Al Metastasio ci sarà prossimamente un convegno sul 'nuovo' teatro toscano.
A questo convegno naturalmente non siamo stati invitati a
parlare, perché effettivamente ‘nuovi’ non siamo.
Per la verità non siamo nemmeno vecchi.
Siamo altro e altrove rispetto a tutta questa gente, che
sono: la dirigenza del Met e della Fondazione Toscana Spettacolo, con la signora
Magnolfi in prima linea e funzionari del
settore spettacolo della Regione Toscana.
Per la verità questa definizione, questo voler porre del 'nuovo' teatro è assurdo da parte di chi 'nuovo' proprio non è: come la signora Magnolfi, per esempio, o anche Massimo Luconi. O Magelli. O Umberto Cecchi.
Per la verità la signora Magnolfi potrebbe essere definita nuova, dato che non ci risulta che si sia mai occupata di teatro, non so se nemmeno abbia mai praticato, che ne so, a livello amatoriale. Tantomeno la signora Coletta, piemontese, filofassiniana, direttrice artistica della Fondazione Toscana Spettacolo.
Contrariamente a certi 'vecchi' colleghi, non andrò a questo convegno, non solo perché ho da lavorare
in teatro, ma perché alla fin fine non mi interessa sapere quello che dice questa gente sul 'nuovo' teatro toscano, su quello che
decideranno che sia o che deve essere.
Le parole e i giudizi di tutta questa pseudo-intelligenzia
sono veramente insignificanti rispetto a dove sta andando il teatro, posto che stia andando da qualche parte e che significhi qualcosa per il mondo.
In questo momento il loro teatro ufficiale significa meno che
nulla e i soldi che ricevono servono solo a questi signori per continuare a
stare dove stanno. Non un euro o poco ci manca serve al teatro in sé e al suo
significato culturale in questo tempo.
Invece il convegno è interessante sotto il profilo della
politica 'culturale' che intendono imporre a livello locale.
E’ interessante perché definisce chi conta e chi non conta,
o almeno vorrebbe, definisce che sempre
gli stessi riceveranno la maggioranza dei soldi, importantissimo in vista di nuovi
tagli, e nuove future alleanze dato che
comunque sia si prospetta un nuovo cambio politico a Prato.
Con tutta probabilità Cenni e la sua gente andrà a casa.
Non è un caso che al convegno non sia presente l’Assessore alla Cultura di
Prato, la signora Beltrame.
Forse questa assenza è sintomo di un grave malessere politico della
stessa maggioranza.
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