Da più parti ci chiedono una replica de "Il mondo senza donne" di Virgilio Martini. Potremo replicare sabato 3 ottobre solo se ci sono le condizioni, perché il nostro teatro non riceve finanziamenti e una replica costa. Se l'interesse si concretizza in un numero minimo di spettatori, allora si fa una straordinaria, altrimenti no, e la stagione continua come da programma. Chi vuole prenotare e acquistare il biglietto, può scrivere a teatrolabaracca@gmail.com.
mercoledì 30 settembre 2020
Ondate
Sembra che la Svezia, che non ha attuato nessuna chiusura, non stia vivendo la "seconda ondata" della pandemia. Ma allora?
Dopo che la società HHla ha comprato - proprietà per il 68,4% del Comune di Amburgo- ,metà porto di Trieste, la Merkel consiglia ai tedeschi di venire in Italia, perché siamo stati bravi a gestire la pandemia.
Continua, sui giornali il terrorismo mediatico mondiale. Il dottor Stefano Montanari, nanopatologo, racconta, al riguardo delle mascherine e del virus, tutta un'altra storia.
Insomma, ognuno il virus, se lo diffonde come vuole e può, a seconda delle esigenze.
Non si sa però a quale ondata sia arrivata la verità.
lunedì 28 settembre 2020
Recensione de "Il mondo senza donne" alla Baracca
Ricevo e pubblico questa approfondita e inaspettata analisi di testo e messa in scena de "Il mondo senza donne" di Virgilio Martini alla Baracca scritta dal Prof. Centauro, che ringrazio.
Due commenti in uno:
"Il primo sull’opera letteraria dal sapore drammaturgico; il secondo sulla messa in scena a La Baracca".
Il viaggio antiutopistico di Virgilio Martini nell’odissea del genere umano raccontata da Maila Ermini
“Futuribile” è forse la visionaria allusione di Virgilio Martini verso un mondo morente? “Realistica” è forse la consecutio generata da quel suo mondo “senza donne”? Scrittore di fantascienza o piuttosto attento esploratore del genere umano è la cifra di quell’autore? Se così non fosse, la sua storia sarebbe davvero pura fantascienza. Ma allora ci dovremmo chiedere cosa rappresenti oggi per l’Umanità questa maledetta infezione Sars CoVid-2 che è nata dalle contraddizioni di una società globalizzata ed antagonista come già nel mondo descritto nel 1935 dall’autore. Preveggenza o che altro? Quando l‘effetto è uguale alla causa che l’ha prodotto c’è poco da aggiungere per un male che ci attanaglia e che la scienza non sa ancora decifrare. Come all’esordio della pandemia che nel romanzo ha travolto il genere umano fino alla rinascita storpiata con l’ultimo ovulo fertile che l’immaginario letterario ha ben materializzato in un finale da “giallo cosmico”, siamo noi, a nostra volta a domandarci se siamo al principio della fine o all’inizio di un’evoluzione umana post coronavirus? E’ dunque questo l’incipit di una nuova Era, di una favolistica età post tecnologica? L’unica verità che appare certa nell’affannosa ricerca della sopravvivenza indicataci dall’autore è che niente cambierà; un karma per gli uomini di domani che, loro malgrado, rigenereranno in toto i peccati originali (non facendo tesoro una volta di più dei proprio errori). L’autore per dimostrare la metafora di un’Umanità ormai avulsa dal contesto, resa progressivamente sterile per l’inevitabile impotenza del maschio a procreare senza femmine, si serve lucidamente di un’inoppugnabile analisi matematica, creando una specie di algoritmo letterario scandito dall’ossessivo ripetersi di numeri ricorrenti all’infinito. Niente di più, niente di meno di questo è la sua filosofia. Una risposta che lascerà ammutoliti i lettori sul divano di casa e annichiliti gli spettatori in sala, assistendo al racconto di Maila, inducendo comunque nelle due ricomposte modalità, alla riflessione.
Maila ha così
colto il segno di questa spettacolare duplicità trasferendo l’opera in teatro.
In questo
viaggio nell’ignoto, che non direi pessimista ma men che mai ottimista,
l’ironia si mostra come l’arma vincente, l’antidoto, la nostra più fedele
sorella, un’alleata per le persone di buon senso ed intelligenti, per gli animi
sensibili, pur sofferenti di chi non vuole sprofondare nella depressione per
l’altrui stupidità. Un percorso totalmente laico, ma non certo blasfemo, è
quello delineato intorno al genere umano dal genio nascosto di Virgilio Martini,
riconvertito magistralmente in un dramma teatrale.
Se questo,
dunque, è quello che ci angoscia, Maila ha colto con sapienza lo spunto giusto,
riproponendo filologicamente una “navigazione sui generis sul testo” alla
scoperta di un autore sconosciuto ai più e, soprattutto, dell’antropologia
sottintesa in quelle pagine che
gira intorno all’intelletto umano per trarne
un’opera teatrale sopraffina. Con Maila
fluttueremo in balia del maschio dominante, misogino oltre ogni limite come quel
potere che solo può esercitare il culto egocentrico della personalità che si
nutre della propria avidità sulla pelle di chi è debole o indifeso, fatto suddito
di un re senza corona fino alla soglia della completa dissoluzione, etica/morale
e fisica, del genere umano. Ma, come in un girone dantesco, il mondo non
finisce qui, troppo facile sarebbe “terminare” così l’esistenza dell’Uomo sulla
terra e ben poca cosa sarebbe quella rovina, la distruzione del genere umano, senza
i posteri a raccontarla, senza un Omero a narrare ciò che è stato affinché si possa
tornare a vivere nel mito o nel perpetrarsi mnemonico dell’ennesimo olocausto.
Maila,
attraverso il suo Virgilio, ci trasporta come Dante in una dimensione che, dal mero
risvolto di fantasia, si concretizza nel reale quotidiano, descrivendo ab
libitum, al pari dell’antica leggenda, il nuovo del domani che produrrà ancora
novelli negazionisti e così via, in un processo senza fine, infinito come i
numeri per l’appunto. Nel grottesco scenico, asciutto ed austero, si rivive quel
“mondo senza donne” che dal testo di Virgilio Martini sembra amplificarsi nel
racconto di Maila come una sorta di dannazione per un’umanità perennemente
condannata dai suoi ripetuti misfatti.
Quando epica e satira si confondono
L’afflato
drammaturgico di Maila, prima di affondare il colpo, rende con grande acume omaggio
allo scrittore dal quale ha tratto la sua commedia, riservandogli una
presentazione assolutamente atipica e rischiosissima da mettere in scena,
proponendo allo spettatore l’analisi introspettiva, bio-bibliografica dello
stesso Virgilio Martini. Una lettura, lunga ed argomentata la sua, che supera i
confini dello spazio-tempo del palcoscenico, quasi a compensare una volta per
tutte l’oblio al quale è stato relegato quell’artefice.
Un gesto di
amorevole riconoscenza verso un genio incompreso ma non solo.
L’ardita
soluzione di questa documentata introduzione al testo letterario ha un sapore dottorale
ed educativo che di certo non ti aspetti di trovare in teatro e che sulle prime
può lasciare interdetti (io stesso all’inizio ho tentennato), ma che poi si
risolve mirabilmente in un’ennesima occasione d’incontro “a viso aperto” nel
momento in cui la recitazione diviene protagonista in una prorompente farsa, magistralmente
ricondotta nella misura drammaturgica dell’opera letteraria, fino a prendere per
mano la storia protagonista vera della scena
trasformandosi nell’ennesimo e felicissimo “coup de téâtre” al quale siamo da tempo avvezzi
a La Baracca, un’isola incontaminata sulla quale siamo sicuri di approdare sempre
in bellezza.
Il contrappunto
tra l’autrice e l’attore, un sontuoso Gianfelice D’Accolti, resterà – a mio
modesto avviso - una delle pagine più straordinarie, incredibilmente efficaci alle
quali si possa pensare di assistere.
La magia del palco, a diretto contatto con l’attore, diviene palpabile per lo spettatore come non mai, vivendo appieno la performance dell’attore sul piano emotivo e su quello sensoriale andando dietro con tutto il corpo alle battute che si rincorrono una dietro l’altra. Una sequenza ininterrotta di imitazioni di personaggi stralunati in rappresentanza di tutti i popoli della terra, maldestri dottori di scienza e imbonitori di una politica che non esiste, che esaltano le trovate letterarie di una penna incisiva e corrosiva, trovando però una simbiosi eccezionale nella sagacia interpretativa che l’attore restituisce in pura espressività fisiognomica con impareggiabile bravura, trasformando la voce in una sorta di “gestualità fonetica” (non saprei come descriverla in altro modo) di inarrivabile efficacia.
Tutto corre sul
filo del verosimile illusorio per disvelare i segreti più gustosi dell’ironia manifesta
che allontana di colpo la paura, il cupo presagio, l’incubo più angosciante per
restituire al dramma impietoso e crudele, un’irresistibile carica di comicità. Alla
fine quello che meraviglia è che questa volta Maila e Gianfelice, fuori dagli
schemi consueti, ci hanno sorpreso giocando con lo spettatore, apparecchiando
al pubblico un crescendo che strappa, volenti o nolenti, una spontanea e prolungata
standing ovation.
Peccato che,
dopo la seconda, non si replichi!".
domenica 27 settembre 2020
La riscoperta di Virgilio Martini al Teatro La Baracca
Alla Baracca abbiamo avuto il piacere di riscoprire lo scrittore fiorentino-pratese e cittadino del mondo, Virgilio Martini. Due serate molto intense e significative.
Virgilio se le meritava, in questo tempo che dimentica tutto, e che strumentalizza a propri fini in maniera torbida.
"Il mondo senza donne", questo romanzo in particolare, è stato presentato in prima assoluta in una forma insolita per il teatro, che potremmo definire commento-lettura recitata.
Virgilio, oltre a essere un eccellente romanziere e giornalista, scrittore fuori dal comune e dagli schemi, fu un grande viaggiatore, e soprattutto camminatore. Ora tutti camminano; ma quando lo faceva Virgilio, in America del Sud e in Italia poco prima di morire fino agli anni '80 , certo no. Non c'erano disegnate le vie fracingene. Si camminava senza indicazioni per gentile concessione di un sistema che prima ha distrutto il territorio e il passato, cementificando senza pietà, e poi ci ha disegnato, per consolarci e instradarci strictu senso, stradine e pedociclabili.
Definire Martini solo come scrittore di fantascienza è assolutamente riduttivo, anche se creò antiutopie. anticipatore su tutti e con un linguaggio moderno e ancora attuale, leggibile.
Io direi che scrisse soprattutto contro la guerra, contro la violenza, contro l'ipocrisia. E fu un ambientalista ribelle in tempi non sospetti.
Il nostro studio-viaggio con lo scrittore continua.
giovedì 24 settembre 2020
Posti esauriti
I posti per lo spettacolo "Il mondo senza donne" di Virgilio Martini, fissato per il 25 e 26 settembre alla Baracca, sono esauriti.
Rispettiamo rigidamente le misure anticovid e le sedute sono limitate.
Non ci sono più posti liberi nemmeno per lo spettacolo Tingeltangel di Karl Valentin del 9 e 10 ottobre.
Per ogni informazione, anche per sapere di eventuali disdette all'ultimo minuto (a volte capita), si può telefonare al solito numero del teatro o scrivere a teatrolabaracca@gmail.com.
Non sono previste repliche straordinarie.
mercoledì 23 settembre 2020
Virgilio Martini alla Baracca: quale altro luogo sarebbe possibile?
In questo tempo dove il dissenso e l'alternativa trovano sempre meno spazio, ci piace e sembra ben adatto a questi giorni di mancata democrazia, presentare a teatro un autore dimenticato e scomodo, Virgilio Martini. E dove se non al Teatro La Baracca? E' uno spazio che a lui sarebbe piaciuto parecchio. Non dobbiamo adeguare le nostre scelte alla politica dominante, non dobbiamo rispondere di numeri o biglietti venduti. Nel bene e nel male siamo indipendenti.
Per questo possiamo toglierlo dall'oblio, ché in qualche modo ci somiglia e non lo temiamo; ci somiglia nella non congruità al potere e alle sue espressioni pseudoculturali, oppressive e strumentali; ci somiglia nel nostro tentativo di toglierci dalla maggioranza che vive ormai rincretinita e manipolata dai mezzi di comunicazione.
E' davvero un autore straordinario, narratore in un italiano eccellente che meriterebbe studi approfonditi, tesi di laurea.
Mi auguro che qualcuno, dopo questo nostro spettacolo, tutto sui generis, si metta all'opera.
Che fanno nelle università di lettere? Boh. Una volta tanto lo studio nascerà in teatro.
Ci aspettano tempi ancor più difficili di quelli appena passati, lo sappiamo; e tuttavia, dopo il breve e intenso momento di smarrimento a causa dell'epidemia (su cui chissà se mai sarà detta la verità), abbiamo recuperato la nostra forza, e ci troviamo in ottima forma mentale e creativa.
Naturalmente siamo arrabbiati neri. Ma non dimentichiamo l'arma del sorriso; anzi, della risata.
Per venerdì 25 siamo al completo - almeno di disdette dell'ultimo momento - , rimane qualche posto per sabato 26 settembre.
martedì 22 settembre 2020
Confermate per la 6a Camminata
Prego tutti gli eventuali partecipanti alla 6a Camminata per Gonfienti di confermare la presenza; non c'è una iscrizione, ma in questo modo si riesce a organizzare meglio l'incontro, anche considerando le misure anticovid in atto.
L'appuntamento è domenica 11 ottobre ore 14,30 in Piazza del Comune a Prato.
Si può confermare mandando una email a teatrolabaracca@gmail.com.
Che dittatura tenera
Che dittatura tenera
qui dove mi trovo,
così morbida e libera
che certo me ne giovo;
nemmeno te ne rendi conto
che quasi la vuoi tu,
e ti trovi così bene
che quasi non c'è più
lamento protesta o dissenso
che non sia diretta e mossa
dall'alto del buonsenso;
che dittatura tenera
che quasi non c'è più,
sì il dittatore manca,
ma c'è il governatore
che senza manganello
ti porta nel suo asilo
con tutto il suo drappello
di partito e congrega,
ti porta esattamente
dove, dillo, volevi; in servitù...
Non l'hai votato tu?
Che dittatura tenera
morbida e amica,
che d'essere oppresso
non lo diresti mica,
ma sostenuto e amato,
protetto, anche nel cesso:
su, ammetti, libero:
ormai sei un suo possesso.
lunedì 21 settembre 2020
Il Covid e la vittoria delle elezioni
Escludo qui considerazioni sanitarie sul Covid, di qualsiasi natura.
Ne faccio solo una politica. Il Covid è stato di grande aiuto ai politici in queste importanti elezioni regionali.
E' un fatto che, per esempio, in Campania De Luca ha vinto grazie al Covid e alle sue "dirette gringo" su Facebook nei mesi duri dell'epidemia in Italia. Senza questo allarme, senza le sue grida, le sue minacce, l'aura da guappo che ricordavano piuttosto i modi della parte politica opposta a lui, sarebbe stato un governatore spacciato.
Dopo l'aperitivo di fine febbraio 2020 sui Navigli, Zingaretti, incovidato, e tutto il suo partito, hanno pensato bene di cambiare atteggiamento, inseguendo la paura della gente. In Toscana tutti in mascherina, tranquillizzati e felici. Ha funzionato.
Forse è qui che ha sbagliato Salvini, sul Covid, negandone l'allarme e strumentalizzandolo al contrario?
Chissà se diversamente avrebbe espugnato anche la Toscana, anche se è un po' difficilino vista anche la coesione delle truppe cammellate, e che nella Piana tra Firenze Prato e Pistoia hanno mandato tutti i vecchi i nonni e gli zii a votare. Oh, quanti ne abbiamo visti! Bisognava superare di numero tutta l'altra Toscana fuori delle mura fiorentine, quella filoleghista destristra eccetera, vedi Arezzo e tutta la costa escluso Livorno, e ce l'hanno fatta.
Credo che negare l'emergenza ha fatto perdere a Salvini qualche voto, che poteva essere determinante, oltre ad aver scelto, sbagliando, la para-estremista Ceccardi. A più di qualcuno la pisana faceva un po' paura, come il Covid. E questa paura ha funzionato, hanno gridato, sembra abbiano influenzato il voto anche su whatsapp (non so, non lo uso), allarmando la gente.
E poi Firenze di nuovo contro Pisa. Uno scontro che funziona sempre.
Ha vinto Giani, ma né lui né il suo programma ha qualche merito nella vittoria. Forse - attimo di fantapolitica - i due Mattei si son messi d'accordo per far vincere quest'ultimo visto che i programmi di Giani de' Renzi e della Ceccardi de' Salvini sono praticamente gli stessi?
L'epidemia, ben dosata mediaticamente, aiuta i governi anche all'estero. Esempio: il Covid ha praticamente risolto, almeno per ora, la questione indipendentista catalana, che aveva drammaticamente infiammato la Pelle del Toro; Barcellona ha paura e indossa la maschera, e a Madrid tirano un sospiro di sollievo.
6a Camminata per Gonfienti
COMUNICATO PER LA 6a CAMMINATA PER GONFIENTI
Domenica 11 ottobre, con ritrovo in piazza del Comune a Prato alle ore 14,30, avrà luogo la 6a Camminata per Gonfienti organizzata da cittadini, come sempre civica e pacifica, che vogliono sensibilizzare sullo stato dell’area archeologica della città etrusca di Gonfienti, che ancora una volta, nonostante le apertura saltuarie dell’anno passato con le visite al complesso “Il Mulino” (che ospita il laboratorio di restauro e di diagnostica della Soprintendenza, e dove sono conservati i reperti archeologici scavati e restaurati), è ben lontana da diventare quel Parco Archeologico che la città di Prato e tutta la Piana meriterebbero.
Ricordo che la raccolta firme
on-line per un Museo Etrusco a Prato con
i reperti dell'area archeologica di Gonfienti, a cui si può ancora aderire
sul sito di Change.org, è ancora attiva.
Ancora una volta pensiamo che il
luogo ideale della sistemazione del Museo Etrusco sia Villa Niccolini, e questa
era stata la prima idea sul museo, anche perché si trova vicino agli scavi, e
perché essa stessa contiene reperti antichi ed è stata per questo messa sotto
tutela.
L’importanza di un museo nei
pressi della zona degli scavi è evidente: valorizzerebbe la zona archeologica,
la sua fruizione, e i relativi studi e scavi.
A oggi le firme raccolte sono 1365.
La 6a Camminata per Gonfienti, sostenuta dall’Associazione “Ilva-Isola d’Elba. Via Etrusca del Ferro”, sarà anche dedicata alla “Strada del Ferro”, la transappenninica del VI sec. a.C. che da Gonfienti, città degli Etruschi sul Bisenzio, conduceva a Kainua (Marzabotto), insediamento etrusco in Val di Setta, nel segno della molteplice valenza culturale, ambientale e paesaggistica che riveste l’area archeologica bisentina da far conoscere e valorizzare.
Infine, crediamo opportuno ricordare in questa 6a Camminata -che intende difendere il nostro patrimonio culturale e ambientale - anche il maestro Italo Bolano, morto recentemente, perché le sue opere non scompaiano in silenzio dal nostro territorio, come è il caso di quella dedicata a Federico II posta sulla Tangenziale; esse, quando si trovino nel territorio comunale, tutte ci appartengono, sono della comunità e le autorità hanno il dovere di spiegare e render conto della loro scomparsa ai cittadini!
Chiediamo a tutti collaborazione nel seguire con attenzione le misure anti-Covid.
sabato 19 settembre 2020
Addio Italo, caro amico
Ars longa, vita brevis
di Giuseppe A. Centauro
Addio Italo, caro amico. Te ne se andato nella tua amatissima Prato alla fine di un’estate per te assai diversa dalle altre, vissuta lontano dall’Isola, dalla natia Portoferraio. Ma serenamente, accanto alla tua Alessandra, musa e compagna fedele del tuo sconfinato amore per l’Arte. Struggente è stato vederti stamani lì nel cofano funebre, accanto a quel tuo ultimo dipinto così vivo, profumato di colore, illuminato dal blu del mare profondo dell’Elba. E poi, ancora, accanto ai tuoi tanti cataloghi di mostre infinite, che ti hanno visto protagonista in Italia e nel mondo, dalle celeberrime antologiche su Napoleone a Federico II alla retrospettiva della carriera, a te dedicata, nel 2017, dall’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze. Nel cuore resta l’opera dedicata a Federico II che hai reso protagonista nel 2004 della tua grande mostra “A-Mare” al Cassero, con l’amico fraterno Mario Luzi che, ancora una volta in quella occasione, ti onorò di versi poetici come fossero suoi i tuoi “ermetici” pensieri impressi sulla tela o invetriati nella ceramica. Che meraviglia! Noi tutti, e Prato in particolare, saremo sempre debitori nei tuoi confronti per quello che hai lasciato in città, i tuoi allievi del Copernico, i tuoi affezionati amici dell’associazione, i tuoi ammiratori segreti che sapevi ammaliare con la tua arte genuina, senza veli, espressione autentica dell’uomo che l’ha saputa profondere. I ricordi corrono come fossi al tuo studio, affollato di tele, ceramiche, sculture a rimirare i tuoi grandi temi artistici: il ciclo di Cristo (come non pensare alla tua mostra in San Domenico), i tanti profili e motivi pittorici dedicati a Napoleone (con la cui mostra hai girato l’Italia e l’Europa), e poi ancora il ciclo, mai venuto meno, dedicato a Luzi. l’amico più caro. Quanti regali ci hai lasciato, caro Italo, tangibili in opere donate alla città, come quel tuo Monumento a Federico II, restituito in mirabili policromie di vetro e acciaio, mostrando all’uomo contemporaneo la caleidoscopica personalità dello Stupor Mundi. Un biglietto da visita straordinario per far conoscere anche la vera matrice “filosofica” del Castello dell’Imperatore. Come pure, doni immateriali mostratici attraverso i segreti reconditi della materia e della bellezza della Natura, con quegli azzurri intensi del mare, con i rossi sanguigni dell’ematite, con i gialli delle primaverili fioriture a mare. E’ come se da Prato, oltrepassato idealmente un ponte, si fosse entrati nel giardino delle meraviglie, quell’Open-Air Museum di S. Martino che hai trasformato da vigneto abbandonato qual’era nell’Eden. Hai insegnato ai giovani pratesi la Storia dell’Arte, ponendo sempre al centro l’Uomo, parlando dei misteri etruschi, popolo da te sempre onorato, per evocare immutate verità esistenziali, rappresentando infine la bellezza universale della vita – come tu dicevi - incontrata nella sua “madre cosmica”, nei due grandi amori insieme, per la donna e per l’Isola, identificata nella “Donna Isola”. Il tuo spirito lo sentiremo sempre respirare nel vento di maestrale.
Prato, 19
settembre 2020
I candidati e la violenza
Ora che siete stati messi a tacere
avrei voluto sinceramente
che qualcuno di voi, candidato,
avesse parlato di violenza.
Non mi basta che siate contro
l'ampliamento, per l'ecologia,
per lo sviluppo dell'archeologia.
Non mi basta.
D'altronde si sa, capisco,
metterete poi i vostri bambini
sempre i vostri, a pappare.
Quella violenza
che anche voi esercitate,
siete costretti, certo!,
con indosso muti mascherine
azzurre mascherine nere
mascherine bianche
con cui vi siete fatti
fotografare a frotte,
come pipistrelli della malanotte!
Non avete detto una parola
sulla violenza,
che è il vero argomento di tutto.
Io avrei votato per quello
che ne avesse parlato
avesse stilato un programmino
semplice breve piccolino
su come si può fare
per morire ogni tanto solo
di morte naturale,
e non virale
e non virtuale!
Senza essere investiti dalle macchine
senza essere perforati da un coltello
senza saltare su una bomba
senza morire di cancro avvelenati
ubriachi soli impoveriti
o uccisi a fuoco lento dall'odio
che interpretate, come attori maledetti
(bisogna mostrarsi cattivi e spettinati
per essere seguiti e amati!)
sui vostri palchi allucinati.
Come facevano i nostri vecchi
che non tutti furono trucidati
a qualcuno capitò anche
di chiudere gli occhi e spirare
come piccola onda
che saluta il mare.
giovedì 17 settembre 2020
E' morto Italo Bolano, e a Prato il suo monumento a Federico II è ancora "scomparso".
E' morto il maestro Italo Bolano: e ripetiamo la stessa domanda di quasi due mesi fa: "Che fine ha fatto il monumento a Federico II di Italo Bolano a Prato?"
E' ancora "scomparso".
https://primaveradiprato.blogspot.com/2020/07/che-fine-ha-fatto-il-monumento-federico.html
https://www.msn.com/it-it/news/italia/prato-c3-a8-morto-il-maestro-italo-bolano/ar-BB199Bde
Virgilio Martini, il provocatore, al Teatro La Baracca
Metto una foto di questo autore, Virgilio Martini, provocatore, totalmente anarchico, svincolato da ogni legame, da ogni parentela protezione amicizia politica. Editore in proprio, fu lontano anni luce dal paludoso mondo dell'editoria...
Definirlo scrittore di fantascienza serve solo per tranquillizzare il lettore, e il pubblico.
Solo si avvalse, da giovane, di una lettera di Pirandello, prima di partire per l'America Latina in cerca di fortuna. Aveva scritto un'opera teatrale, L'Età della Pietra, ormai introvabile, che piacque al grande drammaturgo. Non gli valse a nulla, dovette emigrare.
Molti, leggendolo di fretta, non hanno capito né accettato la sua satira, e tantomeno il suo essere totalmente fuori dagli schemi, e anche Mussolini lo bandì dal Regno. In particolare per Il mondo senza donne . Anno 1936. Ma lui era già scappato qualche anno prima.
Un libro che non troverete facilmente nelle biblioteche italiane (solo in 7 biblioteche), e non a Prato, dove è vissuto molti anni ed è morto, e dove è resuscitato grazie a noi. A qualcuno il miracolo non piacerà. Pace.
Molte cose interessanti, oltre alla lettura di alcuni brani del predetto libro incriminato, vi racconterò insieme a Gianfelice venerdì 25 e sabato 26 settembre alla Baracca.
Ricordo che la prenotazione è obbligatoria (teatrolabaracca@gmail.com).
mercoledì 16 settembre 2020
Teatro La Baracca, via, non è "sistema"
Qualcuno mi chiede come mai la neo-presidente del Teatro Politeama di Prato, Beatrice Magnolfi, che fino a maggio 2021 sarà anche Presidente della Fondazione Toscana Spettacolo (ben due incarichi in un corpo solo!), davanti alla Commissione 5 del Comune di Prato (cultura, per intenderci), ha parlato dei teatri locali come eccellenze, ma non del Teatro La Baracca che, presente da più di 25 anni sul territorio, ha scritto e rappresentato molto sulla storia della città. Ci ha omesso non certo perché siamo privati; Beatrice Magnolfi infatti cita altri teatri che lo sono.
Avrebbe detto: “Bisogna fare sistema. Non si può presiedere il Politeama senza aver presente che la città è un distretto teatrale con eccellenze assolute. Penso al Met, al Magnolfi, al Borsi. Ci sono compagnie e spazi alternativi come Officina Giovani. Dobbiamo fare uno sforzo tutti insieme perché ora non è il tempo della concorrenza ma della cooperazione”.
Il fatto che la presidente non ci consideri eccellenza (poco male!) lo dimostra il fatto che nessun nostro spettacolo è stato accolto nel circuito della Fondazione Toscana Spettacolo, anche se non tutto quello che presentano si potrebbe definire tale; ma è un dato di fatto che non possiamo inserirci in certo sistema perché non siamo un teatro di sistema, nel senso che non siamo espressione della politica teatrale monopolizzata e diretta dai partiti e dall'economia di mercato; se lo fossimo stati, non avremmo mai potuto rappresentare molti dei nostri spettacoli, alcuni dei quali tabu rispetto alla storia della città di Prato e non solo, ma assolutamente originali, e alcuni anche pubblicati : L'infanzia negata dei celestini, Dramma intorno ai concubini di Prato; Karl Laqua, Vita immaginaria e reale del boia di Figline; Cafiero Lucchesi (Vita e morte fra Mussolini e Stalin), Gaetanina Bresci (Mio padre Gaetano regicida), o altri spettacoli di altra natura del nostro teatro, questo sì veramente alternativo a quel sistema che, reso sempre più soffocante da nomine, assunzioni e ingaggi di amici di partito o di botteghino, troppo spesso danneggia la "teatralità" stessa, o sia contribuisce a rendere sempre più deserte o disinnamorate le platee pubbliche.
martedì 15 settembre 2020
O Sindaco di Prato che vai sui palchi
Il Sindaco di Prato Matteo Biffoni, insieme al candidato del Centro-Sinistra Ciolini (il cui motto è "senza fermarsi mai", ma questa volta s'è fermato), è salito sul palco mentre si esibiva il cantautore livornese Bobo Rondelli.
E questo nella Giungla di Cemento di Officina Giovani.
L'orposizione ha gridato alla scorrettezza istituzionale, ora che siamo a pochi giorni dalle elezioni e ne è venuto fuori la solita cagnara.
In realtà lui dimostra solo amore per la cultura! Infatti so che voleva anche salire su altri palchi, fra cui il mio, ma a causa di impegni istituzionali non l'ha potuto fare.
Quando viene qui vicino infatti si ferma al Circolo Arci, che appunto è vicino, ma lo trattengono così tanto che non può fare altro, non ha più tempo.
E a dimostrazione di quest'amore per il palco che lo contraddistingue, a dirigere i teatri lui e i culturi del suo partito mandano solo persone gradite. Com'è sempre stato, nella Zuppa Contemporanea e nella Passata.
Ciolini, intanto, dopo la problematica sosta, ha ripreso a correre (nonostante Rondelli abbia tentato di fermarlo): ma lui ha detto no, e senza fermarsi mai.
domenica 13 settembre 2020
Alla scoperta di un autore-tabù: Virgilio Martini al Teatro La Baracca
Per la prima volta a teatro "Il mondo senza donne" di Virgilio Martini, un testo e un autore tabu. Martini, nato a Fiesole, e dopo una vita raminga e difficile sposato e morto a Prato negli anni '80, fu autore di fantascienza sconosciuto ai più, censurato dal Fascismo, processato per blasfemia in Inghilterra, cancellato da tutti quelli che sono venuti dopo. Noi non abbiamo paura di presentarlo alla Baracca venerdì 25 e sabato 26 settembre.
Ricordo che la prenotazione è obbligatoria; i posti sono limitati a causa delle misure anticovid.
(L'illustrazione della locandina è tratta dal libro edito da Solfanelli ed è di Michelangelo Miani).
sabato 12 settembre 2020
La stagione teatrale 2020-2021 al Teatro La Baracca
E tuttavia abbiamo deciso di dare un segnale di grande
vitalità, Gianfelice D’Accolti è con me, e anche grazie anche agli allievi
e a tutti coloro che a vario titolo frequentano lo spazio e che ci invitano e
ci permettono di continuare.
Se non fosse per il disastro generale, potremmo dire
che è una bella stagione, nello stile del nostro teatro, creativo, civile
e libero.
Iniziamo scoprendo un autore fiorentino-pratese,
autore di fantascienza sconosciuto ai più, Virgilio Martini (nato a Fiesole,
sposato e morto a Prato nel 1988), famoso per alcune sue opere scandalose e
censurato più volte, non solo dal Fascismo, anche all’estero, e lontano e
sgradito in fondo al gran mondo dell’editoria. Presentiamo teatralmente il suo
romanzo, scritto 1936 ma ancora graffiante, Il mondo senza
donne. Un testo che in biblioteca a Prato non troverete, e in poche altre biblioteche in Italia. Forse sarete più fortunati all'estero.
Segue, messo in scena con gli allievi del
teatro, Tingeltangel di Karl Valentin, autore tedesco
ispiratore di Bertold Brecht, famoso per il suo kabarett politico e sarcastico.
E poi opere mie, nonostante abbia appena pubblicato il
mio teatro completo (grazie al contributo PSMSAD), evidentemente non sono
sazia: a ottobre debutta una mia commedia sull’identità rubata dell’uomo
moderno, La cervelliera, e tutta in chiave comica. Qualcosa che sa di Durrenmatt e di Beckett, di assurdo e quotidiano.
A novembre un originale ciclo di Comizi delle
streghe; a ogni data corrisponderà più o meno un comizio di una strega
diversa, streghe beninteso molto sui generis o forse mai viste. Streghe quotidiane, che conoscete bene, e streghe del futuro, ma già qui.
Come ogni stagione poi dal 2004, a
dicembre presento L’infanzia negata dei celestini; quest’anno
avremo modo, al termine dello spettacolo anche di proiettare un breve
documentario su un testimone importante, decisivo per la chiusura del Rifugio dei celestini di Prato...
E ancora un nuovo spettacolo per ragazzi e famiglie,
La vera storia delle polpette ; uno spettacolo di canzoni popolari
originali, Cantalluscio; forse, grazie alla presenza di attori
esterni, riusciremo anche a mettere in scena la problematica Volata sul
palco (Dialogo impossibile fra Fiorenzo Magni e Gino Bartali)
che avevamo annunciato l'anno passato; e infine un'opera di poesia e di
narrazione, Vite infrante di poeti, perché alla Baracca non ci
dimentichiamo mai di essere figli di Federico Garcia Lorca.
Partirà un nuovo corso di teatro, ma con numero di
allievi ridotto.
Gli spettacoli, tutti con prenotazione obbligatoria e
regolati dalle misure anticovid (ingresso 13 euro; teatro-ragazzi e famiglie 8
ragazzi e 10 adulti), potranno subire modifiche, magari repliche straordinarie
o altro, e dipenderà anche dai nostri impegni fuori Prato.
Contestualmente alla presentazione
della stagione, sarà aperto al pubblico il nuovo Pereto (così chiamato perché
ci sono due generosissimi peri), che abbiamo adattato in teatro-giardino per i
prossimi eventuali appuntamenti, incontri, spettacoli all'aperto.
Infine voglio ricordare che Domenica 11 ottobre il Teatro La Baracca, insieme all'associazione Ilva Matrix, la 6a Camminata per Gonfienti, in versione antivirale certo, con tutte le attenzioni del caso, ma ci saremo anche quest'anno per ricordare la dimenticanza del sito etrusco di Prato (e del suo museo).
Speriamo che Santa Pupa ci assista, e di non deludere
il nostro pubblico.
venerdì 11 settembre 2020
La stagione 2020-2021, presentazione al Pereto.
Domani presentiamo la nuova stagione teatrale de La Baracca, al nuovo Pereto, ore 11.
Pasolini, di sotto in un breve video, non c'entra direttamente, ma è un maestro, e sempre è fonte di ispirazione e riflessione per il nostro lavoro artistico; e qui lui parla di alcuni temi che sono presenti nella stagione.
E' vietato cantare.
giovedì 10 settembre 2020
L'unica moneta legale è il contante
Il governo promette ricchi premi e cotillons con l'uso della moneta elettronica. Ma inganna. L'unico vero soldo legale è il contante, e lo dice anche la Banca d'Italia: «L’unica forma di moneta legale è la moneta CONTANTE emessa da una banca centrale – per l’euro la Banca Centrale Europea (BCE)».
La moneta elettronica è una moneta privata che le banche emettono e che si fanno pagare! E il Governo, che è pubblico, incita a far guadagnare le banche, che sono private.
Oggi è impossibile non avere un conto corrente presso una banca, eppure il cittadino dovrebbe anche poterlo non avere! Dove sta scritto?
Ma si sa che le leggi non scritte sono quelle più ferree.
Complimenti al signor Primo Ministro Conte da Vùlture Appula, che sostiene, come tutti quello che l'hanno preceduto da un po' di anni a questa parte, la Bancocrazia!
Per quello che questo tipo di petizioni possono valere, qui una petizione contro l'eliminazione del contante:
mercoledì 9 settembre 2020
L'ammazzatoio
Ogni giorno una notizia da triturare, ogni giorno un fatto da mangiare. E poi, via, nel cesso-dimenticatoio. Ieri piangevate il critico morto, oggi l'avete già dimenticato. D'altronde non avete letto un libro di lui, lo potete ascoltare distrattamente attraverso YOU TUBE, come si fa con milioni di altri essere umani.
Oggi vi scandalizzate di assassini brutali, grazie anche ai quali vi sentite così bravi, o voi che state sempre dalla parte giusta!, che scrivete il vostro commentuccio sui social, molto spesso altrettanto brutale e violento, domani avrete qualcun altro da demonizzare, da brutalizzare, da odiare.
Oggi ce l'avete con i palestrati, domani con chi?
Ma sempre di parte, protetti e inseriti, scriverete quello che vi dicono di scrivere, pensando quello che vi dicono di pensare.
Come fate a lamentarvi della società violenta, superficiale, vuota, assassina, "fascista", quando questo mezzo, questo qui attraverso il quale scrivo, che doveva essere il tramite della libertà eccetera, è un tritacarne assoluto. E' veramente l'ammazzatoio di tutti noi.
Ed egli ci sfrutta e ci fa lavorare senza sosta, e noi lavoriamo per lui gratuitamente, pensando invece che sia l'inverso. Ci consuma!
Non possiamo non essere maciullati ogni giorno, e diciamolo chiaramente, ogni resistenza al mezzo, è totalmente inutile, e in fondo ridicola.
"Dove andremo a finire?" si chiede la famosa inflencer.
lunedì 7 settembre 2020
venerdì 4 settembre 2020
Il pericolo delle goccioline cantanti
giovedì 3 settembre 2020
Quando l'Ilva era a Portoferraio
mercoledì 2 settembre 2020
Presentazione della stagione 2020-2021
Luogo, Teatro La Baracca, Pereto.
Data, 12 settembre ore 11.
Tema, Presentazione della stagione teatrale.
Ingresso, aria libera, ma purtroppo misure anticovid obbligatorie. Si prega di avvisare della presenza.
martedì 1 settembre 2020
Toscana, finale intenso?
Un invito per i 20 anni dei Celestini
Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.
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Signor Ministro, io non so per quale arcano motivo Lei sia diventato ministro della Cultura, ma tant'è. In virtù di ques...
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Non era per nulla scontato che all'incontro ci fossero tutti i candidati (eccetto Rubino) e, soprattutto, così tanta gente. Troppa p...