sabato 19 settembre 2020

Addio Italo, caro amico

Ars longa, vita brevis

di Giuseppe A. Centauro

Addio Italo, caro amico. Te ne se andato nella tua amatissima Prato alla fine di un’estate per te assai diversa dalle altre, vissuta lontano dall’Isola, dalla natia Portoferraio. Ma serenamente, accanto alla tua Alessandra, musa e compagna fedele del tuo sconfinato amore per l’Arte. Struggente è stato vederti stamani lì nel cofano funebre, accanto a quel tuo ultimo dipinto così vivo, profumato di colore, illuminato dal blu del mare profondo dell’Elba. E poi, ancora, accanto ai tuoi tanti cataloghi di mostre infinite, che ti hanno visto protagonista in Italia e nel mondo, dalle celeberrime antologiche su Napoleone a Federico II alla retrospettiva della carriera, a te dedicata, nel 2017, dall’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze. Nel cuore resta l’opera dedicata a Federico II che hai reso protagonista nel 2004 della tua grande mostra “A-Mare” al Cassero, con l’amico fraterno Mario Luzi che, ancora una volta in quella occasione, ti onorò di versi poetici come fossero suoi i tuoi “ermetici” pensieri impressi sulla tela o invetriati nella ceramica. Che meraviglia! Noi tutti, e Prato in particolare, saremo sempre debitori nei tuoi confronti per quello che hai lasciato in città, i tuoi allievi del Copernico, i tuoi affezionati amici dell’associazione, i tuoi ammiratori segreti che sapevi ammaliare con la tua arte genuina, senza veli, espressione autentica dell’uomo che l’ha saputa profondere. I ricordi corrono come fossi al tuo studio, affollato di tele, ceramiche, sculture a rimirare i tuoi grandi temi artistici: il ciclo di Cristo (come non pensare alla tua mostra in San Domenico), i tanti profili e motivi pittorici dedicati a Napoleone (con la cui mostra hai girato l’Italia e l’Europa), e poi ancora il ciclo, mai venuto meno, dedicato a Luzi. l’amico più caro.  Quanti regali ci hai lasciato, caro Italo, tangibili in opere donate alla città, come quel tuo Monumento a Federico II,  restituito in mirabili policromie di vetro e acciaio, mostrando all’uomo contemporaneo la caleidoscopica personalità dello Stupor Mundi. Un biglietto da visita straordinario per far conoscere anche la vera matrice “filosofica” del Castello dell’Imperatore. Come pure, doni immateriali mostratici attraverso i segreti reconditi della materia e della bellezza della Natura, con quegli azzurri intensi del mare, con i rossi sanguigni dell’ematite, con i gialli delle primaverili fioriture a mare. E’ come se da Prato, oltrepassato idealmente un ponte, si fosse entrati nel giardino delle meraviglie, quell’Open-Air Museum di S. Martino che hai trasformato da vigneto abbandonato qual’era nell’Eden. Hai insegnato ai giovani pratesi  la Storia dell’Arte, ponendo sempre al centro l’Uomo, parlando dei misteri etruschi, popolo da te sempre onorato, per evocare immutate verità esistenziali, rappresentando infine la bellezza universale della vita – come tu dicevi -  incontrata nella sua “madre cosmica”, nei due grandi amori insieme, per la donna e per l’Isola, identificata nella “Donna Isola”. Il tuo spirito lo sentiremo sempre respirare nel vento di maestrale.

Prato, 19 settembre 2020

 




P.S mio: Questa sopra è l'opera su Federico II di Italo Bolano, sulla cui scomparsa il Comune di Prato ancora non ha dato una versione ufficiale. Credo sia doveroso, visto che si tratta di un'opera che appartiene alla collettività!

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