lunedì 16 febbraio 2015

Lettera aperta all'assessore alla cultura di Prato, Simone Mangani

Assessore Mangani, 
visto che non rispondi alle mie e-mail, ti scrivo qui.

Mi permetto il 'tu', e non certo per mancanza di rispetto, ma perché ci conosciamo, anche senza frequentarci, da diversi anni.

Non so perché non rispondi, credo di averti deluso. Il sentimento però è reciproco.
Pensavo che, in virtù di una tua passata frequentazione nell'arte, fossi più capace di intrattenere rapporti con gli artisti che, come sai, sono pieni di difetti. In effetti, deludenti. E con richieste troppo spesso astruse.

Ma tu ti dimostri scontroso, di tratto difficile. Quasi superbo. Utilizzi, permettimi, la 'tecnica di partito', che io conosco bene: il silenzio, che si traduce in sprezzo collettivo. (E grazie questo, anche alcune impiegate  si permettono di comportarsi altrettanto e, protette idealmente da questo sentimento della 'maggioranza', danno libero sfogo alle loro frustrazioni e conseguenti antipatie).

Ci avevi proposto di far parte di una 'rete', che comprendeva anche altri piccoli spazi cittadini. L'idea poteva essere interessante - e infatti l'abbiamo verificata - , ma si è dimostrata 'fuori dalla realtà', perché chi lavora in questo campo di professione, chi non è più ragazzetto, non può 'perdere' tempo in riunioni senza fine, progetti che forse potranno incontrare il tuo favore chissà quando eccetera. 
Noi abbiamo bisogno di lavorare, come tutti, e creiamo il nostro percorso quotidianamente e con difficoltà. Il tuo progetto ci è apparso in concreto un ostacolo e una falsa promessa di valorizzazione.

Per aiutare i gruppi, li deve far lavorare, banalmente.  Poi si aiuteranno da sé. Magari, sì, con un progetto comune che tu stabilisci, e non lasciare che questi gruppi si sintonizzino chissà quando e come. Ci vuole tempo per questo e spesso si fallisce,  anche perché le esigenze sono varie: non si può confondere e mettere insieme all'improvviso gruppi con storie ed età diverse.

Ora, dato che, anche per impegni pregressi abbiamo rifiutato, almeno per il momento, di far parte di questa rete, diciamo che 'me la fai pagare' e non rispondi nemmeno a una richiesta di patrocinio per "Lo spettacolo della città" (oh, sì dirai che tu hai tanto da fare e che quindi non puoi rispondere a tutte le e-mail,  che ci vuole tempo eccetera, lo so).  Il progetto però è davvero bello e unico, e tu lo sai bene. E me lo hai anche detto, nei frettolosi cinque minuti che mi hai concesso vis-à-vis.
In realtà ti dimostri anche permaloso, molto più di chi ti ha preceduto. Concedimi un raffronto, anche se questi sono spesso brutali e a volte ingiusti: con tutti i possibili 'difetti', Anna Beltrame sapeva incassare le critiche e affrontarle, e questo si capì da subito. Io gliene feci molte, basta scorrere questo blog, soprattutto i primi due anni del suo incarico. Eppure ebbe la faccia di chiamarmi, di sfidarmi, di mettere me in difficoltà. 
E poi lei ebbe le 'palle' per fare lo spettacolo su Gaetano Bresci a livello cittadino (e anche quello sull'obliato Cafiero Lucchesi), cosa che non tanti assessori avrebbero concesso.

Non vuoi nemmeno perorare la causa dei teatranti pratesi presso il Metastasio, come piuttosto altri ti hanno chiesto che non io. E allora, che vuoi fare per questi artisti? Cosa ne vuoi fare del tuo assessorato, qual è il tuo progetto? Non è chiaro.

Intanto ci sembra che tu voglia fare rimanere alcuni, fra  cui noi, nel settore B (a questo serviva le 'rete'?), anche se, per quanto ci riguarda, tu non sai nemmeno come lavoriamo. Come altri in città, in modo sbrigativo e piccato, ci hai già qualificato, e molto prima di diventare assessore.
Suvvia, un po' di sincerità: non ti si piace, così, aprioristicamente! A pelle!

Ma non per ripicca ti dico: temo che non tu non sia adatto al ruolo di assessore alla cultura; o, forse, che ancora tu debba capire come muoverti. Ho parlato con altri artisti,  e  sono già in diversi a pensarla come me (evidentemente non dài risposte nemmeno ad altri...?), anche se hanno paura di manifestarsi, perché temono le ritorsioni. Tacciono per convenienza.

Se posso permettermi alcuni suggerimenti: non umiliare gli artisti, come prima di te altri hanno fatto;  e non crearti il tuo privilegiato 'entourage', come altri hanno fatto, di più o meno giovani 'yes performer' vicini di partito o simpatizzanti. 

Muoviti, vai a vedere come lavorano gli artisti 'antipatici', apriti alla diversità vera di pensiero e di  forma , crea tu stesso quella rete che ci hai proposto per primo. Dài agli artisti la possibilità di essere giudicati e, nel caso, di essere 'bocciati'.

Insomma: sii anche un po' spregiudicato; non essere solo il protettore di grandi enti o esecutore di alti voleri. Tu sei assessore di tutti, perché sei pagato per l'incarico con i soldi di tutti. 

Questo devi fare: aiutarci, soprattutto in questi anni di difficoltà economiche. Altrimenti non potremo che augurarci che tu te ne vada presto, nella vana speranza che arrivi davvero qualcuno 'open-minded', slegato dalle logiche di settore, di parte, di età eccetera.
Se mai questo potrà mai avvenire in Italia, e ancor più in una regione storicamente 'partigiana', ostile e invidiosa verso i propri artisti (esclusi quelli 'che fanno ridere') come la Toscana.

Un davvero cordiale saluto.

Maila Ermini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei io fossi l'assessore, ti nominerei mio consigliere. Sul serio.

Maila Ermini ha detto...

Lui però non mi prenderebbe mai, credo.

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