Presto anche nella città di Prato, la tassina di soggiorno.
La tassa di soggiorno, introdotta in Italia nel 1910 e abolita nel 1990 in coincidenza dei Mondiali di Calcio al fine di sviluppare la competitività al ribasso, è stata reintrodotta dal federalismo fiscale e ora ogni comune se la gestisce un po' come gli pare, per cui il turista passa di città in città a pagare in una città una cifra, in altra città un'altra.
Un piccolo disordine , che mostra poca professionalità, tutto stile made in Italy.
Ora, Prato notoriamente stenta, per ovvie ragioni, a diventare una città turistica, e non si capisce come voglia applicare questa tassina che, ci viene detto, verrà destinata alla cultura.
Ohibò. Niente di più difficile da sapere, di solito, a chi come e perché vadano i soldi della 'tassina'!
In fondo, quello di cui si sente la mancanza, a parte i soldi, sono le teste pensanti che riescono a immaginare un pochino mondi diversi e altri scenari per le nostre esistenze e farci vivere meglio. E' questa la politica, ma nessuno lo capisce e a gestire la cosa pubblica, per i soliti motivi - partiti, interessi, consorterie, invidie, corruzione, eccetera - ci vanno quasi sempre le persone sbagliate.
Nessun commento:
Posta un commento