Ricevo questo altro importante contributo su Gonfienti, Camminata prossima e recente apertura degli scavi e del Mulino, dell'archeologo Michelangelo Zecchini (sotto potete leggerne la biografia).
Approfitto qui per rispondere a un conoscente che, durante la visita, mi si è avvicinato e mi ha chiesto sorridendo, come fa sempre lui: "Te, perché ti sei spesa così tanto, battaglie, libri, camminata, petizione per il museo etrusco eccetera, per una cosa che in fondo non ti ha dato alcun vantaggio? Te lo chiedo perché a volte lo rimproverano anche a me...", ( "Ti risponderò" gli avevo detto riprendendo la bici agli scavi).
Amico, ora ti rispondo, seguendo la mia maestra Simone Weil: ho fatto questo proprio per fare una cosa da cui non trarre alcun vantaggio.
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"Ormai
siamo prossimi (13 ottobre ore 14,30) alla camminata per la città etrusca di Gonfienti. È la quinta. Visto il successo della
relativa petizione che ha raccolto oltre 1200 firme, è attesa una
partecipazione consistente da parte di cittadini pratesi e non. La camminata potrebbe essere importante
non solo per dare una svolta decisa alla valorizzazione di questo straordinario
sito dell’Etruria arcaica, ma anche per far rientrare l’ipotesi (per niente
condivisibile) di musealizzazione dei reperti a Campi Bisenzio. La traslazione
dei reperti porterebbe di fatto a una forma di decontestualizzazione alquanto
superata, una tipologia di progetto che da un punto di vista metodologico
sembrava morta e sepolta. Da tempo, infatti, c’è la tendenza (giusta) a lasciare
i resti della cultura materiale nel territorio in cui sono stati trovati e
della cui storia fanno parte. Nel caso di Gonfienti non c’è dubbio che
architetture e reperti – due facce della stessa medaglia – debbano restare le
une vicino agli altri. La scelta di una sede museale nell’ambito della città di Prato sarebbe la più naturale ed
opportuna.
Il 29
settembre scorso, in occasione delle giornate
europee della cultura, molti hanno avuto l’opportunità di apprezzare al Mulino
di Gonfienti la qualità e la quantità di manufatti restaurati con abilità e
metodo dagli operatori della Soprintendenza. Il laboratorio
di restauro del Mulino è un’eccellenza e perpetua la
tradizione di alta professionalità già viva ai tempi del compianto
Soprintendente Francesco Nicosia. La speranza più viva è che tale eccellenza
contamini in qualche modo chi dovrà adottare decisioni sull’ubicazione dei
reperti di Gonfienti. A mio avviso la kylix di Douris e le terrecotte
architettoniche, le antiche architetture di Gonfienti e quelle della Calvana, i
buccheri e le ceramiche da mensa, fanno parte di un complesso unitario che non
dovrebbe essere smembrato. Niente, nemmeno il pezzo apparentemente più
insignificante, dovrebbe essere trasferito lontano dal territorio di
pertinenza. Anzi, dovrebbe partire il tentativo – difficile ma non impossibile
- di riportare a casa il famoso offerente bronzeo etrusco, migrato in tempi
lontani da Pizzidimonte al British Museum di Londra.
Il 29
settembre i visitatori hanno avuto la possibilità di accedere anche agli scavi
di Gonfienti e di soffermarsi ad ammirare, tra l’altro, l’impianto della
cosiddetta grande domus etrusca. Per inciso, gli studi condotti di recente dal
prof. Mario Preti dell’Università di Firenze hanno portato alla conclusione che si tratti, piuttosto, di
un ragguardevole tempio. Le strutture murarie sono oggi delimitate da una
bianca inghiaiata. Alla soluzione green si è preferita l’opzione white, che ricorda il contorno di certe aiuole
paesane o cittadine. De gustibus, ma devo confessare che tale scelta non
affascina. Allettante e condivisibile è, al contrario, un’idea che ha la
paternità del prof. Giuseppe Alberto Centauro. Il noto docente di restauro
architettonico presso l’Ateneo fiorentino vedrebbe di buon occhio una
ricostruzione della grande domus di Gonfienti all’interno del castello
federiciano, nel pieno centro di Prato. In altre parole: un modello fedele
della straordinaria architettura etrusca circoscritto dalla mirabile
architettura medievale. Le dimensioni dell’una e dell’altra lo consentirebbero.
Sarebbe un felice connubio. E, insieme con l’ auspicabile parco archeologico
(scavi di Gonfienti più museo etrusco nei pressi), costituirebbe un biglietto
da visita storico-archeologico non di poco conto per la città e per l’intero territorio.
Michelangelo
Zecchini
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