mercoledì 25 luglio 2018

Nel mondo ci sono troppe macchine

Scusate, ma la vicenda, umana ed economica, che ha come protagonista il dirigente della Fiat Chrysler Sergio Marchionne e che occupa tanto i giornali in questi giorni, mi fa venire in mente che nel mondo ci sono troppe macchine. Intendo automobili, camion e simili: veicoli.

Tante macchine, tanto calore, tanto inquinamento e anche tanta infelicità. E non solo perché con la macchina si uccide con molta facilità. Basta un attimo di disattenzione, ed ecco che ammazzi qualcuno o vieni ammazzato.

La macchina è spesso tensione, affaticamento, arrabbiatura.
La macchina è aggressione. In macchina spesso è in mostra il peggio dell'umanità.

Anche se non ne possiamo fare a meno per il nostro lavoro, anche se è comoda oltre che indispensabile, dobbiamo proprio per questo fare una riflessione sul mezzo. E usarla con più parsimonia.

Nel mondo i veicoli devono diminuire, se non altro per il benessere di tutti. La felicità è sempre dove non ci sono macchine o poche, dove c'è molto verde; dove ci sono zone a bassa urbanizzazione e traffico.

Per questo la città ha bisogno di spazi verdi dove poter andare in libertà; dove non essere costretti, da pedoni, a guardarsi attorno per non essere investiti, cosa che bisogna fare da appena usciti di casa e fino a quando non vi si ritorna.

La città ideale sarebbe quella dove si costruisce e immagina per il pedone e il suo muoversi; al massimo per il ciclista. 

Vi ricordate che momenti di felicità quando nel 1973 fummo costretti alle domeniche senza auto, dell'austerity, per l'eccessivo costo del prezzo del petrolio? Fu un momento di grande socializzazione, e andare a piedi non costituì alcun dramma.

Quindi gli osanna rivolti ai dirigenti dei costruttori di macchine, visti come i salvatori del mondo, senza contare l'asservimento progressivo, con a volte incidente sul lavoro finale, a cui certi geni della ditta, e con il finanziamento statale!, hanno costretto gli operai, ecco proprio non li condivido.

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