mercoledì 22 giugno 2016

Prato, città senza memoria

Così come da anni viene amministrata ed 'educata', ormai Prato appare una città senza memoria.

Monumenti abbandonati (come La Fattoria delle Cascine di Lorenzo il Magnifico, Villa delle Sacca, le stesse vecchie mura cittadine), passato mai riconosciuto e valorizzato veramente (la Città Etrusca di Gonfienti); edifici distrutti (la demolizione della passerella del Gamberini); zone verdi mai curate (tutte le colline sopra Prato, Poggio Castiglioni, le Pantanelle, le stesse Cascine eccetera), alberi centenari tagliati (in questi giorni, in Piazza S. Niccolò); insomma tutto parla della volontà di cancellare il passato, senza peraltro pianificare alcun futuro.

Non ci si chiede come e perché la città sia diventata molto povera culturalmente, nonostante gli 'eventi' si susseguano senza sosta.

Questa giunta (e altre in passato) - fatta da amministratori, e diciamolo una volta per tutte , troppo giovani per la politica ( sì si può essere troppo giovani come troppo vecchi!), o impreparati o, tutti, nelle pastoie del partito - amministra in modo superficiale, maldestro o peggio, secondo i dettami calati dall'alto, per cui si va piuttosto nelle grazie degli industriali che della gente comune, non esercita alcuna pressione politica verso l'alto, non cerca di cambiare il destino della città, quanto piuttosto di annullarlo nelle sorti fiorentine.

Da ciò conseguono scimmiottamenti, mimiche politiche calate nella città pratese, insensatezze e 'mostruosità' varie. Come la mostra sugli Etruschi di questi giorni a Palazzo Pretorio, vero e proprio dileggio da parte di Sovrintendenza e Comune nei confronti di chi ha lottato, richiesto, avrebbe voluto l'area archeologica.

Passerà l'estate e poi a settembre, ancora una volta, vedremo sfilare l' impossibile ormai da sostenere Corteggio Storico di settembre, la sfilata del potere cittadino, quello sacro e profano, simbolo dell'unità ritrovata fra  Chiesta e Stato che soggioga da secoli.  Solo di quello c'è viva memoria.

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