I teatri sono profondamente in crisi, quasi tutti in Italia, parlo dei teatri grandi, quelli finanziati, quelli come il Metastasio o La Pergola. Gli altri, indipendenti e non finanziati, praticamente non esistono più.
I grandi teatri non sanno come fare a riempire la platea, le gallerie.
E non si tratta di troppa offerta e basta (ci sarebbe troppo di tutto, insomma), o non solo questo, ma io credo piuttosto di cattiva offerta. Le programmazioni sono generalmente noiose, costruite con spettacoli brutti, e per agitare le acque sono costretti (e poi neanche costretti, lo fanno volentieri) a chiamare personaggi televisivi, famosi, di richiamo.
E allora si vedono anche sulla scena, e fanno un po' pena, vecchissimi attori che sono stati ingaggiati in qualche dramma, in qualche commedia, proprio per commuovere lo stanco e annoiato spettatore. Che, nonostante applaude, non ama spesso affatto ciò che applaude! Davvero.
I teatri sono diventati quindi luoghi che si muovono nella logica dei supermercati, con prezzi scontati, con offerte di tutti i tipi: si legga, per esempio, una allettante scritta sul sito internet del Teatro Manzoni di Pistoia (teatro privato e pubblico allo stesso tempo, non si è mai capito come è sistemato, per la verità): "pistoiesi ultrasessantacinquenni potranno beneficiare di cinquanta biglietti omaggio..."; oppure l'idea del corso per 'un pubblico attento' del Metastasio, che è solo un modo per ricevere finanziamenti e per far venir gente...
Fra tutti i teatri è proprio il Metastasio che pratica una politica fra le più sfacciatamente scontate, con biglietti allettanti, con 'porta un amico', offerta 'last minute', eccetera. Ma anche la FTS, l'ente monopolizzante teatrale toscano, che non fa che spacciare gli stessi spettacoli con i nomi dei comici graditi in tutti i teatri della sua rete, e invoglia con l'offerta strizzando l'occhio! Insomma, sono alla frutta, non sanno più cosa inventarsi.
Invece sarebbe così semplice cambiare un po' le cose. Offrire spettacoli degni di questo nome. Spettacoli che la gente non può non andare a vedere. Andare in giro e scegliere davvero spettacoli e compagnie, non fare le programmazioni a tavolino o sulla base della convenienza e dello scambio!
Di colpo sarebbero spazzati via la gran parte dei commedianti, insulsi e incapaci, quelli che sono venuti alla ribalta dopo uno spettacolino di successo senza la sufficiente preparazione, i drammaturghi di partito, retorici e guasti, e tutto il seguito. Incluso i critici al soldo.
Di quest'ultimi Schnitzler scriveva: "Un critico di professione è una costruzione assurda. Persone del genere non possono mai farsi un nome con l'obbiettività, ma solo con l'arguzia e il temperamento. Sono dei chiacchieroni, buffoni, arrivisti". Interessante, no?
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