venerdì 6 luglio 2018

Selfie-dittatura

Seguo le tiepide mosse del ministro Alberto Bonisoli:
finora lo si vede apparire solo fra le sante entità del made in Italy: al Premio Strega; al Petruzzelli di Bari; tra i Sassi di Matera.
Si presenta come il valorizzatore delle 'eccellenze' (ancora!), più manager del turismo che ministro della cultura! 
D'altronde era uno dei punti (nascosti nemmeno tanto) del M5S quello di trasformare il Ministero della Cultura in Ministero del Turismo (tramite una prima scissione e poi trasformazione completa, dove l'argomento cultura è minoritario, dato che è il turismo il motore economico trainante...).
Da come si muove, Bonisoli sarebbe potuto essere benissimo un ministro espresso dal PD. A questo punto era meglio tenersi Franceschini?

Il terrorismo si incarna in vari miti: qui nel mito positivo dell'eccellenza, che ha pervaso ormai tutta la realtà. 

La politica della liberazione, auspicata promessa disegnata dalla cosiddetta politica alternativa, in realtà è stata l'ennesima spampanata.

La dittatura si fa concreta, non tramite azioni di negazione parlamentare o costituzionale, ma col solo argomento culturale, quello terroristico, che assolutizza e paralizza, e che di volta in volta si incarna in argomenti azioni pensieri persone ad hoc.

In questi giorni, per esempio, non sembra esserci altro problema che l'immigrazione dall'Africa. Si delineano scenari di invasione nera; una invasione che taluni auspicano, il compito fraterno e i contributi INPS!, altri prefigurando scenari da fine del mondo e di perdita identitaria.

Ma l'invasione vera, per ora solo bianca, è già avvenuta da tempo, e tutti i media, social eccetera lavorano affinché non ce ne rendiamo conto, con la perdita totale della nostra cultura identitaria!

I cittadini sono d'accordo, la maggioranza si trova in agio perfetto nel terrorismo mediatico e politico. E, nonostante il disastro economico, nemmeno pensano di trovarcisi, ché ormai siamo stati forniti di tutti gli strumenti per essere azionisti di questa dittatura (e anche per questo temono il diritto d'autore!).

Ci troviamo ormai nel tempo, per molti felice, della selfie-dittatura.

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