martedì 17 luglio 2018

Papà Salvini

Il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, che per il cosiddetto popolo è presidente del Consiglio e ministro unico del tutto, spesso usa la frase:
-Come Ministro e come papà".
Effettivamente è la prima volta che abbiamo un ministro che ricorda anche la sua paternità così apertamente e il valore della famiglia, questo sottinteso. Non mi risulta una satira su questo aspetto del ministro, come invece io mi sarei aspettata; ma più probabilmente oggi, ben diversamente che nel '68, la famiglia è sentita come grande valore-rifugio dal mondo cattivo e bene riproduttivo della nostra smarrita identità. Nonostante la famiglia sia scenario di sfruttamento e dei più efferati delitti, spesso contro le donne.

Salvini è oggetto del solito odio di una parte della massa mediatica e della politica, come fu Berlusconi e come Renzi, è c'è chi ne parla in termini poco felici e molto aggressivi, diciamo così, e lui nella sua pagina Facebook o Twitter, da cui tanti pendono come dall'oracolo, evidenzia e trasforma i vari epiteti e offese a proprio vantaggio.

Il Ministro si trasforma da papà in martire e sapiente mago della comunicazione,  ed è a questo punto che usa, mentre  è ripreso saltante da Roma a Mosca al paesino della Val Brembana, il sintagma assolutizzante: 'Io non mollo'; oppure: "E' finita la pacchia".  Il suo popolo lo acclama ancor più.

E' un meccanismo che diversi politici hanno usato nel passato, ma che calza perfettamente nel sistema mediatico attuale. Più lo si insulta,  più il Ministro può parlare di sé e aumentare la sua popolarità, appoggiato dai suoi sostenitori, rassicurati e convinti dal programma protezionistico e sovranista e, dandosi in pasto e mostrandosi ora vittima ora vincitore ma sempre determinato e concreto, più  può fare la politica che vuole, all'oscuro di noi tutti. 
E i sostenitori, abbagliati dal suo decisionismo, aumentano ogni giorno, anche grazie alla politica imbelle e sclerotizzata della presunta Sinistra, inutile opposizione, che invano insegue insipidi rimedi, e che da tempo ha messo in moto il meccanismo dell'auto-distruzione.

Intanto nothing changes; anzi, mentre si espandono le presunte libertà (come quella di commentare sulle pagine del 'capo' o di apostrofarlo, qui e là, come 'str...o'), si rafforza il dominio e la violenza. 
Sotto l'aura della democrazia, della comunicazione, della sicurezza, dell'onestà, dell'ordine, della famiglia, i sistemi per realizzare l'oppressione quotidiana, preferibilmente tramite lo sfruttamento o la strage di neri e donne, diventano più raffinati e difficili da combattere. 

E i cittadini sono sempre più lontani da quel potere che con i loro commenti e 'mi piace' s'illudono di influenzare e toccare con mano.

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