ne sono tantissimi in Italia, che utilizzano strumentalmente la musica, o la canzone, mettendola a 'tacere'. E che fanno un brutto servizio ai professionisti seri, a quelli che non solo sanno usare tecnicamente lo strumento, ma che lo fanno 'parlare'.

Non dico poi dell'uso 'osceno' dei monumenti che vi si prospetta, grida solo vendetta.

Per quanto riguarda il Teatro La Baracca: non c'è il nostro programma, come aveva minacciato Anna dei Miracoli dopo la querelle del Sacco di Prato (purtroppo per l'assessore io sono arrivata prima di lei e questo non lo sopporta proprio), nonostante lei lo avesse promesso telefonicamente.
Io sono stata 'cattiva', non sono stata buona con lei, e quindi mi ha punito. A questo siamo giunti in questa città.  Si chiama discriminazione?

Non essere nel programma costituisce un sicuro danno economico per il Teatro La Baracca, ed è proprio quello che si può pensare che si voglia fare. Danneggiare il teatro che non è conforme ad Anna dei Miracoli e alla sua corte miracolata.

Qualcuno dice che forse è meglio così, perché il nostro teatro avrebbe stonato in quel macello di eventi, per cui non si sa mai cosa guardare, ma soprattutto, perché?

E' la cultura di regime, fintamente avant-guard, 'aperta' ma chiusissima, piena di gusto barocco dell'horror vacui, salottiera all'aperto col drinkino in mano.

Non c'è studio filologico né estetico, tanto meno di contenuto si capisce, mancano cioè i fondamentali: che si vuole dire, che si vuole rappresentare? Qual è l'idea generale che si vuole dare?

E' la cultura del disimpegno.

I pratesi accorrono in massa agli eventi, ma poi, nella afosa notte estiva , tornando a casa con il biglietto in tasca di un qualche concertone in Piazza Duomo, assaporano un retrogusto amaro; qualcuno di loro si rende conto, magari confusamente, anche se non lo ammetterà mai, di essere stato gabbato per un'altra estate.

P.S. Noterete che nella brochure tutti coloro che in qualche modo fanno cultura a Prato, non solo il Teatro La Baracca, e che non sono unti dalla signora Anna dei Miracoli sono stati dichiarati ufficialmente morti o deportati nell'Arcipelago Gulag del Silenzio. Non esistono più nemmeno le Circoscrizioni.
E la scusa che mi è stata fatta dire da impiegate compiacenti è RIDICOLA: il posto per  inserire le attività di altri gruppi nella brochure ci sarebbe stata, bastava ridurre di un poco, ma molto poco, le enormi immagini che sono state messe, insomma ritoccare la grafica; sarebbe riuscito anche un risultato meno volgare.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Non ti curar di loro ...che sanno quello che fanno...

Tu sai (e anche loro lo sanno), che 4 tuoi spettatori contano ben più dei mille presenti (in realtà assenti), ai loro mille inutili eventi...

L.

Dai Celestini a Levi

  Ieri,  in occasione dello spettacolo dei venti anni dei Celestini, in cui ho riproposto La Mostra Parlante "Ti mando ai celestini...