Come ogni anno scrivo alcune considerazioni sulla stagione teatrale alla Baracca 2014-2015 appena conclusa ieri, con certa soddisfazione devo dire.
Punti deboli: tutti gli spettacoli per ragazzi, i meno seguiti quest'anno - con l'esclusione di Petuzzo - , ma credo sia dovuto alla crisi economica. Nonostante il biglietto ridotto, diverse famiglie hanno scelto, quando hanno potuto, l'ingresso gratis offerto in alcune occasioni dal Comune.
Al contrario invece tutti gli altri spettacoli, per cui registro un discreto aumento di spettatori e...di 'consensi', a partire dal controverso Miriam, moglie di Gesù; il tutto esaurito del (decimo anno di repliche!) de L'infanzia negata dei celestini, e lo straordinario ' successo' de Lo spettacolo della città.
Rimane il fatto di essere invisi a gran parte della politica (se così si può chiamare) locale, agli pseudo guru di varia estrazione, quelli di origine sinistrorsa, destrorsa, indiana africana eccetera.
Non solo perché il Teatro La Baracca non appartiene a nessuna 'chiesa', ma anche per invidia, sia ben inteso, perché molti di loro nemmeno sarebbero capaci del quarto del quarto di quello che facciamo noi da più di vent'anni, ossia tenere in vita uno spazio culturale con pochi spiccioli pubblici in un luogo così periferico, con produzioni originali e in alcuni casi innovative, che hanno valorizzato la storia della città di Prato portandola a livello nazionale e internazionale, di cui mai nessuno mi ha dato atto o riconoscimenti. Ecchissenefrega.
Totalmente inesistente il Teatro La Baracca per tutti coloro che ricoprono cariche comunali anche quest'anno, se si esclude una, due eccezioni; nonostante blaterino sulle periferie, non le vivono se non tagliando nastri o commentando vana-vanitosamente sui social.
Questo lo scrivo tanto per curiosità, come nota di colore, per evidenziare, per l'ennesima volta, la discrasia infinita fra i programmi elettorali di questi nostri rappresentanti politici che vivono con i nostri soldi, che percorrono carriere grazie all'appoggio di partiti e potentelli, fra i loro discorsi e promesse e la squallida miseria loro epifania politica.
Quest'anno poi abbiamo subito il colpo, durissimo, dell'esclusione da ogni contributo pubblico per l'attività teatrale alla Baracca dalla Regione Toscana, e questo varrà per tre anni.
Così pensavano di metterci a tacere e di farci morire.
Questo sia detto per far capire come la cultura di cui si blatera ai piedi dei sassi pompeiani - e Gonfienti lo dimostra, nonostante le 'visitine di primavera' - sia una vera falsità. Come si sarebbe scritto una volta, si tratta di Kultura.
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