Sos per La Baracca, il
teatro libero di Casale
II lockdown sta mettendo
in ginocchio anche quello spazio di cultura e di ricerca. Nonostante la
grande tenacia di Maila Ermini
Ermini ha tre lauree, parla quattro lingue. Ha fatto l'insegnante.
la traduttrice e l’interprete, é soprattutto attrice e drammaturga. E' una
donna libera. tenace. appassionata. Rigorosa e onesta. A metå degli anni Novanta,
dopo aver lavorato a Roma. ha deciso di tornare a Prato e far nascere un
teatro. E' La Baracca di Casale, che ha costruito con l'aiuto del padre, trasformando
una baracca usata dai contadini come deposito di attrezzi. Doveva essere
demolita per lasciare posto a un parcheggio; in piccolo, la sorte che sarebbe
toccata al Politeama, un altro teatro oggi chiuso e in
grandi difficoltå. II nome é anche un omaggio a «La Barraca», il
teatro viaggiante con cui Garcia Lorca allestiva i suoi spettacoli nelle
campagne della Spagna prefranchista. Da 25 anni La
Baracca non é solo un teatro, ma un presidio di libertå, un luogo
di ricerca. Con il lockdown
degli spazi di cultura rischia pero la resa, Conoscendo la tempra
di Maila Ermini non succederå, ma i tempi sono durissimi,
per lei e per i tanti artisti che non godono di sussidi e prote Zioni.
a cui manca non solo il sostegno economico, ma soprattutto la possibilitå di
fare ciò che amano e a cui hanno dedicato la vita, davanti a un pubblico in
carne ed ossa.
A La Baracca sono andati in scena spettacoli a terna politico e civile, su
storie scomode della città, tutti scritti e interpretati da Ermini. Qualche titolo:
l’in fanzia negata dei celestini (sull'orfanotrofio scandalo negli anni '60); Dramma intorno ai concubini:
Karl Laqua (sui Martiri di Figline); Prato nel Sacco; Gaetanina Bresci, mio
padre i'regicide; Le tre vite del ragazzo di Tien An Men: Laris pulenas,
messa in scena per porre attenZione Sulla scoperta della cittå etrusca di
Gonfienti. In repertcrio anche Ie cornmedie al femminile come Matilda (testo
vincito re del prestigioso Premio Fondi La pastoral' Cenerentola é andata
via; bignamino dene donne; Stupida, una vita in trappola. E gli per ragazzi, spes creati rielaborando Ia tradizione bcale e i
modi della commedia dell'arte. Con GianfeliceD'Acco'ti, I 'attorecon cui
condivide vita e lavoro, in tutti questi anni Maila Ermini ha portato i suoi spettacoli in giro I'ltalia, soprattutto al Nord. Centinaia e
centinaia di repliche, per migliaia di pagine sctitte, di parole pensate.
studiate. recitate, anche per sollecitare Ia coscienza degli spettatoti, spesso
con il gusto dell'ironia. L'attrice e dramrnaturga pratese in questi mesi
infiniti di lockdown sta scrivendo nuovi testi ed pronta a mettere in scena
una trilogia sulIe streghe, perché é un mondo in cui c'é bisogno di dar voce
a chi fuori dal Coro. La Baracca non chiuderå. non deve farlo. E Ia cittå non
deve dimenticare quello spazio libero.
PROTAGONISTA
Ha tre lauree, é drammaturga, regista e attrice. E non si vuole
arrendere
Anna Beltrame
«QuegIi spettacoli on line senza carnet privi di
artigli»
L'attrice: «ll teatro, reso digitale, sarà insignificante. Dove
andremo a cercare l'emozione e il sentimento? E chisså se ce ne sarà ancora
bisogno...». Perché attori e musicisti e ballerini e registi non Si sono
ribellati ai decreti che impongono Ia loro morte e vinsignificanza, non hanno occupato i teatri come fecero
gli attori col Teatro Valle a Roma, per scongiurarne la Chiusura? In quella
occasione avevano un partito di Sinistra alle spalIe, che Ii proteggeva, e
anche un sistema mediatico, e quindi opinione pubblica. Oggi, se
rioccupassero il teatro, Ia Sinistra non starebbe certo dalla loro pane ché é
proprio la parte politica piü fondamentalista sulle chiusure dei teatri a
causa del Covid, come dimostra il ministro Franceschini. L 'insignificanza
politica degli artisti in questo contesto drammatico é in parte ben scusata
dalla precarietè delIoro lavoro intermittente, non é <<normale>> non é
continuo. L’attore, il musicista, il ballerino difficilmente lavorano
stabilmente in un teatro, se non per certi periodi, con qualche regista o
sisterna politico locale che li protegge e che Ii porta in in tournée. La
gran parte di loro non ha che deboli sindacati e politica alle spalle, che
ora ha elargito una manciatina di soldi e ha finanziato progetti di teatro digitale, in sostanza umiliando gli
artisti, perché il teatro digitale non 1o guarda quasi nessuno. Ma c'å altro un altro elemento che ostacola la lotta: una
Componente umanissima, la rivalitå. Gli artisti fra di loro (certo non solo
loro!) sono di solito nemici, perché ognuno pensa di essere l'Artista e non
vuole che l’altro 10 sia. Ecco perché, dopo aver bandito questi concorsi per
il teatro digitale, tutti vi si sono gettati a copofitto, preferendo questa
azione piü agile con un po' di spiccioli in acquisto, piuttosto di quella che
sarebbe Stata piü difficile e magra, ma certamente significativa e propria
del teatro, di occuparne I luoghi salvandone il future. E poi molti hanno
paura, e non tanto del virus. Se si pongono in prima persona a lottare
concretamente, se fanno dichiarazioni discord, perdono tutto. Magari gli
ingaggi per la pubblicitå della compagnia di assicurazioni. Le proteste in maschera e funerali vari celebrati nelle piazza per
protestare contro le chiusure non sono serviti a niente. Nel frattempo molti
singoli o compagnie o gruppi che non potranno «trasformarsi» moriranno artisticamente,
e moriranno, nonostante i sussidi, che non sono sufficienti. Dopo la moria di buona parte dell’arte performative, e
non solo, il teatro riaprirå i battenti, ma intanto il passo al digitale sarå
stato compiuto. Fra due o tre generazioni lo spetta colo dal vivo, se non
scomparso del tutto, sarå solo per pochi privilegiati, gestito da enti o sistemi
centralizzati che andranno anche sulle piattaforme digitali, sulle Netflix,
indifferentemente. Anche i grandi concerti rock. E con griglie e modalitå ben
più rigide dell'attuale sistema. Nessuno potrå più permettersi il lusso di
avere uno spazio proprio, o pensare al Teatro di Periferia.Nessuno penserà più nemmeno possibile. L'arte performativa
amatoriale potrebbe estinguersi, anzi al momento é estinta, è quindi con essa
anche la sua vitalità, i suoi vizi, e l’osmosi con quella professionale. Tutto
finito. Del cinema non parliamo, le sale cinematografiche molto prima dei
teatri potrebbero non esistere più. II teatro, reso digitale, perderå la sua
carne e non sarå più munito d'artigli. Sarå insignificante. E l’emozione, il
sentimento dove li andremo a cercare? Ce ne sarå ancora bisogno? Carte
tornerå del tutto inoffensiva, come 10 in gran parte or mai, e solo
celebrativa.
Ho provato anch'io a fare un concorso per il teatro digitale. Si
chiama <<Cosi lontani, cosi vicini>>, bandito dalla Fondazione Toscana
Spettacolo, con ben 10 mila euro a progetto. II mio progetto probabilmente
non era un gran ché, e tuttavia anche se 10 fosse stato, mi avrebbero detto di
no 10 stesso. E cosi e stato. Perché chi dissente non trova e non troverå
spazio nel teatro futuro. E per me va bene cosi, anche se la mia fine é
certa. Direte che sono una apocalittica, una catastrofista. Ma ho esperienza di
teatro, di arte, di spazi gestiti. Sono ormai trentanni che sono qua a
combattere. A questo punto la salvezza dell’arte, nelle for, me attuali,
potrebbe essere affi data solo allo spettatore disgustato dall'uniformitå e
dall'insensatezza di quella proposta dal futuro presente. Difficile. Si pub
solo sperare che dall'annientamento dell'arte attuale forse ne risorga una
ora non immaginata. Chisså che il compito oggi dell'artista non sia quello di
Iasciare un filo, una traccia fine e nascosta di altri sensi e modi di
espressione umana, affinché qualcuno domani li raccolga.
Attrice. regista. drammaturga
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Sos for La Baracca, the free theater of Casale
The lockdown is also bringing that space of
culture and research to its knees. Despite the great tenacity of Maila Ermini
Ermini has three
degrees, speaks four languages. She was a teacher. she is the translator and
interpreter, she is above all an actress and playwright. She is a free woman.
tenacious. passionate. Strict and honest. In the mid-nineties, after working
in Rome. she decided to return to Prato and create a theater. She is La
Baracca di Casale, which she built with the help of her father, transforming
a shack used by farmers as a tool shed. It had to be demolished to make way
for a parking lot; in small, the fate that would befall the Politeama,
another theater now closed and in great difficulties. The name is also a
tribute to "La Barraca", the traveling theater with which Garcia
Lorca staged his shows in the countryside of pre-Franchist Spain. For 25
years La Baracca is not just a theater, but a garrison of freedom, a place of
research. With the lockdown of the spaces of culture, however, risks
surrender, Knowing Maila Ermini's temperament it will not happen, but times
are very hard, for her and for the many artists who do not enjoy subsidies
and protections. who lack not only financial support, but above all the
possibility of doing what they love and to which they have dedicated their
lives, in front of a real public.
In La Baracca, political and civil
triad shows were staged on uncomfortable stories of the city, all written and
performed by Ermini. A few titles: the denied childhood of celestines (on the
orphanage scandal in the 1960s); Drama about the concubines: Karl Laqua (on
the Martyrs of Figline); Prato nel Sacco; Gaetanina Bresci, my father
i'regicide; The three lives of the boy from Tien An Men: Laris pulenas,
staged to focus attention on the discovery of the Etruscan city of Gonfienti.
In the repertoire also the feminine cornmedie like Matilda (winning text of
the prestigious Fondi Prize La pastoral 'Cenerentola is gone; bignamino dene
women; Stupid, a life in trap. children, often created by reworking the BC
tradition and the ways of the commedia dell'arte. With Gianfelice D'Acco'ti,
the actor with whom he shares life and work, in all these years Maila Ermini
led i she shows her around Italy, especially in the North. Hundreds and
hundreds of repeats, for thousands of written pages, of thought out words.
studied. recite, also to solicit the conscience of the spectators, often with
the taste for irony. The actress and playwright from Prato in these endless
months of lockdown is writing new lyrics and ready to stage a trilogy on
witches, because it is a world in which there is a need to give a voice to
those outside the Chorus. La Baracca will not close. he doesn't have to. And
the city must not forget that free space.
PROTAGONIST
She has three
degrees, she is a playwright, director and actress. And you don't want to
give up
"QuegIi online shows without carnet without
claws"
The actress: «The
theater, made digital, will be insignificant. Where will we look for the
emotion and the feeling? And who knows if there will still be a need ...
". Because actors and
musicians and dancers and directors did not rebel against the decrees that
impose the lo- ro death or insignificance, did they not occupy the theaters
as did the actors with the Teatro Valle in Rome, to avoid their closure? On
that occasion they had a Left party behind them, which they protected, and
also a media system, and therefore public opinion. Today, if they reoccupied
the theater, the Left would certainly not stand by their bread as it is
precisely the most fundamentalist political part on the closures of theaters
due to Covid, as Minister Franceschini demonstrates. The political
insignificance of the artists in this dramatic context is partly excused by
the precariousness of Their intermittent work is not <<normal>>
it is not continuous. The actor, the musician, the dancer hardly work
permanently in a theater, if not for certain periods, with some director or
local political system that protects them and takes them on tour. Most of
them have nothing but weak unions and politics behind them, which have now
given a handful of money and have funded digital theater projects,
essentially humiliating the artists, because digital theater almost nobody
watches. But there is another other element that hinders the struggle: a very
human component, rivalry. The artists among themselves (certainly not only
them!) Are usually enemies, because each thinks he is the Artist and does not
want the other 10 to be. That is why, after banning these competitions for
digital theater, everyone threw themselves into them, preferring this more
agile action with a little change in purchase, rather than the one that would
have been more difficult and lean, but certainly significant and typical of
the theater, to occupy the places and save the future. And then many are
afraid, and not so much of the virus. If they put themselves in the first person
to fight concretely, if they make discord declarations, they lose everything.
Maybe the advertising gigs for the insurance company. The disguised protests
and various funerals celebrated in the square to protest against the closures
did not help. In the meantime, many individuals or companies or groups who
cannot "transform" will die artistically, and will die, despite the
subsidies, which are not sufficient. After the death of a large part of
performative art, and not only that, the theater will reopen its doors, but
in the meantime the step to digital will have been made. In two or three
generations it will be live, if not completely disappeared, it will be only
for a privileged few, managed by centralized bodies or systems that will also
go to digital platforms, to Netflix, indifferently. Even the great rock
concerts. And with grids and modes much more rigid than the current system.
No one will be able to afford the luxury of having their own space, or think
of the Periphery Theater. Nobody will think even possible anymore. The
amateur performing art could become extinct, indeed at the moment it is
extinct, so with it also its vitality, its vices, and the osmosis with the
professional one. All finished. We are not talking about cinema, cinemas long
before theaters may no longer exist. The theater, made digital, will lose its
flesh and will no longer be equipped with claws. It will be insignificant.
And the emotion, the feeling, where will we go to look for them? Will it
still be needed? Cards will return completely harmless, like 10 mostly now,
and only celebratory. I also tried to do a competition for digital theater.
It's called << So far, so close >>, banned by the Toscana
Spettacolo Foundation, with 10 thousand euros per project. My project was
probably not that great, and yet even if it had been, I would have been told
no 10 itself. And so it was. Because those who disagree do not find and will
not find space in the future theater. And that's okay for me, even if my end
is certain. You will say that I am an apocalyptic, a catastrophist. But I
have experience of theater, art, managed spaces. I've been fighting here for
thirty years now. At this point the salvation of art, in the present forms,
could only be entrusted to the viewer disgusted by the uniformity and
senselessness of that proposed by the future present. Difficult. One can only
hope that from the annihilation of current art perhaps an unimagined hour
will rise again. Who knows that the artist's task today is not to leave a
thread, a fine and hidden trace of other senses and ways of human expression,
for someone to pick them up tomorrow.
Actress. film
director, playwright
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