Qualche giorno fa ho ricevuto questa lettera. Dato che anche altri mi hanno espresso le medesime posizioni, credo opportuno pubblicare la parte che qui interessa. Su espressa volontà di chi scrive, non ne pubblico il nome.
"Cara Maila,
ho tardato qualche giorno a scrivere. Diciamo che questa lettera è tardiva, ma è uguale. Volevo dirti due cose in merito all'assemblea sulla cultura (n.d.r: del 7 novembre scorso, vedi questo blog, con l'assessore alla cultura e il presidente della commissione cultura del Comune di Prato).
La prima, che ti ho detto anche a voce, che secondo me l'assessore non rispondeva alle domande veramente. Le scansava. Ma forse questa è solo una mia impressione.
Invece la seconda è dovuta a un fatto concreto: sono rimasta colpita dall'assenza di opposizione istituzionale, non c'era nessun consigliere comunale dell'opposizione.
A pensarci bene, è incredibile, perché, in quella sede, avrebbe potuto dire chiaramente una posizione diversa. Avevano quella opportunità di farlo, e in un posto che non era certamente ostile!
Invece no!
So che chi la organizzava ha avuto problemi di comunicazione, ma so anche che tu avevi telefonato eccetera, chiedendo di essere presenti.
Ora dice che a pensar male si fa peccato, però io penso male. Penso che una posizione diversa non c'è, o che questa opposizione non la esprime, perché non la vuole esprimere, e mi dispiace per te, per il tuo teatro che fa tante belle cose e che è tenuto come soffocato, ma anche per noi giovani che purtroppo non abbiamo futuro in questo settore. Perché tutto è gestito dall'alto, dalla politica o dai pochi che via via ci sono, come in una turnazione del potere.
Hai tutta la mia solidarietà e la mia stima..."
2 commenti:
Cara Giovane, io a differenza di te, non mi stupisco per niente dell’assenza in quella serata dell’opposizione istituzionale come la definisci e ti dirò di più, non mi stupisco neanche dell’assenza della “maggioranza istituzionale” a quell’incontro. Perché vedi, per fare opposizione o per difendere l’operato di qualcuno (maggioranza) bisogna sapere di cosa si sta parlando, avere una conoscenza in materia, essere informati in quello che andiamo ad ascoltare e/o dibattere e credimi cara giovane, di persone “istituzionali” che potevano portare un contributo a quella serata non ce ne sono molte. Ma questo purtroppo vale in tutti campi, dal sociale all’urbanistica, dall’ambiente allo sport, immaginati poi nel campo “minato” della cultura, dove si poteva spaziare in largo e lungo con il rischio di trovarsi in enorme difficoltà. Lo stesso organizzatore della serata ha candidamente ammesso di saperne ben poco di teatro, quindi…perché stupirsi? Il fatto, cara giovane, è che questa nostra classe dirigente, i politici rampanti di oggi, i nostri amministratori che hanno in mano le sorti della terza città dell’Italia centrale, hanno poca preparazione, molti sono lì seduti sui banchi del consiglio comunale senza ben sapere perché son lì e l’importanza di essere in quel luogo. Ma quella serata era “ricca” di cultura, era “ricca” d preparazione, era “ricca” di interesse e questo grazie agli interventi delle persone che erano presenti e che hanno fatto si che il tutto andasse per il meglio. Tralascio i commenti sull’assessore…. meglio evitare.
Moreno
Grazie, Moreno.
Il tuo intervento mi sprona a scrivere il mio.
Voglio anche sottolineare l'assenza della stampa in quella occasione, incluso quella di critica culturale 'giovanile' (non più tanto, ma ormai siamo giovani fino a sessant'anni!), quella che si mostra via 'web', che non è stata presente né, non potendo esserlo, ha chiesto o si è informata di cosa si fosse trattato. Perché è chiaro che alla Baracca non si mangia né ci si lustra, anzi, tutto il contrario, e quindi bisogna starne lontani come dall'ebola.
Però io personalmente sono stata in contatto anche con l'opposizione, ho parlato e illustrato il problema della gestione culturale monopolizzata di tutta la Regione, non solo di Prato, ho spiegato mille volte che è così strutturata perché la cultura ormai è propaganda, e questa deve essere controllata e foraggiata in certo modo perché dia i suoi frutti. Duro da accettare ma vero: la cultura è vissuta ormai totalmente come ce la mostrò il Ventennio, come propaganda appunto, tant'è che gli assessori alla cultura sono spesso giornalisti e avvocati, quando non direttamente della cultura non se ne occupa il Sindaco, a dimostrazione che non è più vissuta come 'elevazione del cittadino' o miglioramento della 'qualità della vita', quanto piuttosto della sua importanza persuasiva.
Non mettere in discussione la struttura degli apparati culturali significa NON fare opposizione vera.
Se uno è ignorante e continua a esserlo è immorale che stia nelle commissioni cultura; insomma, se uno non vive la vita culturale, come può essere presidente della commissione cultura? Il signor Alberti non è informato sulle attività, non dico culturali della città, ma nemmeno del teatro La Baracca che si trova a 30 metri da casa sua. Ancora non ho capito il senso dell'assemblea che ha organizzato al teatro, dato che poi la gente che era presente l'ho chiamata io!
Infine, non serve a niente definirsi diversi, 'puliti' o con altri slogan infantili da fazioni varie, se non si alza il masso e non si vede quanti bachi son nascosti sotto; in sostanza se non ci si chiede da quale e quanto fondo viene il biglietto che ci hanno regalato per la prima del MET.
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