Chi gestisce la pubblicità, il consenso, la strumentalizzazione di ogni genere ha a cuore la nascita di questa ITSART, la piattaforma della cultura voluta da Franceschini. Oltre a sparlare dei sottosegretari incompetenti della Lega, i cantori dello oh che scandalo si dovrebbero interrogare sulla distruzione del lavoro e dei saperi e delle arti, senza contare altri aspetti diciamo ideologici e politici, che detto sistema produce, e voluto dal Ministro della Cultura! Quindi nel momento stesso che illudono i lavoratori del settore artistico con le riapertura, li ingannano. O comunque ci provano. E lo dimostra il sondaggio commissionato dall'Università Luiss e l'Istituto Piepoli di cui parla l'articolo che copio sotto, per tastarne gradimento e parametri economici. Ossia: a breve forse ci accontenteranno, ma la svolta è dietro l'angolo. E quando ci rinchiuderanno di nuovo, sarà tutto pronto. Per questo da subito anche lo spettatore deve dire no a ITSART, ossia a un altro passo verso mercificazione, uniformità, algoritmi, vetrine, potere, sistema, ricchi premi e cotillons! NON SIAMO NOI A ESSERE APOCALITTICI, E' LA REALTA'.
"La piattaforma digitale ITsART promossa
dal Ministero della Cultura, sembrerebbe pronta a fare il suo ingresso nel
mercato dello streaming tv. Stando ai dati della ricerca condotta dall’Università Luiss e l’istituto
Piepoli nell’ambito del Master in Comunicazione e Marketing politico e
istituzionale, su un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 18
anni in su ( con un totale di 500 persone intervistate ) il 49% si è detto
favorevole a una piattaforma OTT (over the top) dedicata interamente alla
cultura, il 23% ha risposto con un “probabilmente si” , mentre solo il 5 % ha
dichiarato di non avere alcun interesse nel progetto.L’attenzione per la
piattaforma si è rivelata alta nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni (70%) e
ancora più alta (76%) tra gli over 55 .Per quanto riguarda le modalità
d’acquisto per l’accesso ai contenuti, il 62% dice di preferire la modalità del
singolo biglietto scegliendo di volta in volta l’evento da seguire, mentre il
28 % è a favore di un abbonamento.
Più in disaccordo invece per ciò
che concerne la scelta del device da utilizzare per la fruizione della
piattaforma, il 46 % degli intervistati infatti preferisce la smart tv, contro
il 24 % a favore del pc e il 20% a favore di entrambi. Il 10% dice di non
guardare eventi digitali.
“ITsART” è dunque insieme un’occasione e una sfida che il tempo della pandemia impone e che non si può sottovalutare, con la doverosa necessità di riflettere sulla progettazione di una programmazione culturale adeguata e su una qualità che, grazie anche all’investimento sull’innovazione tecnologica (dal 5g alla realtà aumentata all’intelligenza artificiale), dovrà rispettare alti standard al fine di creare per il pubblico un’esperienza unica ed immersiva. La speranza è che la piattaforma sia in grado di mettere insieme produzione, distribuzione e monetizzazione e quindi essere il sostegno di intere filiere produttive legate al mercato culturale." QdS, data di oggi.
1 commento:
Tipico, immancabile e puntuaissimo sondaggio di Stato per orientare e manipolare i desideri e i voleri delle persone giammai per fare pura statistica. Ci voleva il Piepoli di turno per santificare e legittimare l'ennesima porcata ditattoriale. Giá me li vedo i "colleghi" artistoidei (seguaci del filosofo Artistotele) a battere le mani e a consumare la lingua per acclamare la piattaforma dal nome inglesizzante (Ah Franceschí, neanche un po' di fantasia in italiano..?). Ti fanno i sondaggi - Laris Pulenas docet - per prepararti l'orifizio alla prossima penetrazione. Reagiamo.
Re, agiamo!
Gianfelice D'Accolti
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