Sono senza parole. Copio e incollo un articolo di Stefania Elena Carnemolla dal titolo: La cooperativa di Buzzi sponsor dello spettacolo di Serena Dandini sul femminicidio, dove si rilevano i collegamenti fra il mondo dello spettacolo e le cooperative. In questo caso quella implicata nello scandalo romano di questi giorni, "La cooperativa 29 giugno".
Ogni commento è superfluo. Questo articolo è stato ripreso da "Libero", e la Dandini ha dato una risposta, che si può trovare con una facile ricerca.
A parte il caso della Dandini, su cui appunto non voglio commentare, è indubbio che il mondo dello spettacolo sia profondamente inquinato da questa 'mafia', che impedisce il lavoro e il merito.
Personalmente attendo il giorno in cui gente onesta e credo competente come me vedrà un po' di giustizia. Sto lavorando per questo.
(Non lascerò passare così leggermente l'ennesimo sopruso, questa volta 'regalato' dal TAR sulle residenze teatrali, cari signori e signore dell'ufficio e della commissione cultura eccetera della Regione Toscana. Non perché ormai voglia i tanti soldi che avete elargito ad altri, ma solo giustizia appunto, e per combattere contro lo 'sterminio' culturale che state perpetrando).
(Non lascerò passare così leggermente l'ennesimo sopruso, questa volta 'regalato' dal TAR sulle residenze teatrali, cari signori e signore dell'ufficio e della commissione cultura eccetera della Regione Toscana. Non perché ormai voglia i tanti soldi che avete elargito ad altri, ma solo giustizia appunto, e per combattere contro lo 'sterminio' culturale che state perpetrando).
"Donne che amano palcoscenici in penombra per dire che no, la violenza alle donne non è una cosa bella. La spettacolarizzazione della denuncia della violenza contro le donne è ormai un genere che “tira”, quando nella dignità del silenzio donne aiutano altre donne senza desiderare la luce dei riflettori. Ferite a morte è un progetto teatrale sul femminicidio, come si usa dire nell’ambiente, scritto e diretto da Serena Dandini, già volto di Rai 3, e concepito sotto forma di monologhi.
Spettacoli in Italia e all’estero, con “numerose donne illustri”, pronte a salire su un palco per dare “voce a un immaginario racconto postumo delle vittime”, nonché per poter offrire “occasione di riflessione” e un “tentativo di coinvolgere l’opinione pubblica, i media e le istituzioni”. Spettacoli e altre iniziative. Una cosa così doveva pur avere bisogno di sponsor. Fra gli sponsor del progetto la Cooperativa 29 Giugno di Salvatore Buzzi, il re della cooperazione capitolina accusato di essere una figura chiave dell’organizzazione criminale capeggiata da Massimo Carminati.
L’8 aprile 2013 la cooperativa fu ad esempio al fianco dello spettacolo andato in scena all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La notizia fu riportata nel numero del 17 maggio del magazine sociale. “La Cooperativa 29 Giugno in prima fila per un’importante iniziativa sul femminicidio” così l’articolo di Livio Splendiani. Chi c’era quella sera all’Auditorium? Fra il pubblico una “applauditissima neopresidente della camera (sic) Laura Boldrini”, giunta al Parco della Musica per assistere dopo Palermo, Bologna, Milano, Genova e Firenze allo “spettacolo scritto e diretto da Serena Dandini, Donne Ferite A Morte” ora “all’Auditorium di Roma” grazie a “sponsor” come la “Cooperativa 29 giugno e la Legacooplazio”.
“Uno spettacolo teatrale” continua l’articolo “con la partecipazione di un cast eccezionale: Sonia Bergamasco, Emma Bonino, Margherita Buy, Susanna Camusso, Federica Cifola, Lella Costa, Concita De Gregorio, Orsetta De Rossi, Piera Degli Esposti, Donatella Finocchiaro, Iaia Forte, Sabrina Impacciatore, Paola Minacciona, Maura Misiti, Carlotta Natoli, Isabella Ragonese, Fiorenza Sarzanini”.
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