mercoledì 30 ottobre 2019

Interporto, una finta svolta "verde"

Alcuni amici mi hanno telefonato per dirmi di questa notizia relativa a Interporto, che ora attuerebbe una svolta "verde", funzionando finalmente come interporto (e sarebbe la prima volta dopo vent'anni), addirittura portando i "cenci in Cina", con la impresona della Pivetti. 
Ricordo a questo tempo smemorato che la signora era già stata Prato più di un anno fa, con lo stesso obbiettivo, e dovevano far partire il primo convoglio ai primi di agosto del 2018 (vedi il link sotto).

L'articolo de a Nazione cerca di coprire il commercio con la Cina, e punta a evidenziare l'aspetto "verde", che invece nell'articolo de Il Tirreno è meno in mostra.
Ma nulla cambia.

In realtà a Interporto serve una scusa buona, una scusa “verde” appunto per giustificare la sua espansione verso Campi Bisenzio, e continuare a cementificare speculando sui capannoni, non tanto a funzionare come interporto. Nonostante quando il presidente Querci dichiari, almeno alla stampa.
Vedete bene in quale contesto dovrebbe nascere il Parco Archeologico e il Museo Etrusco di Prato, che vedono come la peste.
L'area archeologica di Gonfienti è totalmente stritolata dal cemento. Altro che "green"!

La Nazione, Prato, oggi

Il Tirreno, Prato, oggi



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