Dopo che un centinaio di professori si sono precipitati a scrivere una lettera, pubblicata su Il fatto quotidiano, contro Agamben e la sua posizione critica nei confronti del green pass (1), sostenendo che esso non costituisce alcuna repressione né discriminazione nei confronti dei cittadini, ora anche Buyng-chul Han, filosofo coreano naturalizzato tedesco, molto famoso e tradotto in Italia, - io stessa ho letto diverse sue opere negli ultimi anni - attacca Agamben per aver rifiutato un suo amichevole invito a un incontro organizzato dal Goethe Institut presso le Scuderie del Viminale, proprio perché senza green pass.
Addirittura Buyng-chul Han ha letto un comunicato ufficiale, e ne abbiamo tanto di registrazione, dove dichiara di aver perso molto rispetto nei confronti di Agamben perché non ha il green pass, e per questo evidentemente si sente autorizzato a definirlo in sostanza un vecchio testardo che non sa cosa sia la democrazia, che piuttosto utilizza strumentalmente l'invito amichevole per rivendicare la sua posizione problematica. (2)
E però Agamben non si è lasciato riprendere da una telecamera per comunicare il suo rifiuto, per ribadire insomma la sua posizione. Se il coreano non l'avesse strombazzata ai quattro venti, nessuno o quasi l'avrebbe saputo; insomma, solo lui l'ha utilizzata strumentalmente, mi pare. E i media non vedono l'ora di cogliere queste ghiotte occasioni per mettere alla gogna chi dissente!
Se voleva discutere di democrazia e di potere con Agamben, discutere se lo Stato di Eccezione in questo caso sia o meno la questione da trattare, se il green-pass sia o meno un indicatore di mancanza di democrazia, forse poteva chiedergli un incontro a quattr'occhi da qualche parte dove il green-pass non è richiesto, rispettando la sua opinione, e ancora qualche posto libero in tal senso è rimasto, pubblicando poi successivamente un comunicato sulla questione, e sarebbe stato molto interessante leggerlo.
E poi perché il filosofo tedesco ridicolizza il collega? Forse perché lui si è lasciato coinvolgere dalle lusinghe del potere e Agamben no, mantenendo davvero una coerenza filosofica, oltreché politica?
Perché, lui filosofo, definisce l'altro, banalmente "no vax" (Agamben ha dichiarato diverse volte di non esserlo) e addirittura "scemo"? Cosa vuol dire, "scemo", poco intelligente o cosa (ha detto proprio "dumm"!), perché un filosofo si lascia andare a questi termini così perentori e appunto insignificanti?
D'altronde, se il filosofo coreano avesse letto uno degli ultimi scritto di Agamben, dove invita a tenersi più possibile lontano dalle cosiddette istituzioni, (3) o avesse ascoltato la sua dichiarazione nella comissione Affari Costituzionali in Senato, avrebbe già avuto certezza sulla sua assenza agli incontri ufficiali
(2) Roma, 20 ott. (askanews) – “Ho invitato Agamben a un incontro a Villa Massimo. Anche il Goethe Institut gli ha inoltrato questa proposta. Agamben ha risposto a me e al direttore del Goethe Institut di temere di non poter accettare questo invito perché per entrambe le manifestazioni sarebbe stato necessario il Green pass. Lui non ha il Green pass. Dopo che ho ricevuto questa e-mail ho perso molto rispetto per Agamben. Quello che fa è un abuso politico di un invito personale amichevole. Usa l’amichevole invito per manifestare testardamente la sua posizione problematica.“Agamben nella sua età avanzata non si lascia vaccinare, perché vede nella vaccinazione uno scopo di dominio politico dello Stato o perché come molti no vax teme che la vaccinazione lo faccia diventare impotente, è semplicemente scemo”: è l’attacco di Byung-chul Han, “il filosofo tedesco più letto nel mondo” (El Paìs), autore de “La società della stanchezza” (nottetempo 2012), ospite di un incontro promosso dalle Scuderie del Quirinale – nell’ambito degli eventi collaterali della mostra “Inferno” – al Goethe Institut in collaborazione con l’Accademia tedesca di Roma Villa Massimo, dove risiede da un mese circa come borsista.“Io stesso non sono d’accordo con il Green pass sul posto di lavoro – ha proseguito il filosofo tedesco-coreano – e in particolare con la minaccia che si possa venire sospesi se non si rispetta la normativa. Ma non ci aiuta la teoria dello ‘Stato d’eccezione’; vorrei solo chiedergli se questa misura è conforme alla democrazia e alla costituzione. La democrazia non è qualcosa che viene data una volta per tutte, ma qualcosa per cui bisogna sempre lottare. Ho la sensazione che Agamben non sappia cosa è la democrazia”, ha incalzato Buyng-chul Han. https://www.askanews.it/video/2021/10/20/byung-chul-han-agamben-non-mi-incontra-perch%c3%a9-non-ha-green-pass-20211020_video_11184644/
(3). "...In queste condizioni, senza deporre ogni possibile strumento di resistenza immediata, occorre che i dissidenti pensino a creare qualcosa come una società nella società, una comunità degli amici e dei vicini dentro la società dell’inimicizia e della distanza. Le forme di questa nuova clandestinità, che dovrà rendersi il più possibile autonoma dalle istituzioni, andranno di volta in volta meditate e sperimentate, ma solo esse potranno garantire l’umana sopravvivenza in un mondo che si è votato a una più o meno consapevole autodistruzione. https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-una-comunit-14-ella-societa
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