martedì 31 luglio 2018

Giusto abolire la domenica gratis ai musei

Concordo con la decisione del Ministro Bonisoli di abolire la domenica gratis ai musei.
Non far pagare il biglietto è solo una misura demagogica e populista.

Anzi, io proporrei di abolire ogni ingresso gratuito a qualsivoglia evento cosiddetto culturale: il biglietto va pagato.

Questo per evitare gli ingressi-aggressioni di massa.
Questo per abolire il concetto, tipicamente italiota: è gratis, approfittiamo!
Questo perché ci sia rispetto  per le opere d'arte e i suoi luoghi.
Questo perché ci sia rispetto per la conoscenza.
Questo perché ci sia rispetto e dignità per chi lavora in campo artistico, a tutti i livelli.

Quando mi è capitato di organizzare spettacoli gratuiti al Teatro La Baracca, magari perché pagati dal Comune, ho visto molti episodi di inciviltà, pretese e prepotenze da parte di gente, signori e signore impellicciati e quindi presumibilmente non morti di fame, che mai sarebbero venuti a vedere uno spettacolo anche se avessero pagato solo cinque euro. Erano venuti solo per non perdere 'la cacciata' gratuita.

Basta con il becerume organizzato.

lunedì 30 luglio 2018

Bianco Azzurri, addio

In merito alle ultime vicende sull'Associazione Calcistica Prato, che rischia di perdere il livello professionistico, ricevo questo intervento e volentieri pubblico.


Bianco Azzurri, addio
di Giuseppe Centauro
Non c’è posto per le “romanticherie” del passato nel calcio “coatto” di oggi, quello del neoconsumismo televisivo che si guarda lontano dai campi in un affannoso quanto costoso affastellarsi di gare somministrate come droga in tutti i santi giorni della settimana, ad esclusione del venerdì (chissà perché!). Il calcio, si sa, esige dagli investitori (o patron)massimo profitto,  ancor più se vogliamo le squadre del cuore sempre vincenti, dunque non ci scandalizziamo! Siamo pur sempre solo utenti a pagamento, nostro malgrado, volenti o nolenti, di questo spettacolo massmediatico. Certo quello di oggi è una cosa molto diversa dallo sport enfatizzato e epico di una volta: ed anche questo lo si sa, più o meno, consapevolmente tutti.  Ne sa qualcosa anche la “gloriosa” A.C. Prato 1908 che per sta per sparire per sempre dai radar della federazione, e non solo della Lega Pro, per il lento e progressivo collasso economico che ha afflitto la Società negli ultimi tempi.  Tuttavia 110 anni di storia  in assoluto non sono poco e meriterebbero una maggiore attenzione, proprio per l’interesse pubblico che questo sport ha riservato da una generazione all’altra. La notizia del giorno è che il club pratese non potrà essere ripescato, neppure sportivamente, al di là dei demeriti dell’ultima travagliata stagione, trascorsa lontano dal Lungobisenzio. Questa è la sentenza attesa tra 48 ore; certo peserà soprattutto in questa decisione la mancanza (o indisponibilità) dello “stadio” a causa del duro contenzioso che ormai ha avvelenato i rapporti tra il Sindaco della città e la dirigenza in attesa di acquirenti. Sconta il fatto che nella politica, pur oculata e legittima, dell’amministrazione si reputi questa attività sportiva di esclusivo interesse privato, o privatistico, poco considerando i destini pubblici ai quali andrà incontro una istituzione centenaria  come quella dei Bianco Azzurri, creata da un gruppo di sette ragazzi pratesi, sulla scia dell’epica maratona di Dorando Petri nell’Olimpiade di Londra e ancor più attratti dalle vittorie del podista Emilio  Lunghi che andava a vincere una dietro l’altra le corse in casa dei grandi campioni delle famose Università statunitensi. Perdere la memoria insieme alla società calcistica sarebbe un errore ancor più madornale; ma del resto lo stiamo facendo per i nostri beni patrimoniali più preziosi, che abbiamo da 2500 anni come la città degli Etruschi di Gonfienti e i suoi straordinari reperti, o solo da 500 come la Fattoria di Lorenzo nel Parco  delle Cascine di Tavola con i suoi imprescindibili  valori culturali. Adesso ne bastano molti meno per far sparire il “Prato” Sport Club che trasformò l’”Emilio Lunghi” in  società calcistica, i primi campetti del Poderemurato e al Ponte Petrino, nel Campo Sportivo “Vittorio Veneto”, correva l’anno 1923, e infine, dal 1949, nello stadio di tutti i pratesi, oggi conteso, al Lungobisenzio.

venerdì 27 luglio 2018

Irene Pivetti, Prato Lega Cina

Irene Pivetti, presidente di Only Italia, una rete nazionale di promozione e distribuzione sul grande mercato cinese, è venuta a Prato, specificatamente all'Interporto, a offrire i servizi della sua impresa per portare i prodotti italiani in Cina tramite container via ferrovia.

A rinsaldare i già buoni legami d'affari fra Prato e la Cina!

Nessun male, si sa che gli affari sono affari. D'altronde è anche presidente dell'associazione Fondazione Sviluppo Italia Cina e, proprio come presidente di Only Italia ha contatti con il mega parco alimentare di Yangzhou in Cina, dove gli italiani portano i loro eccellenti prodotti. (1)

Irene Pivetti, che non smette mai di ricordare a tutti che è stata Presidente della Camera agli albori della Lega, è anche attiva politicamente ed ha appena fondato una associazione, fra le varie, che si chiama Terra Madre. (Terra Madre che proprio all'Inteporto di Prato, a Gonfienti, è stata offesa!), Se si legge il programma di questa associazione è subito evidente la vicinanza alla Lega,  anche se quel partito non viene mai menzionato. Ma si va per esclusione e per contenuti. E per fatti.
Per esempio, nelle recenti amministrative ad Ancona ha sostenuto l’ex candidato sindaco Tombolini, appoggiato dalla Lega e poi non eletto. Di lei Tombolini ha detto:  
“Con il movimento da lei fondato Italia Madre, la Pivetti…svolge in maniera intelligente e trasparente una attività di tipo lobbistico connessa appunto allo sviluppo dell’economia”.

Mi chiedo allora che tipo di atteggiamento avrà la Lega nelle prossime elezioni amministrative di Prato riguardo a quella che molti definiscono l''invasione cinese', vissuta da tanti pratesi come vero e proprio dramma, perdita di identità (l'identità è un concetto ripetuto da Pivetti e da la Lega come fondante), e come quel partito risolverà il conflitto fra sostegno alle imprese italiane- di cui la signora Pivetti è una testimonial nel mondo -,  e legalità, rispetto delle regole, sicurezza, che sono sempre più corredati, specificatamente da Matteo Salvini ma ripetuti dai suoi seguaci, da motti come:  è finita la pacchia, tolleranza zero, io non mollo, mafia mi fai schifo...

Mi domando anche che atteggiamento sarà tenuto in materia di falsificazione del cosiddetto Made in Italy, visto che a Prato le confezioni sono ormai tutte cinesi, di cui è conosciuta la frequente irregolarità fiscale e nei rapporti di lavoro. Saranno inviate anche le eventuali falsificazioni del Made in Italy via Interporto?

Ma tutto e ancor di altri affari e attività della infaticabile signora Pivetti potete leggere sul suo sito
www.irenepivetti.it



http://www.anconatoday.it/politica/elezioni-comunali-2018/irene-pivetti-stefano-tombolini.html
Dal Sito
https://parcoagroalimentareyangzhou.com/
Ciao a tutti. Ho già scritto molti pezzi su Yangzhou, una città in Cina. Ogni volta che qualcuno parla di Yangzhou, l'associazione immediata è la cucina di Yangzhou.
Il tè del mattino Yangzhou è uno di quelli. Ha una selezione eclettica di piccoli piatti come gnocchi di  granchio (gnocchi al vapore ripieni di granchio e salsa di carne tritata), verdure e specialità di Yangzhou, come polpette ricoperte di polvere di granchio, riso fritto a Yangzhou, che non solo sono popolari in Cina, ma anche oltreoceano.
Chiaramente, il fatto che lo Yangzhou bao (panino farcito al vapore) possa essere venduto in tutto il mondo, può essere attribuito principalmente al processo di produzione alimentare standardizzato di Yangzhou e al sostegno del governo locale. Allo stesso tempo, Yangzhou è aperta e accoglie le imprese alimentari internazionali a costituirsi a Yangzhou.
Resta inteso che Yangzhou Food Industrial Park ha istituito l'unico magazzino di prodotti alimentari nella provincia di Jiangsu in base al quale i dazi vengono pagati solo dopo la vendita delle merci.
Inoltre, Yangzhou sta progettando la costruzione di un centro di distribuzione logistico per la catena del freddo per fornire imprese alimentari con magazzino e distribuzione, commercio elettronico transfrontaliero e altri servizi e infine stabilire il porto cinese per il commercio alimentare della Cina orientale, con un fatturato annuo di oltre 10 miliardi di yuan.
In tali circostanze, Only Italia, un consorzio italiano di PMI, ha raggiunto un accordo di cooperazione strategica con 86Links allo scopo di aiutare più imprese italiane di qualità a localizzare nel parco dell'industria alimentare di Sino-Italia (Yangzhou).
Fondata nel 2011 e con sede a Roma, Only Italia offre l'accesso a una rete di piccole e medie imprese e marchi italiani. Only Italia mira a promuovere lo sviluppo e la crescita delle imprese italiane nel mercato internazionale.
Il parco dell'industria alimentare Sino-Italia (Yangzhou) è stato aperto a settembre 2015 e la sua area di pianificazione complessiva è di 1 chilometro quadrato. Il parco industriale porterà cibo italiano, attrezzature per la lavorazione del cibo, oltre a design di packaging italiano, idee di creatività culturale, istituzioni di formazione per l'insegnamento del cibo occidentale.
Con l'aiuto del governo di Yangzhou, Only Italia e 86Links, cioccolatini italiani, tagliatelle, olio d'oliva e altri prodotti alimentari sono entrati a Yangzhou. Da un lato, i residenti possono gustare cibi italiani freschi e deliziosi e questo incoraggerà l'ulteriore sviluppo dell'industria alimentare cinese. D'altra parte, le aziende alimentari italiane possono avere accesso al mercato cinese e guadagnare più quote di mercato.
Indubbiamente l'industria manifatturiera e di trasformazione, come gli utensili da cucina italiani, le macchine da caffè e gli utensili da cucina introdotti in Cina, può anche aiutare lo sviluppo dell'industrializzazione alimentare cinese. In definitiva, ciò potrebbe creare maggiori opportunità di mercato per le imprese alimentari italiane e, allo stesso tempo, rafforzare la capacità di produzione alimentare di Yangzhou di raggiungere diverse parti.
In un incontro tra Only Italia e 86Links, Irene Pivetti, Presidente di Only Italia e Ex Presidente della Camera dei Deputati, ha dichiarato ”il progetto del parco industriale è stato un importante partenariato strategico. Il progetto mira a promuovere lo sviluppo congiunto dell'industria alimentare tra le due parti. Yangzhou ha avuto un ruolo importante nell'antica Cina Silk Road, quindi questo progetto di un parco industriale spera di portare maggiore interazione per lo sviluppo economico futuro attraverso la cooperazione tra le due parti, concentrandosi maggiormente sulla sicurezza alimentare, sulla protezione ambientale e sull'attuazione dei progetti”.


(2) http://www.anconatoday.it/politica/elezioni-comunali-2018/irene-pivetti-stefano-tombolini.html

giovedì 26 luglio 2018

Fine settimana estivo: uditorio di prigionieri

Ancora poche ore e inizierà il fine settimana. Ormai inizia il giovedì sera. Ovunque, ovunque si spande!
Inizieranno le bevute go-go per strada, i balli, i canti, la karaoke-fever, concerti e spettacoli senza criterio, asfissianti, che rendono un cattivo servizio all'arte e la trasformano in passatempo, e  guai a protestare, guai a dire no alla movida, così tenacemente difesa dalla maggioranza, diventata terroristica,  minacciosa e sprezzante, nei confronti della minoranza: "Mettetevi i tappi alle orecchie!".

E' incredibile come si permette alla popolazione di rovinare la pace, il bisogno di silenzio e concentrazione, la necessità di stare tranquilli da soli o con amici, lordando tutto con la volgarità e il chiasso!

Il fine settimana estivo diventiamo un immenso uditorio di prigionieri, costretti ad assistere impotenti all'urlo collettivo.

Ma la libertà al chiasso e allo stordimento, che mi nega la libertà anche di restare a casa e quindi non mi rispetta,  è concessa solo perché aumenta il dominio e la repressione collettiva.

mercoledì 25 luglio 2018

Nel mondo ci sono troppe macchine

Scusate, ma la vicenda, umana ed economica, che ha come protagonista il dirigente della Fiat Chrysler Sergio Marchionne e che occupa tanto i giornali in questi giorni, mi fa venire in mente che nel mondo ci sono troppe macchine. Intendo automobili, camion e simili: veicoli.

Tante macchine, tanto calore, tanto inquinamento e anche tanta infelicità. E non solo perché con la macchina si uccide con molta facilità. Basta un attimo di disattenzione, ed ecco che ammazzi qualcuno o vieni ammazzato.

La macchina è spesso tensione, affaticamento, arrabbiatura.
La macchina è aggressione. In macchina spesso è in mostra il peggio dell'umanità.

Anche se non ne possiamo fare a meno per il nostro lavoro, anche se è comoda oltre che indispensabile, dobbiamo proprio per questo fare una riflessione sul mezzo. E usarla con più parsimonia.

Nel mondo i veicoli devono diminuire, se non altro per il benessere di tutti. La felicità è sempre dove non ci sono macchine o poche, dove c'è molto verde; dove ci sono zone a bassa urbanizzazione e traffico.

Per questo la città ha bisogno di spazi verdi dove poter andare in libertà; dove non essere costretti, da pedoni, a guardarsi attorno per non essere investiti, cosa che bisogna fare da appena usciti di casa e fino a quando non vi si ritorna.

La città ideale sarebbe quella dove si costruisce e immagina per il pedone e il suo muoversi; al massimo per il ciclista. 

Vi ricordate che momenti di felicità quando nel 1973 fummo costretti alle domeniche senza auto, dell'austerity, per l'eccessivo costo del prezzo del petrolio? Fu un momento di grande socializzazione, e andare a piedi non costituì alcun dramma.

Quindi gli osanna rivolti ai dirigenti dei costruttori di macchine, visti come i salvatori del mondo, senza contare l'asservimento progressivo, con a volte incidente sul lavoro finale, a cui certi geni della ditta, e con il finanziamento statale!, hanno costretto gli operai, ecco proprio non li condivido.

martedì 24 luglio 2018

Lettera a Saviano: ecco da che parte sto

Caro Saviano,
permettimi il modo diretto e familiare.

Visto che tu hai chiamato in causa gli intellettuali nella tua lettera pubblicata su La Repubblica, dicendo che in questo tempo non si può più tacere, che bisogna prendere posizione eccetera contro il Male, be', io ti rispondo che sto qua presente e viva da dieci anni, tanti anni ormai ha questo blog,  prendendo posizione ogni giorno contro il dominio e le ingiustizie.

Mi chiamo Maila Ermini, sono un drammaturgo, regista e attrice (in teatro faccio anche l'operaia e tutto quello che serve), ho un piccolo teatro alla periferia di Prato, e non ho paura ad esprimere il mio pensiero.

Il mio teatro è libero e non ha finanziamenti pubblici, ché la Regione Toscana, tramite il suo ufficio cultura stalinizzato, mi ha tolto anche i pochissimi soldi che un tempo dava ai piccoli spazi indipendenti.

Non lavoro né ho lavorato se non saltuariamente e per sbaglio nei grandi teatri, i circuitoni, perché sono fuori dal giro, che quello che produco non è funzionale a nessun partito o movimento. E non sono una artista commerciale, perché vivo lontano dalla televisione.

Ho fatto politica candidandomi alle elezioni del 2009, in una lista civica, e anche per questo me l'hanno fatta pagare.

Ho combattuto e combatto per una vita più rispettosa dell'ambiente e dell'umano, in particolare mi sono compromessa per una zona archeologica che è stata distrutta qui a Prato per far posto a un mortifero interporto che non ha portato lavoro a nessuno.

Anch'io mi sono chiesta dov'erano gli intellettuali quando ho portato avanti, insieme ad altri, questa e altre battaglie di civiltà. E non solo con le opere drammatiche, ma anche organizzando, con la propria carne, manifestazioni varie con tutto il corollario della epifania della protesta (sit-in, camminate, megafoni, striscioni, serata di protesta in teatro, proiezioni, dibattiti eccetera eccetera).

Da anni combatto per una più equa redistribuzione della ricchezza e del merito. Per la diffusione della civiltà e del rispetto umano!

Ma guai a me!

Questo mio diario è stato definito 'blog alimentare' (che mi avrebbe aiutato a trovare lavoro!); sono stata calunniata su Facebook a mia insaputa (l'ho saputo dopo, senza poter replicare!) e ancora oggi vengo derisa perché non appartengo a nessun partito o movimento, o per il semplice fatto di aver fondato un piccolo spazio culturale.

"Ma chi ti credi di essere?".

Non avendo sostegno, gli amici di partito non mi hanno difeso quando sono stata attaccata, anche fisicamente, perché diversa nel sistema unico e totalizzante, da bande di giovani teppisti di buona famiglia che ruotano attorno a presunti circoli culturali.

Non avendo sostegno di partito, non avendo sostegno di sistema, non sono considerata una intellettuale di serie A e non godo di alcuna vetrina.

La mia vetrina è solo questa, da cui mi puoi leggere.

Tu almeno hai dalla tua parte un giornale che ti fa da sponda, ti dà eco; ma io, e come me altri che non temono di parlare ma non sono sostenuti da nessuno, quelli che non hanno nessun bollino addosso, sperimentano solo frustrazione, fatica di vivere (una volta si diceva di 'arrivare alla fine del mese'),  solo quotidiana derisione e intimidazione.

Certo tu parli di gente che muore in mare, di accoglienza, di invertire la rotta della disumanità. Giusto. Ma sappi: qui si lavora ogni giorno per questo, e a rischio della nostra magra pagnotta, per cui ci ricattano sempre!

Vivo insomma in una specie di hotspot culturale, segnalata ed emarginata.  Tenuta distante da tutto e vista con sospetto. Anche per il fatto che non ho paura a dire e scrivere quello che penso. Che non sono prevedibile, come invece deve essere un intellettuale gradito. A volte sono stata minacciata anche per il fatto di aver combattuto, anche scrivendo e mettendo in scena certe opere, che magari andavano a ripescare certo passato, per una vita e una umanità diversa!

Contrariamente ai poveri migranti, a me non possono rispedire in alcun paese di provenienza, perché io sono nata e vivo qui; e allora, dopo avermi tolto ogni possibile fonte di danaro pubblico, dopo aver cercato di togliermi ogni possibilità di essere anche considerata come artista e intellettuale, anzi dopo aver cercato tramite amici ed emissari di calunniarmi come persona e artista, non resta loro (e parlo di chi gestisce il potere economico e politico a livello locale e non) non resta altro che aspettare pazienti, con la famosa arma della finta indifferenza, la mia fine, la sparizione, il dissolvimento.

Ecco da che parte sto.

Maila Ermini

Altoatesini e doppio passaporto

Discorso alla Salvini, che però il Ministro non fa, a proposito della proposta austriaca di dare agli altoatesini il doppio passaporto:

Che barba questa storia con gli altoatesini, un balletto che dura da anni!
Chi si sente austriaco, se ne vada in Austria e smetta di prendere i soldi, tanti soldi, che l'Italia dà a quella regione!

A proposito: visto che siamo in tempi 'stellati' sarebbe il caso di sapere, ah santa trasparenza!, di quanti soldi si tratta esattamente.

lunedì 23 luglio 2018

Viaggio in Toscana: Cerreto Guidi

In una breve passeggiata a Cerreto Guidi, in provincia di Firenze, dopo alcuni anni che non tornavo.
La bella cittadina è vuota e silente e non solo perché è domenica di luglio ma, come si capisce dai manifesti affissi nella bacheca davanti al Municipio, per scelte politiche sbagliate.

La Sinistra, che qui aveva una storica roccaforte, nelle ultime elezione politica di marzo è calata di quasi trenta punti percentuali, andati al M5S e alla Lega.

Eppure Cerreto Guidi è luogo ameno quanto pochi, immerso nella natura, fra vigneti e ulivi, con un panorama da cartolina tutto intorno, su cui sovrasta la Villa Medicea fatta costruire da Cosimo I come residenza di caccia e dichiarata patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura).

L'evento culturale su cui convergono tutte le risorse, e appare subito, da cartelli e avvisi, è il Palio del Cerro (caratterizzato da vari giochi: tiro della fune, degli anelli, del dardo, corsa nelle bigonce...).

Non si trova, eccetto una enoteca aperta, un ristorante, una locanda, un luogo dove accogliere i visitatori.
L'unico aspetto positivo sono i cartelli con  le didascalie di riferimento dei vari e preziosi edifici antichi.

Il Museo della Memoria Locale, il Mumeloc, sembra un luogo dimenticato che cerca di farsi ricordare con nomi televisivi: ora sono in mostra le opere pittoriche del bravo Dario Ballantini, pittore sì, ma soprattutto imitatore reso famoso dal programma televisivo Striscia La Notizia, la cui presenza è comunque legata al Palio del prossimo settembre.

Su un muro di una casa, per nulla evidenziato, davanti all'Oratorio di San Jacopo (Spedalino) sulla via Francigena, si legge una scritta scolpita su una lastra e datata 1778 (o forse 1798 perché cito a memoria) già in odore codino e antirivoluzionaria o carnascialesca; insomma, un invito alla sottomissione, che sembra una risposta dal passato alla scritta del manifesto nella bacheca:

"O bene o male che vi sia
se così vuole il padrone
che ti importa a te
Minchione".



Prato, ciclabile a pezzi


Ogni anno devo scrivere sulla ciclabile di Prato, che in alcuni tratti si presenta in pessime condizioni.

Lungo la Bardena,  e in più punti, la staccionata è ormai rovinata o assente, e passarci con la bici è molto diventato pericoloso.  In particolare nella foto si osserva che (nel tratto compreso fra Vergaio e Galciana) il muricciolo di contenimento dell'argine è alto e il tratto della ciclabile stretto, proprio dove il percorso termina o inizia con una curva. In punti come questo è necessario un controllo periodico, che non c'è.

Sullo sfondo si vede anche il folto gruppo di canne che, ormai cresciute oltre misura, rende difficoltoso anche il solo camminare.

giovedì 19 luglio 2018

Hai vissuto abbastanza, puoi morire!

In vari articoli che leggo sui giornali qua e là ( per esempio in un articolo "Espresso" contro il da me mai amato D'Alema; in un articolo su un'anziana morta di tumore a 77 anni...), trapela sempre più di più il giovanilismo forzato e aggressivo, e un odio inconfessato per la vecchiaia.
Anche nella politica, dove l'esperienza un tempo era considerata un valore, non si fa che gridare: largo ai giovani!
Nemmeno nel '68 si assisteva a tanto.
Allora i vecchi erano i reazionari, i matusalemme, i borghesi, e più che contro la vecchiaia, ci si opponeva contro le idee vecchie...
Ora, che buffo! spesso si osserva il contrario: che i giovani sono i reazionari. O, nel migliore dei casi, i conformisti. 
Smaniano - apertamente - e reclamano a gran voce di entrare nel sistema, di farne parte, di essere della partita del dominio.

E accade che nelle sante parole di chi versa una lacrima social per lo sconfinato numero di schiavi morti nel Mediterraneo, trapeli proprio quel malcelato disprezzo verso l'età canuta.

Hai vissuto abbastanza, puoi morire!

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2018/07/10/news/caro-massimo-d-alema-dovevi-andare-in-pensione-prima-1.324703

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/moglie-morta-medici-denunciati-1.4044784

mercoledì 18 luglio 2018

L'acido fluoridrico abita qui

Eh, il prezzo del progresso e del lavoro, eccolo qua. E' questa la nostra libertà...

Forse qualcuno si ricorda quando, in uno Spettacolo della Città a Prato ci recammo a San Giorgio a Colonica per sensibilizzare sull'inquinamento chimico in quella zona, che comprende anche i borghi di Paperino e Santa Maria a Colonica, così immersi nella zona del Macrolotto...

Qualcuno si ricorderà anche l'odore acido dell'aria, di cui più volte i cittadini si sono lamentati.

Nella zona infatti ci sono ditte chimiche importanti, e una di queste, la Toscochimica, tratta l'acido fluoridrico.

L'acido fluoridrico, di cui si parlerà stasera in un incontro informativo per la cittadinanza organizzato dal Comune al Museo Pecci e previsto dalla direttiva Seveso, è molto pericoloso ed è appunto contenuto in alcuni serbatoi di quella ditta, insieme ad altre sostanze. 

Nel 1979 lo scoppio di una sola bombola di questo gas all'Ausimont di Porto Marghera provocò tre morti e quindici feriti.

Ma dico, un incontro così importante alle ore 18?

Aggiungo: non basta informare tramite incontri che si devono fare; non basta seguire le direttive. Ci vuole educazione e coscienza ambientale, argomenti rimossi dalla politica per gli sporchi interessi in campo!
Dal sito del Comune di Prato: 

Protezione civile Aperto ai cittadini si terrà alle ore 18, al Centro Pecci

Toscochimica e direttiva Seveso, mercoledì 18 luglio l'incontro informativo con la cittadinanza

All'incontro, organizzato dal Comune, parteciperanno Prefettura, Arpat, Vigili del Fuoco, Protezione Civile ed i rappresentanti di Toscochimica.
Si terrà alle 18 di mercoledì 18 luglio, nel Centro Pecci, l'incontro con i cittadini organizzato dal Comune e dalla Protezione Civile per illustrare il Piano di Emergenza Esterno (PEE) relativo allo stabilimento Toscochimica del Macrolotto 2.
A norma di legge, è infatti obbligo informare i cittadini delle eventuali situazioni di rischio che si potrebbero verificare sul territorio di propria competenza; in particolare, lo stabilimento Toscochimica è l'unico sul territorio che rientra nelle casistiche indicate dalla Direttiva Seveso per via della presenza di serbatoi contenenti acido fluoridrico ed altre sostanze chimiche.
La Direttiva Seveso prevede il monitoraggio costante di ogni possibile situazione di rischio rientrante nella normativa e l'elaborazione di piani di sicurezza sia esterni che interni all'azienda, che devono essere valutati ed approvati della Prefettura e del Comitato Tecnico Regionale.
Nel caso in cui si verifichi un incidente, l'area di rischio individuata intorno all'azienda si estende per un raggio massimo di 450 metri, al di fuori del quale il rischio per la popolazione è nullo; il massimo rischio si ha nella zona rossa, con raggio di 60 metri, mentre si ha rischio medio nella zona arancione, con raggio di 350 metri, come indicato nella "Mappa dei rischi e delle aree" della Protezione Civile del comune di Prato. All'interno dell'area di rischio non sono presenti abitazioni civili, ma unicamente stabilimenti aziendali.
All'incontro di mercoledì 18 luglio parteciperanno, fra gli altri, la Prefettura, Arpat, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile ed i rappresentanti di Toscochimica.
"Toscochimica è presente sul nostro territorio dal 1961, ed ha sempre operato in condizioni di massima sicurezza - commenta Simone Faggi, vicesindaco ed assessore alla Protezione Civile. - Informare i cittadini è un nostro onere ed obbligo, ma i rischi concreti di un evento avverso sono veramente bassi, anche grazie alle stringenti precauzioni imposte dalla legge."
"Un'azienda rientrante nella Direttiva Seveso si può considerare più sicura di molte altre realtà, dato il numero di controlli ed adempimenti che deve rispettare rispondendone direttamente al CTR ed alla Prefettura - interviene Sergio Brachi, responsabile della Protezione Civile di Prato. - All'incontro saranno presenti i Vigili del Fuoco ed i responsabili della ditta che potranno spiegare nel dettaglio le attività di prevenzione."
"L'incontro di mercoledì è particolarmente importante per noi: informare i cittadini è la prima e più importante forma di prevenzione - dichiara Emilia Quattrone, dirigente del Servizio Prevenzione e Sicurezza del Comune. - Il luogo dell'incontro sarà il Centro Pecci proprio per raggiungere gli abitanti più vicini alla ditta."

martedì 17 luglio 2018

Papà Salvini

Il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, che per il cosiddetto popolo è presidente del Consiglio e ministro unico del tutto, spesso usa la frase:
-Come Ministro e come papà".
Effettivamente è la prima volta che abbiamo un ministro che ricorda anche la sua paternità così apertamente e il valore della famiglia, questo sottinteso. Non mi risulta una satira su questo aspetto del ministro, come invece io mi sarei aspettata; ma più probabilmente oggi, ben diversamente che nel '68, la famiglia è sentita come grande valore-rifugio dal mondo cattivo e bene riproduttivo della nostra smarrita identità. Nonostante la famiglia sia scenario di sfruttamento e dei più efferati delitti, spesso contro le donne.

Salvini è oggetto del solito odio di una parte della massa mediatica e della politica, come fu Berlusconi e come Renzi, è c'è chi ne parla in termini poco felici e molto aggressivi, diciamo così, e lui nella sua pagina Facebook o Twitter, da cui tanti pendono come dall'oracolo, evidenzia e trasforma i vari epiteti e offese a proprio vantaggio.

Il Ministro si trasforma da papà in martire e sapiente mago della comunicazione,  ed è a questo punto che usa, mentre  è ripreso saltante da Roma a Mosca al paesino della Val Brembana, il sintagma assolutizzante: 'Io non mollo'; oppure: "E' finita la pacchia".  Il suo popolo lo acclama ancor più.

E' un meccanismo che diversi politici hanno usato nel passato, ma che calza perfettamente nel sistema mediatico attuale. Più lo si insulta,  più il Ministro può parlare di sé e aumentare la sua popolarità, appoggiato dai suoi sostenitori, rassicurati e convinti dal programma protezionistico e sovranista e, dandosi in pasto e mostrandosi ora vittima ora vincitore ma sempre determinato e concreto, più  può fare la politica che vuole, all'oscuro di noi tutti. 
E i sostenitori, abbagliati dal suo decisionismo, aumentano ogni giorno, anche grazie alla politica imbelle e sclerotizzata della presunta Sinistra, inutile opposizione, che invano insegue insipidi rimedi, e che da tempo ha messo in moto il meccanismo dell'auto-distruzione.

Intanto nothing changes; anzi, mentre si espandono le presunte libertà (come quella di commentare sulle pagine del 'capo' o di apostrofarlo, qui e là, come 'str...o'), si rafforza il dominio e la violenza. 
Sotto l'aura della democrazia, della comunicazione, della sicurezza, dell'onestà, dell'ordine, della famiglia, i sistemi per realizzare l'oppressione quotidiana, preferibilmente tramite lo sfruttamento o la strage di neri e donne, diventano più raffinati e difficili da combattere. 

E i cittadini sono sempre più lontani da quel potere che con i loro commenti e 'mi piace' s'illudono di influenzare e toccare con mano.

lunedì 16 luglio 2018

Dialogo con un cameriere

Ciao, ti chiamo per un consiglio.

Dimmi.

Vorrei che tu mi consigliassi un ristorante nella zona, dove mangiare decente e stare in pace.

Certo. Puoi provare...., oppure quest'altro sulla collina. 

Preparano cibo di qualità?

Abbastanza.

E il ....? Io so che tu ci hai lavorato.

In quello, gestito da albanesi e da italiani, la cucina è molto accurata. Preferiscono però lavorare con i cinesi.

Perché?

Perché i cinesi pagano di più e il ristorante può anche alzare i prezzi. I cinesi non hanno problemi a ordinare una bottiglia di vino di cento-duecento euro. E poi non hanno bisogno di fattura né di ricevuta.

Oggi è frequente pagare a nero in un ristorante.

Con i clienti abituali lo fanno tutti. E il cliente, anche italiano, lo preferisce perché riceve uno sconto.

E quindi se vado in quel ristorante trovo solo clientela cinese?

Sì, quasi completamente. Io ho sentito rispondere al telefono agli italiani che era tutto pieno, e invece non era vero.

A me però mi hanno detto di sì.

Uhm, una eccezione. Si vede che hanno pochi tavoli prenotati. E poi come alla maggioranza di noi non piace stare con i cinesi, anche ai cinesi non piace stare con noi. E quindi il ristorante cerca di non mischiare troppo la clientela.

E quindi sono ristoranti ghetto...di alto livello. 

Eh, sì, in un certo senso.

Nessuna integrazione, nemmeno a tavola. 

Nessuna. 

venerdì 13 luglio 2018

Ciao, vitalizi, ma non basta

Bene il taglio dei vitalizi! Un passo importante verso la redistribuzione della ricchezza, e quindi, comunque sia, un'azione di Sinistra. Nonostante l'intellettuale di corte, liberal Sgarbi ieri si sbracciasse contro, indicandoli come un esempio di incultura politica, e piangesse, astuto, per il taglio ai vitalizi a politici come la comunista (la comunista!) Luciana Castellina...
Al solito scenografando il suo mini-spettacolino di asinelli e caprette, quelli sì che si possono distribuire al popolo, e  senza dire una parola, al solito, di come funziona il sistemino! Era evidentemente impaurito.

Ora aspettiamo anche un cambiamento del sistema nepotistico, clan-familistico, mafioso, che vige nelle assegnazione delle cariche: via le autoreferenzialità, gli amici e amiche di letto, più spesso di partito, inseriti qua e là, anche senza concorso,  e soprattutto senza merito, solo perché portano voti o contribuiscono alla solidificazione di certo potere, al dominio.

Un sistema che ha bloccato la società civile, il lavoro, la sua pluralità, il suo dinamismo.  

Un sistema asfissiante, che ci ha impoverito e umiliato profondamente, da cui siamo stati, e siamo ancora tenuti in scacco.


giovedì 12 luglio 2018

Come come? Il M5S favorevole all'ampliamento dell'aeroporto di Firenze?

Abbiamo capito bene?
Nell'intervista rilasciata dal capogruppo del movimento in Regione, Giannarelli, (vedi oltre, su Rainews), sembra che la posizione del M5S sia cambiata rispetto al NO chiaro e forte sulla pista parallela, che era la posizione storica.

La pista parallela va bene, purché più piccina? 

Ci sarà un cambio di posizione anche riguardo:

1. la terza corsia dell'Autostrada A11?
2. il termovalorizzatore di Case Passerini?
3. l' area archeologica di Gonfienti, Calvana e Cascine di Tavola?

Che ne sarà poi del Parco Agricolo della Piana? Qualcuno di voi se lo ricorda? 

Poi, che si dica, come qualcun altro fa nell'intervista, che l'ampliamento fa bene al PIL e al lavoro, sono le solite chiacchiere che in questi anni abbiamo sentito dal PD e compagnia, con a capo in Regione Enrico Rossi.  Nulla di nuovo.

Finora al lavoro è stato fatto un gran male a colpi di 'buoni' (voucher), e utilizzati non per far emergere il 'nero', ma per ampliarlo. Come una pista.

mercoledì 11 luglio 2018

Prato, previsioni politiche

E' facile fare previsioni politiche per questa città in vista delle prossime amministrative, nel 2019. 
Basta guardarsi attorno. La città di Prato riempita di laboratori cinesi, e anche nei nuovi capannoni, le piccole zone artigianali già fatiscenti, ancora case-laboratorio, tenute malissimo, sciatte e sporche, dove si pratica lo sfruttamento umano volontario.

La città è stata occupata, affittata, comprata, usata, e stravolta. Molti non vi si riconoscono più.

Per questo alle prossime elezioni la fine del PD è certa, e ormai nulla sembra arrestarla. Parlare, e spesso ipocritamente, di integrazione, di umanità, di antirazzismo, costruire piazze dell'immaginario, indossare magliette rosse e digiunare, non funziona più. 

Presto il PD raccoglierà i frutti della dittatura socio-economica che ha realizzato in Italia.

E a Prato non solo dagli anni '90 con l'immigrazione-occupazione neocapitalistica cinese; ancor prima, quando PD ancora non era ma altro, con la costruzione della città industriale del primo e in particolare, secondo Dopoguerra, con la massiccia immigrazione dalle zone depresse d'Italia e la rapidissima, drammatica trasformazione identitaria.

La morte del PD non è certo la morte della Sinistra. La Sinistra è già morta da molto tempo, e chissà se, come e quando,  rinascerà.

lunedì 9 luglio 2018

Governo del Cambiamento, osservazione n.3: sfruttare il territorio e fare marketing

E' notizia di questi giorni che il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali si prende anche  le competenza del turismo.
Sì, proprio così, il Turismo passa all'Agricoltura!
Perché? Perché il turismo passa per il mangiare, per il buon cibo italiano e quindi per le politiche agricole, no? 

Il nuovo concetto del programma del nuovo ministro Centinaio è : protezionismo e sfruttamento del territorio. E il Turismo deve andare, e va da tempo e sotto tutti i partiti, in questa direzione: infatti in Italia il turismo è sempre più legato al cibo. 

Il Turismo legato alla Cultura sempre meno. (Se si esclude il turismo musicale, l'indotto dei concerti...).

Nel programma 'centinaio' (1) tutto il territorio deve essere etichettato, protetto e sfruttato per il commercio; e non è un caso che delle politiche forestali, che costituiscono l'unico strumento per la tutela del patrimonio e lo sviluppo del settore foreste, non si faccia menzione nel discorso programmatico del Ministro! Le foreste rendono poco, e chissenefrega dell'ossigeno e della natura!
La natura va bene quando è strumento di affari e guadagno, e non può essere che l'Italia abbia zone libere, senza investimenti o profitti.
Il Turismo legato all'Agricoltura, che sono collegati anche dal sistema di lavoro stagionale, permette poi a Centinaio di chiedere il ritorno dei voucher...

Dunque il Turismo, che deve essere business, saluta la Cultura.

E la Cultura, orfana, che farà? Ma nel punto 6 del programma del Governo del Cambiamento Cultura e Turismo (2), stilato pochi giorni or sono, non erano legati insieme?
Ma dato che per la gente che ora comanda la cultura senza turismo ha poco appeal, è pallosa o è roba di sinistri, il Mibact (sigla del Ministero della Cultura, ora senza più la T di turismo), non producendo più eccellenze, che erano quelle legate al turismo e quindi economiche, che fine farà? Che ne sarà dei beni culturali italiani, travolti dal kitsch-marketing o abbandonati a sé stessi, come sono di già?

Bonisoli, se ci sei, batti un colpo!

2) "6. CULTURA
Il patrimonio italiano rappresenta uno degli aspetti che più ci identificano nel mondo. Il nostro Paese è colmo di ricchezze artistiche e architettoniche sparse in maniera omogenea in tutto il territorio, e in ogni campo dell’arte rappresentiamo un’eccellenza a livello mondiale, sia essa la danza, il cinema, la musica, il teatro. Tuttavia, nonostante tali risorse l’Italia oggi non sfrutta a pieno le sue possibilità, lasciando in alcuni casi i propri beni ed il proprio patrimonio culturale nella condizione di non essere sfruttati a dovere. I beni culturali sono uno strumento fondamentale per lo sviluppo del turismo in tutto il territorio italiano. Tuttavia lo Stato non può limitarsi alla sola conservazione del bene, ma deve valorizzarlo e renderlo fruibile attraverso sistemi e modelli efficaci, e grazie ad una gestione attenta ed una migliore cooperazione tra gli enti pubblici e i privati. Occorre mettere in campo misure in grado di tutelare il bene nel lungo periodo, utilizzando le risorse a disposizione in maniera virtuosa.

È necessario partire da un principio chiaro: la cultura è un motore di crescita di inestimabile valore, e certamente non un costo inutile. Tagliare in maniera lineare e non ragionata la spesa da destinare al nostro patrimonio, sia esso artistico che culturale, significa ridurre in misura considerevole le possibilità di accrescere la ricchezza anche economica dei nostri territori. I nostri Musei, i siti storici, archeologici e UNESCO, inoltre, devono tornare ad essere poli di attrazione e interesse internazionale, attraverso un complessivo aumento della fruibilità e un adeguato miglioramento dei servizi offerti ai visitatori.

Tra le varie forme, d’arte lo spettacolo dal vivo rappresenta senz’altro una delle migliori eccellenze del nostro Paese. Eppure l’attuale sistema di finanziamento, determinato dalla suddivisione secondo criteri non del tutto oggettivi delle risorse presenti nel Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), limita le possibilità delle nostre migliori realtà e impedisce lo sviluppo di nuovi progetti realmente meritevoli. Riteniamo pertanto necessario prevedere una riforma del sistema di finanziamento che rimetta al centro la qualità dei progetti artistici."

domenica 8 luglio 2018

Dieci anni di Laris Pulenas

L'8 luglio 2008 debuttammo con Laris Pulenas a Poggio Castiglioni a Prato, per sensibilizzare sul sito archeologico di Gonfienti scoperto nel 1998 durante i lavori per la costruzione dell'Interporto.

Lavorammo gratuitamente per un mese (8 personaggi in due attori!); con noi allora erano alcuni amici e associazioni che, complici nella battaglia per la valorizzazione del sito, ci aiutarono nella messa in scena sulla collina prospiciente Prato. Fra tutti ricordo Fiorenzo Gei, che purtroppo non c'è più. 
(Ora la strada per andare a Poggio Castiglioni è impraticabile, almeno lo era poco tempo fa...)

Da allora Laris Pulenas è diventato simbolo del recupero dei beni archeologici e paesaggistici del nostro paese, così spesso dimenticati e asserviti a logiche di profitto.

Il dramma ha avuto vita difficile, come sa chi segue questo blog e l'attività del teatro La Baracca, e tuttavia è stato replicato varie volte, anche nell'aprile scorso e proprio a Prato, al Liceo Livi, in quattro repliche. 
Oltre ai ripetuti rifiuti per le Notti per l'Archeologia organizzati teatralmente dalla Fondazione Toscana Spettacolo, il no più smaccato che ha ricevuto Laris Pulenas è stato quello del Comune di Carmignano lo scorso anno che, per la sua prima Festa Etrusca ha preferito organizzare intrattenimento stile cos-play e trucca-bimbi.

Intanto il sito archeologico di Gonfienti è volutamente dimenticato dalla politica in favore dell'espansione dell'inutile interporto, inaccessibile ai visitatori, gli scavi interrotti, il museo dei suoi reperti ancora da aprire nella vicina Campi Bisenzio, e chissà quando aprirà;  infatti, durante la recente campagna elettorale per le amministrative nessuna forza politica della cittadina si è curata di metterne in luce la mancanza o il ritardo.

Intanto la città di Prato continua la sua storia di saccheggio del territorio, costruendo mega-capannoni e cittadelle della moda che sono destinate in realtà all'affitto e alla rendita, di cui ne approfitta in massa la comunità cinese.

Presto vi dirò la data della Camminata per Gonfienti 2018.
Ricordo che esiste un sito dedicato a questo spettacolo, che è ormai diventato un viaggio di vita: www.larispulenas.it 

A Poggio Castiglioni, 2008

A Luogomano, Cantagallo (PO) nel 2013



Spazio esterno del Teatro Magnolfi, Prato, 2016

venerdì 6 luglio 2018

Selfie-dittatura

Seguo le tiepide mosse del ministro Alberto Bonisoli:
finora lo si vede apparire solo fra le sante entità del made in Italy: al Premio Strega; al Petruzzelli di Bari; tra i Sassi di Matera.
Si presenta come il valorizzatore delle 'eccellenze' (ancora!), più manager del turismo che ministro della cultura! 
D'altronde era uno dei punti (nascosti nemmeno tanto) del M5S quello di trasformare il Ministero della Cultura in Ministero del Turismo (tramite una prima scissione e poi trasformazione completa, dove l'argomento cultura è minoritario, dato che è il turismo il motore economico trainante...).
Da come si muove, Bonisoli sarebbe potuto essere benissimo un ministro espresso dal PD. A questo punto era meglio tenersi Franceschini?

Il terrorismo si incarna in vari miti: qui nel mito positivo dell'eccellenza, che ha pervaso ormai tutta la realtà. 

La politica della liberazione, auspicata promessa disegnata dalla cosiddetta politica alternativa, in realtà è stata l'ennesima spampanata.

La dittatura si fa concreta, non tramite azioni di negazione parlamentare o costituzionale, ma col solo argomento culturale, quello terroristico, che assolutizza e paralizza, e che di volta in volta si incarna in argomenti azioni pensieri persone ad hoc.

In questi giorni, per esempio, non sembra esserci altro problema che l'immigrazione dall'Africa. Si delineano scenari di invasione nera; una invasione che taluni auspicano, il compito fraterno e i contributi INPS!, altri prefigurando scenari da fine del mondo e di perdita identitaria.

Ma l'invasione vera, per ora solo bianca, è già avvenuta da tempo, e tutti i media, social eccetera lavorano affinché non ce ne rendiamo conto, con la perdita totale della nostra cultura identitaria!

I cittadini sono d'accordo, la maggioranza si trova in agio perfetto nel terrorismo mediatico e politico. E, nonostante il disastro economico, nemmeno pensano di trovarcisi, ché ormai siamo stati forniti di tutti gli strumenti per essere azionisti di questa dittatura (e anche per questo temono il diritto d'autore!).

Ci troviamo ormai nel tempo, per molti felice, della selfie-dittatura.

giovedì 5 luglio 2018

L'isola delle donne

C'è in molte donne il desiderio di allontanarsi dagli uomini e dalla loro oppressione, da quella aggressività che spesso li contraddistingue e dall'uso e sfruttamento di cui sono loro oggetto. Sfruttamento di due tipi, in particolare: pratico, della gestione della casa e della cura di figli e anziani; e sessuale.

Da sempre invece gli uomini hanno potuto liberarsi dalle donne, dal mondo, quanto meno uggioso e poco attraente ai loro occhi,  opprimente delle 'femminucce' (ieri ho sentito un adolescente usare questo termine come offesa, mentre giocava a pallone con altri), creando le loro isole, i loro luoghi di incontro e scontro, di cui lo sport rappresenta la modalità più  usuale. Ma anche i circoli, in molte parti del mondo ancora sono frequentati solo da uomini.

Supershe Island, una isoletta-albergo nel Mar Baltico solo per donne e di cui oggi il Corriere della Sera ci informa (vedi sotto), non ha nulla dell'isola di Lesbo di antica memoria, dove Saffo fondò il famoso gineceo poetico, bensì sfrutta questo desiderio di isolamento, che può costituire per molte donne (ricche), la sospensione dall'aggressione quotidiana e, per qualche altra, la consolazione per una vita singola.

E' una operazione di puro stampo commerciale e di classe, come lo è il femminismo holliwoodiano, che usa un problema serio, quotidiano, drammatico, per il proprio marketing.

Vivere in un'isola di sole donne per quindici giorni pagando cifre salate non è cercare altre modalità di esistenza, non è una ricerca di vita alternativa e meno pesante e dolorosa per tutti, ma una delle tante vacanze bugiarde del money sistem del nostro tempo, che invece vuole tutti più infelici e alienati, uomini compresi, per meglio spremerci e farci ripiombare nell'oppressione quotidiana di cui le vacanze costituiscono la fuga illusoria.

Nel dramma L'Alberghino della 66 , sottotitolato proprio L'isola delle donne (2005), avevo trattato l'argomento.
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L’isola di sole donne e gli altri club (che non piacciono alle femministe)

Da Londra al resort finlandese. La polemica: è marketing per persone ricche


L’isola delle donne esiste: si trova nel Mar Baltico, di fronte alle coste della Finlandia, ed è accessibile solo a ospiti di sesso femminile. Ha un nome potente, «Supershe Island», «Isola delle Superlei»: ed evoca il fatto che è aperta esclusivamente a un pubblico selezionato. Per essere ammesse bisogna superare una rigorosa intervista e, soprattutto, essere disposte a pagare 4 mila euro per una settimana di soggiorno.
Cosa si fa, una volta ottenuto l’ingresso? Si ha la possibilità di trascorrere una settimana in un resort dedicato al benessere ma soprattutto alla larga dagli uomini, in compagnia di altre donne dello stesso livello: ci si può dedicare a lezioni di yoga e a esercizi cognitivi per combattere il pensiero negativo, il tutto accompagnato da una dieta rigorosamente organica. Come spiega sul sito la fondatrice di Supershe, Kristina Roth, «le donne hanno bisogno di passare Cosa è
● «Supershe Island» è un’isola di tre ettari davanti alla costa di Helsinki: l’idea di un resort solo al femminile è dell’americana Kristina Roth biglietto è di oltre 250 euro, cifra non modica per questo tipo di eventi, di solito indirizzati ai giovani.
È una tendenza sicuramente interessante: ma forse ancora più interessante è che si sia attirata gli strali di commentatrici femministe. Come la columnist del Guardian Arwa Mahdawi, che ieri ha definito «Supershe Island» «un inferno falso-femminista». Perché il dubbio è che questi spazi per le donne si dipingono come «emancipanti» ma in realtà sono soltanto elitari.
La Mahdawi non nega che viviamo ancora in un mondo dominato da maschi bianchi e che le donne e le minoranze abbiano bisogno di luoghi in cui ritrovarsi. Ma definisce questa tendenza verso spazi femminili super-esclusivi «nauseante», perché usano il femminismo «come uno strumento di marketing» e «parlano di sorellanza mentre A sinistra, un gruppo di donne sulla «Supershe Island», che si trova nel Baltico davanti alle coste della Finlandia A destra, in alto, un’immagine dell’«allbright», il club solo al femminile che ha aperto all’inizio dell’anno a Londra (Getty Images)
A destra, in basso, il co-working tutto al femminile «Wing»: nato negli Stati Uniti, sta per sbarcare anche nella capitale britannica
sembrano interessarsi soltanto a migliorare la condizione di poche donne già ricche».
È un punto di vista già emerso a proposito del dibattito suscitato dal #Metoo: diverse commentatrici, almeno qui in Gran Bretagna, hanno fatto notare come questa ondata neo-femminista sia spesso appannaggio di donne privilegiate, ben lontane dalla condizione e dai problemi comuni. E hanno stigmatizzato il fatto che in certi casi il femminismo sembra diventato un orpello indossato a scopo auto-promozionale.
È quello che in sostanza sostiene anche la columnist del Guardian. «Non è questo il femminismo», scrive. A lei sembra piuttosto che questi spazi elitari facciano compiere passi indietro all’eguaglianza di genere. E conclude tagliente: «Per quanto mi riguarda, Supershe Island può affondare nel mare».
Supershe Island L’ammissione solo dopo una rigorosa intervista, costa 4 mila euro a settimana. 


  • Corriere della Sera
  •  Luigi Ippolito

  • Un invito per i 20 anni dei Celestini

     Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.