giovedì 24 maggio 2012

Manca una politica sui rifiuti

Mentre pensano di costruire impianti anaerobici e altre porcherie rovinando del tutto il paesaggio e l'ambiente, in questa zona della Piana la classe politica non ha pensato a una vera politica sui rifiuti.
Invece di rendere concreta una riduzione della produzione dei rifiuti stessi, la loro immaginazione si ferma agli affari.

Per la politica futura è invece assolutamente prioritario delineare uno scenario con una drastica riduzione dei rifiuti, oltre che al sistema del riciclaggio o alle altre forme di utilizzazione del rifiuto.

In particolare si può agire subito con una riduzione della plastica con fontanelli pubblici veri, non quelli che sono stati messi che non sono utilizzati, perché comunque riempire la bottiglia costa anche lì. Tanto vale per la gente non fare la fatica di andarci e recarsi al supermercato a comprare le buste di acqua in bottiglie di plastica, visto che ci devono andare a fare la spesa.

Il latte: la Mukki, che detiene un monopolio sfacciato in questa Regione sulla sua distribuzione, dovrebbe avere l'obbligo di installare distributori automatici e non riempirci con la sue presunte confezioni ricliclabili 100%.

E infine, non meno importante, una informazione costante sui rifiuti, fra le famiglie, a scuola. Non basta fare lo spot televisivo e poi fregarsene.

Inquinare meno, utilizzando poi meno detersivi e robe del genere, e produrre meno rifiuti dovrebbe essere, per la politica, una priorità quotidiana.

Senza pensare che ancora la raccolta porta a porta è lontana da essere estesa sul territorio.
La politica locale si è completamente disinteressata di questo: Cenni aveva promesso molto, in particolare ai grillini di Barosco che l'appoggiavano, prima della divisione in due del Movimento 5 Stelle pratese, ma anche a me, sull'acqua eccetera...Se la risposta sono i fontanelli a pagamento, ho già detto quello che penso.
A Prato, ASM non fa niente di tutto questo; vediamo solo il presidente agli incontri di Prato Incontra, sul palco, tant'è che pensiamo che il signor Rancati sia molto presenzialista. Ma questo non ci serve.

Inoltre: in Italia della raccolta differenziata se ne occupa la donna, dato che è lei a mettere le mani nelle cose di casa per la stragrande maggioranza dei casi. Le donne, stressate dal lavoro e dai mille impegni di casa, dalla gestione dei figli a quella degli anziani, non hanno voglia di occuparsi anche di questo, e troppo spesso sono esauste. 
Dunque, una politica che miri a una più equa distribuzione del lavoro domestico in casa, potrebbe anche portare, e non è un paradosso, a una minore produzione dei rifiuti. 
Anche per questo le donne hanno il dovere di rivendicare un cambio di rotta nei comportamenti quotidiani da parte delle persone con cui convivono. Dai compagni ai figli o a chicchessia.


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