venerdì 19 aprile 2013

Il Parlamento non serve più

Ancora non si sono accorti che il Presidente della Repubblica lo stanno eleggendo i cittadini. Tra l'altro, molti sono senza lavoro e hanno tempo e modo per inseguire i propri eletti, i parlamentari ormai diventati inutili e insignificanti, nella vita reale e in quella internettica.

I parlamentari sono diventati inutili perché lo erano già prima, intendo l'insignificanza in sé dell'eletto, come è il caso di qualche assessore nostrano sceso, anzi, inciampato, per una manciata di numeri a Roma.

Ma allora, a questo punto, vista la pressione dei cittadini sui parlamentari, una pressione in diretta, come abbiamo visto ieri nel Partito Democratico la cui base elettorale si è ribellata alla scelta del candidato presidente Marini e ha costretto a virare verso un altro candidato,  è evidente che il Parlamento è un luogo che ha perso la sua funzione, il suo smalto, la sua fascinazione, oltreché, e questo da anni, la sua credibilità.

Basta ricordarsi le precedenti elezioni del Presidente della Repubblica, non ci fu questa pressione dal 'basso'.

E non è stato Grillo a operare verso la distruzione, bensì i parlamentari stessi, con le loro leggine, i sistemi elettorali, l'elezione di persone che erano tutto fuorché onorevoli, che si sono scavati la fossa.

Grillo e la furba compagnia hanno trovato già tutto fatto, quando hanno innalzato il totem della democrazia diretta in linea.

Che naturalmente è una grande balla o mistificazione, se non altro perché questa libertà 'in linea', questo movimento salvifico trasparente elettrico che tace sul mondo pieno di tralicci e cavi, finisce sempre nel momento in cui spengo o accendo l'interruttore, ricordiamocelo, o, per quanto mi riguarda, passo sotto l'alta tensione.

1 commento:

Simone ha detto...

A proposito del NON rimpianto assessore alla Cultura della Provincia ora in Parlamento, ho letto un suo intervento su La Repubblica pochi giorni fa.
Incredibile come in qualsiasi circostanza riesca a parlare di sé e della sua cultura letteraria in modo tanto arrogante.
Si può partire da un argomento a caso, ma inevitabilmente si cadrà sulla autocelebrazione.Ormai non so nemmeno se ridere o piangere.

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