Lo scrittore Veronesi attacca la neo sottosegretaria alla cultura, Bergonzoni della Lega (quella del "non leggo da tre anni..."und so weiter").
Diciamo che parla proprio per partito preso! Io no, in nessun caso, e in omaggio a Simone Weil.
Per noi il rospo finora non è stata Bergonzoni, e magari lo sarà a breve; e non sappiamo se non sia in grado (personalmente ho dubbi su tutti, trasversalmente, vista l'ammucchiata governativa opportunista, senz'anima politica); magari davvero non lo è, magari lui la conosce, chissà, e può dire.
Molti del settore culturale possono però giudicare Franceschini sulla propria pelle, che pure i libri li scrive, ma non è stato per nulla in grado di gestire il disastro in cui è sprofondata la cultura in Italia. Giorni e giorni zitto e muto, lasciandoci, scusate, nella cacca, e solo il giorno prima della manifestazione dei lavoratori dello spettacolo, cioè l'altro ieri, ha preso a promettere, a illudere noi disperati, tanto per dirne una, per poi rimetterci al punto dove eravamo. Senza prospettive, senza soldi, senza niente. E quando sarà, quando e se ritornerà la normalità, poi i soldi e le prebende e tutto il sistema tornerà cancrenoso come prima!
Sul ministro e sul sistema della cultura che forse andrebbe cambiato, o quando meno messo un po' in osmosi, reso più giusto, meno vetrina, più rispettoso dei piccoli e meno delle "entitas", più variegato e libero, meno schiavo della politica, lo scrittore pratese non dice pio.
Mi sa che è uno dei pochi, in Italia. O forse è rimasto l'ultimo.
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