martedì 30 aprile 2013

Primo Maggio a Prato e dintorni, accozzaglia di manifestazioni

Copio e incollo dal sito Internet del Comune di Prato.

Si mescolano, nel giorno della Festa del Lavoro, varie manifestazioni, fra sacro e profano, che nulla mia sembra abbiano in comune (scusate il doppio senso involontario)...
Che confusione, tutto annacquato, senza nessun riferimento storico-filologico, per cui alla fine la cosa più importante sembra essere solo la Palla Grossa.

A Montemurlo, altra giunta altra apparente corsa,  invece si sono inventati il 'flash mob' dal titolo "Lavoro in ballo", al fine di sensibilizzare sul problema del lavoro (ah, sì?) per  cui coloro che avessero perso le lezioni dei passi di danza, può approfittare del 'tutor' in linea.
No comment.


"Le celebrazioni per la Festa del Lavoro.



Mercoledì 1° maggio il sindaco Roberto Cenni parteciperà al corteo per la Festa del Lavoro organizzato dalle Confederazioni sindacali di Prato che alle 10.30 partirà da piazza Mercatale. Alle 9 sarà celebrata la Messa nella Cattedrale con la partecipazione del Gonfalone del Comune e del Corpo dei Valletti comunali.
Alle 17.30, come vuole la tradizione, l'Ostensione del Sacro Cingolo di Maria dal Pulpito di Donatello a cui parteciperà l'assessore al Bilancio Adriano Ballerini. Subito dopo in piazza del Comune avverrà il sorteggio delle squadre dell'antico gioco della Palla Grossa per le semifinali di sabato 7 settembre."

lunedì 29 aprile 2013

Stasera Festa della Poesia al Teatro La Baracca

Una volta tanto ci depuriamo un po' l'animo con la Festa della Poesia, che si preannuncia interessante e affollata. C'è bisogno di poesia, visto il disastro in cui siamo caduti con questi governanti, e la gente ha voglia di raccontarsi, di ascoltare.

Alle ore 21, puntuali vi prego, perché il via vai dell'ingresso libero è detestabile. Chi arriva in ritardo, lo deve fare in punta di piedi, rispettando gli altri.

domenica 28 aprile 2013

Governaccio

Che governaccio si profila all'orizzonte, bagnato col sangue al suo inizio!

Non mi piace questo governo reazionario: vi si trova sì Emma Bonino, ma sempre di più in versione doubleface purtroppo, e Alfano alfiere carabineiro,  e tanto fumo, tanto fumo, per ammansire la protesta di piazza e nel PD, perdente rispetto a Berlusconi che vince ancora una  volta!

Detesto ogni forma di violenza, non solo per la violenza in sé che mi ripugna, ma anche perché ogni forma di violenza in politica è forza,  condimento della restaurazione.

sabato 27 aprile 2013

Stasera Čechov


Le allieve sono molto giovani, la più grande 16 anni, la più piccola quasi 12, e si cimentano con coraggio con un classico del teatro. Una esperienza credo unica anche per me.

venerdì 26 aprile 2013

Giovani per nulla "liberanti"


Non mi piacciono quei giovani o anche meno giovani che ieri abbiamo visto sfilare con le bandiere per la Festa della Liberazione, che si son fatti fotografare a destra e a manca , sfruttando per fini elettorali e di partito questa manifestazione.

Sì, è cosa nota, l’hanno fatto tante volte, ma vederlo con i giovani, dà fastidio, perché mostra che siamo al di là del conformismo.

Questi giovani imbandierati non mettono per niente in discussione la struttura politico-partitica dello Stato italiano così come l’hanno trovata,  che è ancora fascista,  e se contestano, lo fanno solo nel solco permessO; insomma protestano attraverso stilemi ideologici, chiamiamoli così, calati dall'alto e non si azzardano mai veramente alla critica.

Né mi piace la Presidenta della Camera, che ottusamente risponde con frasi fatte,  a mo' di beghina – ma perché questa donna si mostra così confezionata a Sinistra, e le sue parole suonano così false? -  alle critiche di Grillo alla Festa (“Il 25 aprile è morto”)

I partigiani,  anche quelli d’oggi, un’altra cosa.

http://www.youtube.com/watch?v=g4FBRSJZMJQ

Il valore dell'archeologia per la rinascita di un territorio


A proposito di risorse archeologiche e sviluppo futuro c’è da dire che in Abruzzo, cittadini di buona volontà, per abbattere l’immobilismo governativo hanno puntato sull’associazionismo per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali. Così è nata l’Associazione “Casuentum onlus” per contribuire alla rinascita dei borghi storici e del territorio della Media Valle dell’Aterno nella conca aquilana martoriata dal sisma di quattro anni or sono.
Per questo motivo sono particolarmente  orgoglioso di avere contribuito in prima persona, e con il supporto del Dipartimento di Architettura  dell’Università degli Studi di Firenze del quale, dal 2004, faccio parte come professore associato di restauro, alla formazione del Piano di Ricostruzione dell’antico borgo di Casentino nel Comune di Sant’Eusanio Forconese e, con questo, alla riscoperta delle valenze geo ambientali ed archeologiche di un magnifico territorio che, in verità, ha molte assonanze con il nostro, straordinario paesaggio dei Monti della Calvana. Laggiù come, alle nostre latitudini, hanno abitato le nostre antiche progenie (etruschi, sabini o vestini poco importa), lasciando testimonianze indelebili nel segno di origini comuni  che oggi possono costituire la molla di una ripresa economica e sociale, dando speranza  alla popolazione e, soprattutto, ai pochi giovani rimasti tenacemente legati alla valorizzazione della storia e delle risorse culturali. D’altronde la comune ascendenza di genti umbre, testimoni delle più antiche civiltà appenniniche, è data da quel toponimo Casentino che, al pari di Camars e di Chiusi, sono parte integrante della nostra storia.
L’interessamento del CAI attraverso il Comitato Scientifico Nazionale, che qui ha voluto organizzare il suo annuale convegno nazionale, ne è certamente una prova. Per noi  pratesi credo sia anche uno stimolo in più e un insegnamento per quanto possiamo immaginare circa la riqualificazione dell’area archeologica di Gonfienti, delle necropoli  e dei siti d’altura che a suo tempo l’Ass.” Camars”, ora Ass. “Via Etrusca del Ferro”, vanno da tempo segnalando. Ecco perché il Convegno abruzzese è importante anche per noi, non solo per le comuni reminiscenze protostoriche, quanto per i destini che potrebbero avere nell’interesse della comunità. Ecco perché prima di ampliare ulteriormente l’Interporto occorre varare al più presto un piano di sviluppo per l’area archeologica che vi è insediata, rendendola fruibile liberandola dalla stretta mortale nella quale è caduta con il bene placet delle istituzioni governative.
Qui, come in Abruzzo, dopo l’emergenza, infatti, si deve pensare ed attuare una vera e propria  rinascita che solo potrà esservi puntando decisamente ed investendo sulle nostre risorse culturali ed ambientali.

Prof. Giuseppe A. Centauro





giovedì 25 aprile 2013

Il fallimento del Museo Pecci è figlio del disastro culturale

Stamani è uscito un articolo sul nostro Museo, ed è sconfortante.

Sono anni che si parla di questo disastro cultuale,  di questo enorme dispendio di danaro pubblico, senza che ci sia un vero ritorno né per la cittadinanza né per la città in termini economici.

Sono anni che se ne parla, ma a voce bassa, perché della gestione scandalosa di questo museo non è lecito discutere.

Prato, allevata da più di un secolo al mito del lavoro operaio come alla cosa più bella del mondo, il lavoro tessile come la porta del paradiso, ha fatto ben poco per il lavoro culturale sulla cittadinanza, che si è ritrovata questa cattedrale insignificante nel proprio deserto tessile, un museo dove la gran parte dei pratesi non sono mai mai stati.

Perché per avere un museo di arte contemporanea c'è bisogno di una città dialogante politicamente, come è accaduto a Bilbao, dove gli obreros erano ben consapevoli, quando nacque il Guggenheim della sua importanza, anche grazie a secoli di problematiche identitarie della regione basca.

Ma i nostri operai, molti  dei quali immigrati, non hanno ricevuto questa educazione politico-culturale, tutt'altro! Dedicati al solo lavoro, al massimo potevano rivendicare diritti, qualche rivendicazione sindacale, ma mai è stato concesso loro di varcare questo confine.

E ora ci si stupisce che la città, dopo anni e anni di queste trote allevate che siamo, trotacce di partito, non abbia reagito alla cultura 'alta', disinteressandosi del tutto alla vita di quel museo, anzi, mettendone in discussione l'esistenza.

Manca poi del tutto una direzione artistica, un gruppo dirigente capace di stimolare, attrarre, significare. Manca fantasia e coraggio, impigliati come sono nei pasticci politici, incarichi di partito, impicci di mercanti d'arte e via discorrendo.

In proporzione guadagna di più il Teatro la Baracca.


Pecci, dai biglietti arrivano meno di mille euro al mese
Il bilancio chiude in attivo grazie alle nuove erogazioni di Comune e Provincia Critiche a personale e dirigenti nella relazione della direttrice amministrativa
Ecco i numeri del bilancio consuntivo 2012 del Centro Pecci, chiuso con un avanzo di 91.821 euro. Per quanto riguarda le attività, per un totale di 2.256.526 euro le voci più significative sono i proventi di 11.921 euro per l’ingresso alle mostre, mentre i contributi del Comune di Prato assommano a 1,2 milioni di euro, 50mila dai soci fondatori, 1.089 euro dai soci ordinari, 17 mila dalla provincia, 580mila dalla Regione e nulla dal ministero. Per le passività la voci più importante sono i costi per il personale e collaborazioni, (22 dipendenti a tempo indeterminato, di cui 13 full time e 9 part time, 1 determinato part time e i co.co.pro) per un totale di 976.735 euro, mentre gli oneri per i servizi ammontano a 678mila euro, calati di 350mila euro rispetto allo scorso anno. Fra le curiosità le spese telefoniche sono scese da 15 mila a 12 mila euro, mentre l’acqua e il gas sono aumentati da 23mila a 40mila euro.
di Riccardo Tempestini wPRATO Ricavi da biglietti per appena 12mila euro in un anno. L’approvazione del bilancio del Centro Pecci , grazie ad un documento davvero esaustivo redatto dalla direttrice amministrativa Elisabetta Dimundo, ha rappresentato l’occasione per effettuare una radiografia di tutti i problemi del Centro. Nel corso del 2012 sono stati staccati 8.834 biglietti, ma tra omaggi (quasi 2.700), ridotti e gruppi, il ricavato annuo è stato di appena 11.921 euro, con soli 670 biglietti interi a pagamento, in pratica meno di due al giorno. Nel 2012 il Centro ha conseguito un utile di 91.821 euro, rispetto al disavanzo di 84.572 dell’anno precedente, grazie ad una ulteriore erogazione di 50mila euro ciascuno dal Comune di Prato e dalla Regione, oltre «ad un oculato controllo della spesa». Nella relazione acclusa al bilancio vengono elencate le criticità del Pecci per quanto riguarda il personale dipendente, cominciando dall’insufficiente operatività del responsabile amministrativo, perché anche direttore, così come «permane una difficoltà dei quadri ad essere gestori delle risorse umane assegnate». In particolare si evidenzia «l’insufficiente programmazione ed organizzazione del lavoro nell’area artistica, così come è in attesa di completamento dell’inventario della collezione». Per quanto attiene all’area cultura e territorio, «si riscontrano problematiche nella gestione dei servizi di pulizia, con il personale del’accoglienza, del bookshop, dei servizi di biblioteca», per concludere con un «permane un atteggiamento dell’area territorio e cultura insufficientemente dinamico e propositivo». Infine, per la stessa area amministrativa permangono i problemi «dovuti all’insufficiente interscambiabilità del personale assegnato». Resta comunque da risolvere un problema molto importante, se non fondamentale per il Centro Pecci, di cui si fa cenno nella relazione. Nel dicembre 2004, per evitare la chiusura del museo per il buco di 1,3 milioni di euro, trovato dal presidente Valdemaro Beccaglia, fu stipulato un contratto di vendita della collezione permanente per la stessa cifra con l’amministrazione comunale, che versò 800mila euro di acconto. Poi Beccaglia riuscì a risanare e a rilanciare il museo, senza i restanti 500 mila euro, cosicché il contratto non è stato perfezionato, nonostante le varie ipotesi di soluzione del sindaco Cenni. Quanto ai visitatori, le 4 mostre allestite nelle sale principali nel 2012 sono state viste da 11.334 persone, con 8.834 biglietti staccati, mentre le altre mostre sono tutte ad ingresso libero con numeri difficilmente verificabili soprattutto per il «Pecci Milano», accreditato per 9.800 visitatori. In questi dati comunicati dal direttore artistico Marco Bazzini, viene riportato anche il totale generale dei visitatori e partecipanti a mostre, iniziative, Cid e didattica che arriva a 125.896 unità. Il presidente del Pecci, il sindaco Roberto Cenni, assente per una laringite, ci ha fornito un aggiornamento sui probabili tempi della conclusione dei lavori e dell’inaugurazione del “Pecci due” disegnato da Maurice Nio. «Se a ottobre verrà consegnato il nuovo edificio museale, dopo è necessario restaurare anche il “vecchio” disegnato da Italo Gamberini , così come sarà sistemata tutta la parte esterna a verde, cosicchè è probabile che il taglio del nastro sia rinviato alla primavera 2014. Per quanto riguarda la direzione artistica, a fine giugno verrà pubblicato un bando. Quanto al Pecci Milano, va tenuto aperto almeno fino a fine anno, ma la Regione è perplessa». (IL TIRRENO).

mercoledì 24 aprile 2013

Letta, ovvero dell'inciucio in famiglia

Letta Presidente del Consiglio rappresenta perfettamente l'inciucio fra PD e PDL. Tutto rimane in famiglia, come nella più autentica tradizione italiana di stampo nepotistico - il clan familiare vince su tutto-  e si può discutere degli affari di Stato anche nel salotto di casa, dello zio.

Teatro commerciale, dài, il pubblico vuole ridere

In un colloquio di lavoro con una direttrice, una di quelle che decidono sulle programmazioni, viene fuori un dialogo interessante sul teatro, e sull'arte in genere.

Dunque, la prima regola per questi direttori artistici nello scegliere il loro prodotto è la sua commerciabilità.
I direttori sono obbligati a riempire teatri, perché la politica chiede questo, che i teatri siano pieni, che la gente gradisca il prodotto.
E che applauda.
Se per esempio un teatro rimane vuoto, in giunta l'opposizione può dare battaglia. E questo non si può.

Tu puoi anche produrre opere eccellenti, ma se non porti gente, gente che solo la televisione può assicurare, non hai futuro.

Il primo dovere per un artista oggi è quindi assicurare cassetta, e conseguentemente essere personaggio televisivo, anche un pochino basta.

Ecco spiegate le programmazioni commerciali di quasi tutti i teatri, ormai.

Oppure i giovani. I giovani possono essere scelti perché fanno parte del programma 'favorire i giovani', perché ipocritamente si deve fare. Dà lustro al programma politico.

C'è poi troppa produzione. Troppa. Di bassa qualità, chiaramente. Ma il pubblico digerisce di tutto, basta che faccia RIDERE.

In questi tempi di crisi, chiaro, bisogna far ridere il pubblico! Ma far ridere o come i comici televisivi, magari un po' di satira innocua e bonaria alla maniera del bravo Crozza,  oppure in modo del tutto liberatorio.

E dunque che importa se lo spettacolo, l'opera, quello che sia, faccia pena. 

Naturalmente sono vietate tragedie, drammi che non siano specificatamente targati classico, e roba simile.

E' finito per sempre il tempo in cui il direttore artistico sceglieva i suoi spettacoli con un minimo di libertà. Il direttore artistico oggi è scelto dagli spettacoli.



lunedì 22 aprile 2013

Occhi ben aperti

Eccolo, è tornato; sentivate la mancanza, vero, di qualche bel discorsone, della politica con la A maiuscola?
Eccovi serviti con il discorso di Giorgio Napolitano II. Gongolate tutti, bavosi.
Intanto altre nullità vanno ai comandi regionali...

Il potere costituito si ricompatta sempre, come un cancro che non è stato tolto; le sue cellule vivono in un angolo pronte a riprodursi a rafforzarsi con incredibile velocità...

E proprio mentre pensi di averlo sconfitto, ecco, ritorna, ritorna più forte per continuare a disseminare la sua malattia, e contagia tutto, si espande.

Leggere, studiare, pensare, esercitarsi, scrivere perché bisogna vaccinarsi contro questa continua manipolazione dell'informazione, ripararsi degli schemi fumogeni che ci impongono.

Tenere gli occhi ben aperti per vedere le cose per quello che sono, ma ancora più aperti per vederle diverse da quello che sono.

Senza lacrimare, s'intende.

Ribelli chi?

Ribelli chi?
queste signorine
che scrivono con
dolci paroline
su giornaletti
lecca-culetti?

O queste bigottone
assise al parlamento
che cantano stonate
viva la costituzione
la nostra sarebbe
la migliore del mondo.

Affanculo in rima
questo dal cor mi viene
donne che delusione
come siete ruffiane

false disgustose
untuose

fotocopie dei maschi,
ma di quelle sfumate
che non si leggono
e poi si buttano

lecchine assessorine
parlamentarine.

Ribelli chi?
voi del partito
del movimento
giovanotti e vecchi
ambiziosi
usi a dir no
e poi di sì
al segretarietto
al capetto,
a pugnalare
a convenienza...
allo sgambetto!

usi alla violenza
ma di nascosto
in casa,
eh, la decenza!

mentre la signora
la fidanzata
la puttana
vi lava il calzino
rassetta la stanza

e intanto sfilate
vi mostrate

Ribelli chi?
No, niente venticinqueaprile
con voi
né primo maggio

con gli assessorini
i lecchini
passati e futuri
parlamentarini

domenica 21 aprile 2013

Il cambiamento non può attendere

Dopo che abbiamo assistito alla triste sceneggiata dal titolo "Come si può eleggere un gerontosauro e perdere un partito", il  cambiamento non può più attendere.
Sia attraverso Grillo - che prenderà il Friuli - o altro, non vediamo l'ora che davvero qualcosa cambi.

Anche e soprattutto adesso a livello locale, abbiamo necessità vitale di respirare aria nuova,  e vedere gente incapace finalmente andare a casa.

Ci vorrà comunque ancora un po' di tempo, perché le tarme s'annidano nel buio degli interstizi, e nel frattempo, chi ha potuto si è fatto assumere dagli enti comunali e regionali.

Mentre i politici possono, possono passare, i funzionari messi dai partiti, i ruffiani fatti entrare negli enti, stipendiati da noi, (nei teatri ce ne sono a centinaia!), quelli cambiano con lentezza pachidermica, anzi cambiano come le ere geologiche.

I funzionari degli uffici non cambiano mai. 

In questi giorni, facendo una domanda per finanziamenti, mi sono accorta che una signora che è stata presidente di un teatro famoso, è dipendente dell'ufficio cultura regionale. Come ha fatto a diventare dipendente? Con un concorso che non c'è stato? Solo in grazia di partito.

Questo hanno fatto un milione di volte.

Invece io, noi siamo qui a barcamenarci sul vivere non vivere, fare domande per finanziamenti che questa signora dovrà addirittura giudicare, decidere se concedere o no al Teatro La Baracca misere briciole, questo è il suo potere, e senza nessun merito, NESSUNO, se non di partito. E senza sapere veramente chi siamo cosa facciamo, senza sapere niente, decidere di una materia senza esserne informata, nemmeno come spettatrice.

Non fosse che per questo, questi partiti, tutti, meritano quello che stanno vivendo: la fine.



venerdì 19 aprile 2013

Il Parlamento non serve più

Ancora non si sono accorti che il Presidente della Repubblica lo stanno eleggendo i cittadini. Tra l'altro, molti sono senza lavoro e hanno tempo e modo per inseguire i propri eletti, i parlamentari ormai diventati inutili e insignificanti, nella vita reale e in quella internettica.

I parlamentari sono diventati inutili perché lo erano già prima, intendo l'insignificanza in sé dell'eletto, come è il caso di qualche assessore nostrano sceso, anzi, inciampato, per una manciata di numeri a Roma.

Ma allora, a questo punto, vista la pressione dei cittadini sui parlamentari, una pressione in diretta, come abbiamo visto ieri nel Partito Democratico la cui base elettorale si è ribellata alla scelta del candidato presidente Marini e ha costretto a virare verso un altro candidato,  è evidente che il Parlamento è un luogo che ha perso la sua funzione, il suo smalto, la sua fascinazione, oltreché, e questo da anni, la sua credibilità.

Basta ricordarsi le precedenti elezioni del Presidente della Repubblica, non ci fu questa pressione dal 'basso'.

E non è stato Grillo a operare verso la distruzione, bensì i parlamentari stessi, con le loro leggine, i sistemi elettorali, l'elezione di persone che erano tutto fuorché onorevoli, che si sono scavati la fossa.

Grillo e la furba compagnia hanno trovato già tutto fatto, quando hanno innalzato il totem della democrazia diretta in linea.

Che naturalmente è una grande balla o mistificazione, se non altro perché questa libertà 'in linea', questo movimento salvifico trasparente elettrico che tace sul mondo pieno di tralicci e cavi, finisce sempre nel momento in cui spengo o accendo l'interruttore, ricordiamocelo, o, per quanto mi riguarda, passo sotto l'alta tensione.

giovedì 18 aprile 2013

L'ennesima canzone del suicida


Mentre io mi impicco
Si vota il Presidente
Scusate tanto, ma

non me ne importa niente.

La corda al collo è più importante
non mi curo di  questa giornata
ho altro da fare, disfare la vita.

Dopo il nodo alla corda,
scusate tanto,
sistemo la sedia
finisco il pianto,

va nella tele una riunione
del Parlamento, ma
la corda al collo è più importante
dell'elezione del Presidente.
Ahi, come è tesa, e pesa
la corda, come un gigante!

Mi trovo in questo affare serio
di togliermi la vita per davvero,

Senza lavoro senza futuro,
le solite cose insomma
niente di nuovo,

 mi scorrono davanti
signori e signore
in abitino scuro,
le figurine del futuro.

E mentre va la tele
va il commento
mi libero di loro,
e sono già al buio
sono già spento.

mercoledì 17 aprile 2013

L'elezione della Gabanelli, ovvero della mitologia moderna

L'espressione delle Quirinarie indette da Grillo dà la misura della mitologia moderna, tutta 'in linea'.

In linea non soltanto perché connessa, ma perché espressione della sudditanza, della passività nei confronti dei 'megamedia'.

Quale migliore espressione del mondo istantemente informato di una giornalista? Una giornalista contro, si dirà, una giornalista che ha messo in moto inchieste, che è stata querelata, che addirittura ha fatto morire un partito, l'IdV di Antonio Di Pietro.

Ma come si fa essere contro, quando si è in RAI?

Paolo Barnard, giornalista che ha lavorato con la signora Milena Jole, potrebbe aggiungere molto a quanto scrivo.

Ma la sostanza del mio discorso è comunque un'altra, che la scelta decantata libera, libera non lo è affatto. Si votano i miti che la TV crea e propina, e si suppone che siamo liberi di scegliere, che la gente che lavora in TV sia a sua volta libera.

Invece di esserne felici, dovremmo esprimere la nostra preoccupazione per questa nuova forma di dissenso orchestrato, la nuova pericolosa mitologia.


martedì 16 aprile 2013

Baciacavallo e gli altri disastri ambientali di Prato

Ho un pessimo ricordo del depuratore di Baciacavallo, quando, alcuni anni fa tenevo un laboratorio di teatro nelle vicinanze. D'estate l'aria era più che pesante e  non si respirava. Eravamo a sud del depuratore e quindi quando l'aria veniva da nord, prendevamo tutto l'acido fetore.
Ora, secondo Longo, Presidente della società competente Gida, sarebbe tutto a posto e i cosiddetti allarmismi dei cittadini, sarebbero appunto tali. Il depuratore non ucciderebbe, non morirebbero le persone di cancro.

Il dubbio è lecito.
In questi lunghi anni dal dopoguerra a oggi chi ha comandato a Prato ha fatto tutto e soprattutto tutto disfatto in nome delle fabbriche e del lavoro e giustamente i cittadini pensano che questo impianto debba essere chiuso.

L'altro giorno passavo dal Coderino, la vecchia discarica di Iolo. Stanno realizzando la seconda bonifica, ma in realtà non sappiamo niente di quello che stanno facendo. La montagnola è inquietante, solitaria, brulla. E la falda?

E poi, alle tanto decantate Pantanelle, il depuratore del Calice sputa acque puzzolenti, tanto che nessun uccello vi si ferma a bere, nessun pesce, niente. Tutti gli alberi attorno sono morti. 

Quell'acqua va nell'Ombrone. 

Disastri ambientali mai dichiarati.

Il pedone di Ray Bradbury

Consiglio la lettura di questo breve racconto di Ray Bradbury, The Pedestrian (Il Pedone), in particolare lo consiglio agli abitanti di quelle città italiane, e sono molte e fra cui la mia, Prato, dove si muore semplicemente andando a piedi o in bici investiti da macchine, treni, eccetera.
E a tutti coloro che non hanno fatto niente per migliorare la mobilità alternativa, per incentivare un uso più civile delle automobili eccetera.

Il racconto è del 1952, e vede per protagonista un ostinato scrittore, immerso in una cupa società che ricorda da vicino il più famoso Fahrenheit 451. In questo caso ad essere presi di mira non sono i libri, ma qualcosa di ancora più semplice come appunto l'innocuo passeggiare…

Il protagonista è uno scrittore di nome Leonard Mead. Egli si ostina a passeggiare solitario per i marciapiedi della città, mentre tutto il resto della popolazione è chiuso in casa di fronte agli schermi televisivi. Una notte  di novembre, Leonard viene infine fermato ed arrestato dall’unica macchina della polizia rimasta, completamente automatizzata e dotata di intelligenza artificiale, che gli annuncia l’intenzione di portarlo al Centro Psichiatrico per la Ricerca sulle Tendenze Regressive.

Gonfienti ad usum delphini

Si avvicinano le elezioni, e i mestatori si affaccendano con i loro bei discorsetti nei 'social media'. Ritorna l'argomento Città Etrusca sul Bisenzio, anche se in tono minore rispetto al 2009. 

Ecco uno degli argomenti buoni per portare la gente dalla parte che si vuole, ecco l' 'argomento'.

Ce ne sono altri, ma questo, se ben propugnato, permette bella figura. E' come il bollino (finto), la certificazione (finta) che si sta dalla parte giusta.

E' chiaro che nemmeno quelli che verranno dopo a presiedere la direzione comunale muoveranno  foglia; avremmo bisogno come una rivoluzione, gente coraggiosa, oltreché preparata, pronta a mettersi e a mettere in discussione tutto un intreccio fra interessi economici e politici, e a scapito della propria carriera e del proprio interesse.

A Prato e quasi in nessun luogo di gente così non se ne vede all'orizzonte. E anche se ci fosse, sarebbe fatta sparire in qualche modo.
Per cui Gonfienti rimane solo un bell' argomento, utile per i dibattiti elettorali locali o a bacchettare ora l'uno ora l'altro, a seconda delle necessità.

lunedì 15 aprile 2013

Nel Grande Mercato del Mondo

Basta consumare, essere tranquillamente schiavi, e avere un conto in banca, e poi andremo bene tutti: ecco la finta tolleranza che ci aspetta nel GRande MErcato del MOndo.

Da Il Fatto quotidiano: 

Uk, nuove regole per i diritti dei lavoratori: tutelati anche vegani e druidi

Il documento arriva a pochi mesi dalla vittoria alla Corte di Strasburgo di una dipendente della British Airways, licenziata per aver indossato una croce cristiana sul luogo di lavoro. Nessuna discriminazione anche per gli ebrei che al venerdì sera preparano lo Shabbath o per gli ambientalisti che si rifiutano di prendere la macchina...



http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/15/uk-nuove-regole-per-diritti-dei-lavoratori-tutelati-anche-vegani-e-druidi/562239/#disqus_thread

Regione Toscana: soldi alla cultura? No, soldi al potere


"Piano regionale della cultura: altri 6milioni e 360mila euro di finanziamenti distribuiti dalla Giunta
FIRENZE – Attuando le linee del Piano della Cultura 2012-2015 per la parte di competenza del 2013, la Giunta regionale ha approvato stamani, su proposta dell’assessore alla cultura Cristina Scaletti, una doppia tranche di finanziamenti a favore del settore culturale toscano per complessivi 6milioni e 360mila euro.
La prima tranche di 300mila euro va a sostegno dei progetti di musica colta, jazz e di musica popolare contemporanea, finalizzati alla diffusione della cultura musicale e alla promozione della ricerca e della sperimentazione attraverso l’attivazione di un bando di evidenza pubblica per l’assegnazione delle risorse.
L’altra di 6milioni 60mila euro va a favore degli enti riconosciuti di rilevanza: la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (2milioni 950mila euro), la Fondazione Teatro Metastasio di Prato (655mila euro), la Fondazione Pontedera Teatro (1milione120mila), la Fondazione Sipario Toscana (310mila), i teatri d’innovazione riconosciuti dallo Stato (Teatro di Rifredi con 165mila, Teatro del Giglio di Lucca con 200mila euro, Teatro Goldoni di Livorno con 200mila euro, Teatro Verdi di Pisa con 200mila euro) e ultimo, ma certo non in ordine di importanza, il Festival Pucciniano con 260mila euro". (Dal sito internet della Regione Toscana).


E poi hanno anche il coraggio di licenziare - vedi Maggio Musicale - e di non far lavorare gli artisti - vedi Metastasio eccetera - se non quelli che devono lavorare!
Naturalmente hanno dato più soldi a Pontedera, perché è gestione di Sinistra doc. 
Prato, si sa, un po' meno. Almeno per il momento.

Perché questi enti non pubblicano i bilanci? Che tipo di ritorno hanno tutti questi soldi sulla cultura? Che tipo di ritorno hanno tutti questi soldi sugli artisti e sui lavoratori? 
Le scelte artistiche sono fatte quasi esclusivamente su convenienza economica, di immagine, di amicizie eccetera. Nessun vero piano culturale, tutto è dettato dall'arbitrio e dalla mafietta italiana e di partito eccetera. Gli amichetti, le amichette.
La gente che va a teatro tutto questo non lo sa, e non lo vuole sapere.

E va a teatro e vede schiappe sul palco e beve l'osanna e l'applauso finale della clac. (Che ormai c'è in moltissimi teatri paludati!).

Capre sul palco, pecore in platea.




Centri estivi teatrali


Morire a piedi, morire in bici

L'altro giorno è morto un altro pedone in via Manzoni, nei pressi di Iolo. Qualche giorno prima era morto anche un cittadino cinese, e altre morti ci sono state nel passato, allora in coincidenza della ciclabile che l'attraversava.
Conosco bene la strada. E' pericolosa non soltanto nella rotonda nei pressi del cavalcavia dell'autostrada, ma in tutta la sua lunghezza, fino alle Vanne di Iolo.

Le macchine vanno velocissime, come ormai è uso a Prato, senza un minimo di senso civico o senza seguire il codice della strada (questo sconosciuto!), e nessun tipo di passaggio esiste per i pedoni o le biciclette, se si escludono le strisce, effettivamente troppo a ridosso della curva e poco visibili.

Io non la percorro più in bici da diverso tempo. Come altre strade.

Andare in bici è diventato un rischio in questa città!

Il Comune si è preoccupato del Centro storico, tralasciando del tutto la periferia, l'ho detto tante volte, e ha inteso la sicurezza solo in un modo.

Va tutelato il cittadino dalla delinquenza, ma anche da chi usa la macchina la moto il camion come un potenziale assassino; vanno fatti percorsi pedo-ciclabili ed educare, educare al rispetto delle regole!

Questa città non le conosce e non le rispetta.

domenica 14 aprile 2013

Contro l'accorpamento dei comuni

Referendum, qual e là, pro o contro l'unificazione di certi comuni. Sono totalmente contraria. Piuttosto, per risparmiare, si potrebbe abolire le Regioni, oltreché le Province.  Le regioni rimangano solo come concetto geografico e culturale, com'era fino al 1971.
Ma unificare, che ne so, i comuni dell'Isola d'Elba, mettendo tutti sotto Portoferraio (dopo naturalmente aver tolto l'ospedale!),  significa non conoscere né amare il territorio. Oltre a fare operazione di convenienza di partito, come accade appunto all'Elba, dove il centralismo partitico regionale tende a eliminare le dissidenze, chiamiamole così tanto per sorridere, le Destre dell'Isola.

Auspicherei rimanessero, ben ripuliti e finalmente funzionanti per il cittadino, i Comuni e lo Stato. Punto.

venerdì 12 aprile 2013

Barbarie

Internet ha un merito: quello di mostrare la barbarie degli esseri umani.
Sarebbe poi da chiedersi se la mostri soltanto, oppure anche la sviluppi. Senz'altro la protegge, o l'autorizza: nel senso che le dà autorità.

giovedì 11 aprile 2013

Assicurazione auto, un lusso ormai

Non è più un mistero per nessuno, l'assicurare un automobile è diventato un lusso. Presto molti noi faranno a meno delle macchine. Giusto l'altra settimana, a Firenze, ho osservato una città senza il solito traffico di automobili e pullman di aprile. Naturalmente questo avviene senza che si faccia nulla per incentivare il muoversi alternativo. Urge non soltanto abbassare le tariffe, ma anche provvedimenti per muoversi diversamente in città, e fra città e città. Questo va chiesto ai parlamentari!
Anche su questo aspetto siamo profondamente ottusi e barbari e disonesti rispetto all'Europa, dove ci sono piste ciclabili, servizi, e le tariffe assicurative auto costano meno.
Copio e incollo un articolo su questo argomento.

Da Notizie di Prato: "Sequestrati 417 veicoli senza assicurazione nei primi tre mesi dell’anno. Milone: “La gente non ce la fa, bisogna abbassare le tariffe”

“O pagavo l’assicurazione o pagavo l’affitto della casa”. E’ questa una delle giustificazioni che a volte si sentono dare gli agenti della polizia municipale quando una persona viene scoperta a girare senza la copertura assicurativa del veicolo. E’ infatti in preoccupante aumento il numero dei veicoli circolanti senza assicurazione nella nostra città. La polizia municipale al 31 marzo 2013 ha già sequestrato 417 veicoli, mentre nello stesso periodo del 2012 erano stati 278. Se il trend si manterrà costante a fine 2013 saranno circa 2000 i veicoli sequestrati per mancanza d’assicurazione. “E’ assurdo che Prato sia la città dopo Napoli nella quale si paga l’assicurazione auto più alta – ha detto Milone – per questo sottoporrò un documento ai parlamentari pratesi per porre all’attenzione del Governo la questione affinchè vengano abbassate le tariffe assicurative, perché in un momento di crisi come questo la gente non ce la fa a sostenere questi prezzi”. Le auto sequestrate appartengono sia ad italiani che a stranieri. Nel 2012 su 1294 auto sequestrate, solo il 30% è stato riscattato dai proprietari. “Se si abbassano le tariffe forse anche chi ora circola senza assicurazione la farà, per evitare multa e sequestro dell’auto – ha chiosato Milone”. Il fenomeno della mancata copertura assicurativa si affianca a quello della guida senza patente, che ha comportato 54 sequestri di veicoli nel primo trimestre dell’anno, gran parte dei quali condotti da stranieri. Nei primi tre mesi la polizia municipale ha sequestrao 114 ditte (erano 77 nello stesso periodo del 2012), incassando dalle sanzioni e dal dissequestro dei macchinari oltre 160mila euro. “Spero di poter destinare parte di questi soldi al sociale – ha aggiunto MIlone – Di questo passo a fine anno il Comune incasserà da questa voce più di 600mila euro.
Marco Manzo

L'ultima baggianata: per fare opposizione bisogna essere eletti

Avevo deciso di non intervenire sulla questione tutta locale fra il democratico Carlesi e il movimentista 5 Stelle gruppo 134 di Prato Barosco, ma dato che Il Tirreno mette un mio intervento, ironico peraltro, sulla vicenda, voglio dire.
Dunque tutto è partito da una intervista di quel giornale a Barosco, dove oltre a esplicitare le sue posizioni in merito a certi soliti temi, aggiungeva di vedere di buon occhio una donna come sindaco alle prossime elezioni amministrative.
E' stato facile per me fare ironia sulla vicenda.
La dichiarazione di Barosco non suona sincera, perché il prossimo candidato sindaco del Movimento  vuol essere lui, Barosco: se questo non si verificherà,  sarà per qualche valido motivo che non si può prevedere, ed è legato anche dal mistero del presente inesistente governo.
Ma l'aspetto più ridicolo e contraddittorio è che, accusato da Carlesi di non fare opposizione vera, Barosco risponda che per farla bisogna essere eletti.

Prima del 2009 noi, nelle nostre battaglie di Gonfienti, sui rifiuti eccetera, ci ritrovavamo spesso con il gruppo dei 5 Stelle a fare opposizione insieme contro la giunta di Centro Sinistra. Eccome!

Poi non s'è più visto nessuno. Anzi, ci siamo ritrovati soli. E' stato chiaro come certi gruppi e comitati sono stati usati solo per strumentalizzazione elettorale. A riprova ne è il fatto che la cosiddetta Partecipazione è stata fatta morire dopo essere stata inglobata nelle istituzioni.

Di questo strumento democratico dei 'comitati', ormai distrutti o ridotti a poca cosa o comunque sostenuti, quei pochi rimasti, solo in vista del consenso, su questa 'distruzione' non è stata profferita parola!

A parte la questione di Baciacavallo, che il gruppo 134 fatto come propria e nessun altro sembra autorizzato a occuparsene, non abbiamo visto nessun tipo di opposizione.
Ma è davvero opposizione vera? L'intervista di martedì su Il Tirreno non è poi affatto una intervista contro Cenni, la critica di Barosco è -se riportata correttamente - molto attenuata, basta leggerla con attenzione.
E poi, un po' di cronologia: la questione del depuratore di Baciacavallo è stata enfatizzata solo adesso, dopo le ultime elezioni, quando era certo che l'elezione a parlamentare per Barosco era sfumata. 
Insomma, l'opposizione, se così si vuol chiamare ma non lo è,  sembra farsi ora per opportuno calcolo politico, dato che è risaputa la simpatia di Cenni per il gruppo 123, ampiamente ricambiata anche con presenze concrete di 'endorsment' in consiglio comunale.

E' poi sorprendente e sospetto il fatto che Grillo non faccia chiarezza sull'esistenza dei due gruppi grillini di Prato, che sono in totale opposizione fra loro.

A mio avviso giustamente, il gruppo Movimento 5 Stelle 2 accusa il 134 di essere stato partigiano di Cenni, e non solo in coincidenza delle elezioni, ma anche dopo,  il che è in aperto contrasto con l'etica grillina.


Da Il Tirreno di oggi
Lo schiaffo M5S al presidente Carlesi
PRATO Il titolo è tutto un programma: “Da democrat a nullocrat” . E’ la risposta del Movimento 5 Stelle di Prato alla presa di posizione del presidente del gruppo Pd in consiglio. Massimo Carlesi, che - intervenendo su Baciacavallo, aeroporto, stadio - ha dato l’altolà a Fausto Barosco, leader M5S. La polemica tra Pd e M5S partita dall’intervista del Tirreno al leader 5 Stelle monta ancora. Se Carlesi ha prima risposto per le rime a Barosco ora è M5S Prato che attacca il presidente del gruppo Pd in consiglio. «M5s e Barosco in questi quattro anni non ha potuto fare opposizione - scrivono - semplicemente perché non rappresentata in consiglio comunale. Per fare opposizione bisogna essere eletti, ci stupisce ( ma anche no ) che Massimo Carlesi non sappia che certe battaglie il M5S le ha sempre combattute». E ancora: «In questi quattro anni il M5S ( e Barosco) ha fatto invece un sacco di proposizione, non accontentandosi di dire no, ma offrendo delle alternative. Lo ha fatto gratuitamente, senza tv e giornali al seguito, con i limiti di chi fa politica attiva senza un becco di un quattrino». Affermazioni che hanno creato un dibattito anche sul sito del Tirreno. Lanfranco Nosi, vicino al mondo dell’ambientalismo, è intervenuto sul sito sostenendo che « alcuni del gruppo facente capo a Barosco andavano in consiglio comunale a sostenere Cenni. Giusto per dire che tipo di "opposizione" avrebbero fatto». La regista Maila Ermini ironizza: «Una donna come sindaco? C'era nel 2009 (era lei ndr) ma non l'hanno votata». E per l’ex presidente della Provincia Massimo Logli «giocare allo sfascio sta diventando pericoloso per tutti e soprattutto per i più deboli».

mercoledì 10 aprile 2013

I massoni e i 5 Stelle

Circolano vari articoli su questo argomento, ma l'argomento più evidente è l'appoggio di certi massoni ai vari rappresentanti del Movimento 5 Stelle.

https://www.facebook.com/notes/gianna-bianca/il-movimento-5-stelle-è-un-partito-fondato-dai-massoni-casaleggio/134645686663675

Il teatro deve dire la verità, ma al Met si dice qualche bugia

Il direttore artistico del Metastasio, in una intervista al giornale Il Tirreno, dichiara che il teatro deve dire la verità.
La verità però non è quella che dice lui, che magari può riguardare il senso di uno spettacolo. Verità che non incide sul reale problematico. O comunque la sua verità è solo parziale.
Parla di aver coinvolto gli artisti di Prato, ma mi risulta siano sempre gli stessi, e ancora  gli stessi, fin dai tempi di altri direttori artistici.

Nessuno della triade che domina il Met è venuto a vedere il nostro Cafiero Lucchesi, e io invano sto chiedendo a Cecchi e a Luconi di poterlo rappresentare a livello cittadino.
Luconi mi ha incontrato, ma poi non si sa...

Parole, parole, parole, come nella canzone cantata di Mina.

La gente deve sapere come stanno le cose, ad alcuni artisti la strada è sbarrata; cambiano le persone, i direttori, eccetera, ma in fondo non cambia niente. Ci troviamo insomma come quando era direttore Tiezzi, per citare l'ultimo, ma anche tutti gli altri, non si confrontano con i professionisti seri del territorio, non li vogliono se non gli torna conto. E la distanza fra loro e il territorio e gli artisti è sempre più grande, e ci sentiamo usurpati dei nostri diritti, che un manipolo di persone, in forza di pochi voti o di discutibili nomine, ci sottrae ogni giorno. Con i nostri soldi.

martedì 9 aprile 2013

Manifestare contro la povertà, ovvero dar l'idea di resuscitare i morti

E' del tutto inutile, oltre che di cattivo gusto (non si può nemmeno pensare sia una forma moderna di 'auto sacramental'), manifestare contro la povertà come farà il PD il prossimo sabato 13 aprile. Cosa vuol dire, cosa risolve, manifestare contro la povertà? Nulla.

Esattamente come non serve a nulla esaltarla, la povertà, come fa Papa Francesco. Serve a lui.
Operazioni di marketing, di consenso.

E poi cosa faranno, cosa diranno dai palchi? Udremo varianti alla retorica sul lavoro?

Ecco, invito a disertare questo genere di manifestazioni.

Piuttosto si dovrebbe manifestare contro di loro, questi lunghi anni di partitodittatura ci hanno depredato e umiliato, hanno tolto possibilità, ricchezza, creatività, fermento politico e sociale, sclerotizzando la  società, immobilizzandola con  ruffiani e galoppini e replicanti,  tenuta protetta e per proteggersi.

Anni lunghissimi, tutta la nostra storia nazionale è  stata schiacciata dal pachiderma partito e la fine del Fascismo non ha posto fine alla nostra agonia. C'eravamo illusi, dopo la Guerra, ma il pachiderma non è mai morto. Noi sì.

Perché è chiaro, non c'è dubbio: siamo ormai morti e loro organizzano finte manifestazioni buoniste per dar l'idea che vogliono resuscitarci, quando, appunto, c'hanno ammazzato.

Scandalo Ingroia: e tutti gli altri?

Molti politici si dichiarano scandalizzati dal fatto che Ingroia sia stato sistemato dal governatore Crocetta come presidente della riscossione tributi in Sicilia.  Viene proprio da ridere.
Vogliamo dire quanti sono stati sistemati dai partiti, per esempio, nelle varie Regioni?
Prendiamo la Toscana, dove vivo.

Negli uffici ci sono fior fior di persone messe dai partiti; e a capo degli enti? Si diventa presidente di qualcosa solo per grazia di partito o affiliazione.
C'è qualcuno capace di smentirmi?
Per favore, smettetela, politici scandalizzati, ho pronta una lista per smascherare la vostra ipocrisia, il malaffare di anni e anni, la lottizzazione del mondo, l'ingiustizie (vedi le capre serve messe a controllare e dilapidare i teatri!) e il guasto all'economia che avete contribuito a creare!

lunedì 8 aprile 2013

Una donna al Quirinale

Travaglio parla abbastanza male della Bonino in un articolo di ieri dal titolo "Si fa presto a dire Bonino" e scrive che bisogna ricordarne il passato politico, in sostanza la accusa di aver avuto frequentazione con Berlusconi, del suo programma.

E' vero.

Ma intanto è vero anche che nessuno, nessuno arriva ad assumere una carica, una qualsiasi, se non è implicato nel potere, appoggiato, sostenuto eccetera, e dunque sarà vero anche per la Bonino. Che comunque le sue battaglie le ha fatte.

Lo stesso vale anche per i giornalisti, e dunque bisognerebbe descrivere anche i 'passaggi giornalistici' di Marco Travaglio. In sostanza sapere chi lo ha sostenuto, aiutato, eccetera.

Infine, bisognerebbe che smettesse di censurare, il suo Fatto Quotidiano, i commenti, cosa che fa senza porsi tanti problemi.

Infine dell'infine: la questione femminile, in Italia, che esiste anche se nessuno ne parla, non si pone correttamente certo con l'elezione di una donna. Tuttavia...

La questione femminile è quella di cui Travaglio non conosce bene l'esistenza, perché a casa ha una donna e perché forse questa donna si fa aiutare nel menage quotidiano.

venerdì 5 aprile 2013

Povero cane, povero gatto

I cassonetti sono sempre più vuoti.
Sempre meno oggetti
dentro e fuori
lasciati.

Come faranno i cani
i gatti randagi

ora che gli uomini
fanno concorrenza

e sottraggono tutto
senza decenza?

Povero cane
povero gatto

l'uomo ti ruba
nel sacco.

Non si fa a tempo
lasci vecchi comò

giri appena l'angolo
e non li trovi
più.

Povero cane
povero gatto

l'uomo è diventato
un ratto

e fruga nello scarto
nel rimasto

e s'azzuffa
e s'accapiglia

per un cuscino
un passeggino
rotto sfondato

tutto può andar bene
e anche il panettone
scaduto
è già mangiato.

Povero cane
povero gatto

c'è solo differenza
un po'
ultima Thule
ultima decenza

che tu frughi
incurante,
l'uomo
soppiatto.


giovedì 4 aprile 2013

Vivere di cultura non si può

C'è anche un sito internet con questo titolo, risale al 2011 il convegno che l'ha fatto nascere.

Naturalmente si tratta di un inganno, un grosso inganno. In questo paese, ma forse in tutto il mondo, vivere di cultura non si può.

I motivi sono tanti, e non ne esporrò che alcuni.
Voglio solo dire che è una presa per i fondelli, quando ve lo dicono. Non ci credete, mai.

Tutta la mia vita è stato questo, lottare per vivere di cultura.
Ho tre lauree, sto ancora studiando, e forse ne prenderò una quarta. Ho costruito un teatro con l'aiuto di mio padre e di mia madre. L'ho proprio fatto con le mie mani; mio padre mi ha insegnato a fare il muratore, povero babbo era disperato, non capiva cosa volessi dalla vita...Tutti i soldi che avevo, li ho messi lì.
Ero insegnante, ho lasciato; ero traduttore-interprete al Ministero dell'Interno, avevo un bello stipendio, avrei avuto la pensione che non avrò, ho tradotto per il grande giudice Garzon, per Falcone, ho lasciato per vivere di cultura.
Ho conosciuto figure importanti del teatro, avrei potuto salire in alto nel pollaio teatral-culturale pieno di cacca; non l'ho fatto.
Mi sono trovata a combattere, e per sopravvivere alla sopraffazione e all'inganno, alla strumentalizzazione,  ho messo un bazooka nel cortile (come dice De André). Sparo ogni giorno e non carico a salve.
Sono povera, lavoro e studio e basta. Ho incontrato Gianfelice che condivide la mia follia.
In questi giorni ho iniziato una nuova opera. Un'opera importante. In viaggio l'ho prima scritta tutta. Io scrivo tutto prima nella testa, perché così sono sicura che se anche perdo il testo scritto a mano, se anche perdo il computer, posso riscriverla in qualsiasi momento.

Ma vivere di cultura, scordatevelo.
Non si può. Ve la fanno pagare. Vi fanno morire di fame. Vi portano in alto, e poi vi lasciano cadere se non servite più. Se non sono ancora morta è perché c'è qualche fata dei boschi lontani che mi protegge.

Bisogna essere compromessi, appartenere a qualcosa o a qualcuno, stare in un 'ente' finanziato protetto sedotto aggiustato, altrimenti non si 'vive' di cultura. Si può essere addetto stampa, guida, maschera, consigliere o che ne so, ma non artista, artista dell'ente non si può, si diventa prima o poi caricatura.

Vivere liberi di cultura non si può; al massimo si può sognare di sopravvivere, sperando di non aver sbagliato tutto.

Che triste, i commercianti-attori!

Se questo è un modo per uscire dalla crisi ed entrare nel circuito turistico, per la città di Prato! Incommentabile.

"Commercianti-attori per promuovere centro e negozi.

Un patto siglato nell’incontro tra i soci di Pagine Video, società di Milano di Emanuela Caracci e Gabriele Cucolo, entrambi giornalisti, Cucolo anche regista, ex responsabile delle pagine web del Tg5 e il sindaco Roberto Cenni. Con loro il presidente del Consorzio Centro Storico Luciano Gori che rappresenta una sessantina di attività. «Un’iniziativa - dice Gori - sulla quale rifletteremo».
Si tratta di un progetto ibrido a cavallo tra la promozione pubblicitaria e i contenuti culturali «che offre ai commercianti - spiega Cucolo - un pacchetto di opportunità: dai filmati in full hd solo con immagini sull’attività del negozio a forme di partecipazione più articolata inserite in mini documentari che però hanno l’obiettivo di far conoscere angoli belli ma poco frequentati del centro storico».
Da saldo - dicono - il costo della promozione: da 79 a 99 euro mensili . Nel pacchetto anche la web-fiction per la quale le riprese cominceranno il 15 maggio. «Si tratta di una miniserie con puntate di 7-8 minuti girate a Prato e altri luoghi della Toscana con attori professionisti del calibro di Gerri Potenza, Pino Torcasio e Antonio Porzio e con la partecipazione di attori dilettanti». I negozianti, appunto, se lo vorranno.
Il sito del Comune ospiterà un link al sito Pagine Video ma i contenuti saranno diffusi, grazie alla convenzione firmata con Aeroporti di Pisa, anche sui maxischermi dell’aerostazione oltre alle pagine Facebook di Pagine Video e del Comune. «In questo modo - è il giudizio di Cenni - cercheremo di superare l’indecorosa situazione di passività nella quale Prato si trova per tentare di diventare parte attiva del circuito turistico». "(Il Tirreno di oggi)


L'Olanda e la pedofilia tollerata

Un tribunale di Arnhem ha dichiarato che l'Associazione Martijn, che promuove la pedofilia, è contraria all'ordine pubblico, "ma non destabilizza la società": in queste parole si trova  il  senso della tolleranza olandese, per cui è lecito tutto, finché non si mette in discussione il sistema politico-bancario dello Stato. Si tratta dunque di una finta tolleranza quella per cui sesso e droga, sfruttati economicamente, sono utilizzati per impedire i veri movimenti sociali,  mostrando al contempo la faccia ingannevole  della società libera e felice.

http://www.corriere.it/esteri/13_aprile_03/olanda-associazione-martijn-pedofilia-corte-appello-non-va-vietata_5254b122-9c69-11e2-aac9-bc82fb60f3c7.shtml

mercoledì 3 aprile 2013

Teatro Metastasio: inviti anziché risposte concrete

Ricevo un invito alla prima dello spettacolo Hotel Belvedere di Odon Von Horvath per la regia di Magelli, con gli stessi attori che hanno recitato nello spettacolo Isola. Si spera, credo, oltre che di risparmiare dato che questo spettacolo è una sostituzione, di fare dimenticare le cattive recensioni dell'ultimo spettacolo diretto dal direttore artistico.

Come mi è stato fatto notare, l'invito contiene anche un invito al dopo spettacolo.
Ringrazio; è gentile.

Tuttavia, dopo vent'anni di assenze e di vari altri inviti, dico VENT'ANNI in cui con tutte le mie le nostre opere, il mio il nostro lavoro teatrale, le attività, non sono, non siamo esistiti, non è di inviti del genere di cui ho-abbiamo bisogno, dove siamo collocati a corollario o cornice, ma di risposte concrete, che non ci sono: ho scritto una lettera a mano e mail per rappresentare Cafiero Lucchesi al Fabbricone, ma attendo ancora risposta.

Il Movimento, questo terrorista

Il Movimento 5 Stelle dà molta importanza ai programmi, e non ai 'nomi'.
Va bene.
Tutti i partiti andrebbero dietro alle poltrone, il  Movimento no; loro pensano ai programmi.

Tutto questo mi ricorda la mia esperienza passata nella Lista Per il Bene Comune, con la quale sono stata candidata sindaco alle elezioni del 2009.
Il programma era molto bello, e mi aveva convinto. 
In quel movimento, molto vicino a quello di Grillo, era vietato il personalismo, così era definito pensare con la propria testa, oppure dare valore a chi ne avesse, attribuire merito a qualcuno eccetera. Esisteva il livellamento.
Tutti dovevano essere dipendenti, diciamo così, dell'emanazione-testa del movimento e guai ad agire con la propria. Ogni comunicato passava il rigoroso vaglio del gruppo , affannosamente, senza sosta.
Tutto terroristicamente chiaro, limpido trasparente democratico.

L'atteggiamento dei 'capi' non era altrettanto, per la verità.
Loro dicevano che non esisteva un capo, ma i capi erano proprio loro e guai a metterli in discussione.

Quando questi capi-non-capi vennero a Prato, offersi un piccolo rinfresco, e fui aspramente rimproverata: perché buttare via questi soldi?
Al momento del ballottaggio fra i due candidati, io dopo aver discusso con gli altri della mia lista, detti l'indicazione della piena libertà di scelta dell'elettore e per questo fui 'sconfessata' dai capi. Avrei, secondo loro, o avremmo dovuto, indicare che non avremmo appoggiato nessuno dei due.
Un dettaglio di non poco conto: perché dovevo affermare che eravamo puliti, dovevo dare il patentino di lucidità al Movimento che rappresentavo. Non si poteva dichiarare che l'elettore era libero nella sua coscienza e pensiero, perché in quel Movimento non si era.
Questo triste episodio fu sufficiente a farmi capire che aria tirava dove io pensavo ci fosse libertà.
Poi è stato chiaro anche chi ha appoggiato chi.



Finita l'era dei sindaci

C'è stato un tempo in cui l'opinione pubblica riponeva grandi speranze nei sindaci.
Chi non ricorda la primavera palermitana con Leoluca Orlando, il sindaco contro la mafia, ormai tanti anni fa...
E poi, e sono stati gli ultimi, hanno fatto sognare altri, come Pisapia l'arancione di Milano, De Magistris a Napoli, Renzi a Firenze...

Ora non è più quel tempo. Ora i sindaci non costituiscono più un 'partito', bensì una grande delusione per tutti i cittadini.

Forse li abbiamo investiti di così tante speranze, che siamo rimasti stupiti quando li abbiamo scoperti non sormontati da aureole, bensì con ombre sul loro passato-presente, con le aziende piene di debiti come il nostro Cenni, subissati dagli scandali appaltatori come Emiliano sindaco di Bari, circondati dalle parentopoli come il sindaco di Torino Fassino, ma anche sembra riceventi finanziamenti poco chiari, come i famosi  70 mila euro di Lusi a Renzi, e, proprio recentemente,  il Filippeschi pisano beccato e multato con l'auto blu del Comune per eccesso di velocità...

In questi anni i sindaci hanno fatto del loro meglio per disilluderci.




martedì 2 aprile 2013

Il nesso consonantico 'gl'

In viaggio ascolto la radio.
Anche gli speaker delle varie emittenti nazionali riproducono l'obbrobrio che sento nei giovani a cui faccio lezione: la 'gl' non pronunciata comune una laterale palatale, ma come una semiconsonante, alla romana, per intenderci: non 'aglio' ma 'ajo' , oppure come occlusiva velare sonora, 'agghio' o qualcosa di simile.
Questo virus di mal costume linguistico probabilmente è un vizio dettato dall'ignoranza e dalla pigrizia nella pronuncia.


lunedì 1 aprile 2013

Lavoro: dove non si muore solo di ILVA

Nel mio viaggio per l'Italia di questi giorni, qualche giorno fa ho conosciuto una guida delle Grotte di Castellana, in provincia di Bari.

Le grotte sono belle, ancorché rovinate dai turisti vandali del passato (ora i controlli sono più accurati), ma non mi hanno colpito particolarmente, anche perché, se i turisti di oggi non possono più spezzare stalattiti e stalagmiti, dimostrano la loro inciviltà parlando nel cuore della terra come in piazza.

Piuttosto interessante invece il colloquio con una guida, a cui ho chiesto quali conseguenze per la salute avesse lavorare in quell'ambiente umido.

La guida non aspettava altro che questa domanda. Tutti loro soffrono di reumatismi e di malattie cardiovascolari, ma non c'è possibile 'causa di servizio'; il lavoro è precario, ossia, lavorano per lunghi periodi che vengono rinnovati di volta in volta, senza avere le garanzie del lavoro sicuro.

Tuttavia, nonostante le pessime condizioni - ogni mattina le guide si alzano, se va bene, con grande difficoltà dal letto, non si muovono che lentamente, insomma le ossa sono a pezzi, e il cuore, a quella profondità nel sottoscuolo, pompa male, tanto che qualche guida scende con la pasticca-salvavita e conduce i turisti nel giro corto delle grotte, invece che in quello lungo, che prevede due ore di camminata -; nonostante questo, la gente del posto fa a gara per entrare là dentro  lavorare e a ogni elezione si rinnovano le promesse per le assunzioni.


Il Governissimo di Babbo Napolitano

Bersani, incaricato di formare un governo, non poteva certo allearsi con il PdL senza perdere tutto; e allora in aiuto va Babbo Napolitano e lo organizza lui, alla maniera olandese in modo che i mercati siano rassicurati, il governissimo del 'saggi', tutti emanazioni partitico-economiche.

Naturalmente nessuna 'saggia'. Le donne sono ancora e soltanto buone per qualche melo' in Camera.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.