giovedì 26 febbraio 2015

Grazie, Chiara Repaccini

Voglio riportare per esteso questa bella lettera della vedova del regista Mario Monicelli, Chiara Repaccini, in arte RAP (è una scrittrice e disegnatrice fiorentina).
A Grosseto avevano deciso di intitolare un premio di cinematografia a Monicelli (anche in occasione del suo centenario) e di assegnarlo a Verdone. La signora Repaccini, moglie del regista, ha detto di no, lei se n'è dissociata. Come avrebbe detto di no a Veronesi e altri.  Quindi non ci sarà nessun Premio Monicelli.
Alla signora Repaccini tutta la mia profonda ammirazione. La cinematografia italiana attuale non lega nemmeno le scarpe, come si dice in Toscana, all'opera di Monicelli. Non ne è all'altezza. Tra l'altro non ne ha nemmeno l'afflato 'rivoluzionario', alcun dissenso nelle loro opere, niente che possa ricordare quello di Monicelli; e se lo ha, è solo di maniera, da 'cassetta'.
Ogni tanto una buona notizia e qualcuno,  in arte,  che dice no.

"Leggo che a Grosseto verrà festeggiato il mio compagno di una vita, Mario Monicelli, e il suo centenario, con una cerimonia in cui sarà premiato con il Premio Monicelli, Carlo Verdone. Salvo il rispetto e l'ammirazione per l'opera di Verdone, vorrei tornare a sottolineare come Brizzi, Scamarcio, Veronesi e Verdone non rappresentino se non in piccola parte, il pensiero e soprattutto il cinema di Mario, sempre al confine tra commedia umana, società e politica sofferta". E' quanto scrive Chiara Rapaccini, per trent'anni compagna di Mario Monicelli, in una lettera al quotidiano Il Tirreno che la pubblica stamani. Il riferimento è all'evento, giunto alla terza edizione, in programma a Grosseto per il 7 marzo prossimo.
"Sono stata più volte interpellata per suggerire a Mario Sesti, organizzatore e direttore del Premio Monicelli, modalità e nomi per dare lustro e popolarità al Premio grossetano - afferma Rapaccini secondo quanto riporta Il Tirreno -. Ho chiesto che si tenesse conto del Monicelli pensatore rivoluzionario, attuale e, quel che più conta, amato dai giovani, più che all'autore di commedia tout court. Vorrei ricordare come Mario sia l'autore di film come 'La grande Guerra', 'Vogliamo i colonnelli', 'Un borghese piccolo piccolo' e 'I compagni', opera, quest'ultima, attualissima in un momento di grave crisi italiana in cui la spaccatura tra classe dirigente e classe lavoratrice è evidente e tremenda.

Mario sarebbe stato attivo in questo malaugurato momento storico e avrebbe fatto sentire il suo dissenso".
"Il mio compagno e io abbiamo amato la Maremma e vi abbiamo vissuto felicemente per anni, ma ora ho l'impressione non gradevole che il suo nome e il 'cappello' di 'anno monicelliano', venga usato per scopi un pò 'nazional popolari'", afferma ancora Rapaccini sottolineando di "dissociarsi ufficialmente dal Premio Monicelli di Grosseto".

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