Ovvio, non credo che il 27 marzo riapriranno i teatri, come Franceschini annuncia. E' il solito gioco a singhiozzo del potere, uno dei modi per tenerci buoni e illuderci, in cui finiremo solo strozzati. Nel contesto disegnato poi la programmazione è impossibile, non si può sapere quando e dove sarà "giallo" (l'unico consentito) con congruo anticipo, quello necessario per organizzare il lavoro artistico.
E poi il picco dei contagi, esattamente come un anno fa, la storia è immobile e il cambiamento reso impossibile!, è previsto proprio per il 20 marzo. Se apertura sarà, probabilmente solo per pochi giorni. Che poi slitterà e slitterà, fino a giugno almeno. E proprio come l'anno passato.
In sostanza anche quest'anno è andato.
In questo contesto d'inganni e miseria, e di totale illibertà ben scortata dalla pandemia, i grassi e rancidi pseudo intellettuali di regime qua e là si vantano del successo, come se la prevista apertura delle sale fosse opera loro, oppure si mostrano, sfacciati, di appartenere al "partito della barricata", quando poi sono tenuti e sostenuti dal sistema che vuole la morte di tutto quello che contrasta ed è di vitale opposizione, e si mostrano alla televisione e sui giornali nazionali, i comportamentisti bohemien, gli scapigliati di sempre - alcuni dei quali sono addirittura vecchi, quelli che il sistema tiene a libro paga per questioni di igiene sociale -, a pontificare sulla necessità dell'arte e urlano: "Bisogna riaprire i teatri!".
Quelli che sussurrano: "Lottiamo insieme questa settimana", ma intanto a lottare rimani solo tu, in solitudine e senza soldi.
Quelli che usano le "astuzie della Ragione" nell'interesse proprio ma in sostanza dei potenti.
Quelli che alla fine la gente, il pubblico, segue e adora, i miti!, e detesta te o l'altro, che queste cose rivela.
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