domenica 19 settembre 2010

Le relazioni pericolose

Riceviamo dal Ratto Verde
(la cui malignità è famosa...)


Noi ci aggiungiamo anche un'altra noticina, che sempre ha a che fare con chi  'gestisce' la cultura del nostro Belpaese...quest'articolo del marzo scorso de Il Corriere della Sera: ma vedi un po' chi ti ritrovo...


" Dell'Utri: ho io il Pasolini scomparso
Il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri (foto d'archivio)
La rivelazione del senatore bibliofilo:
"Parla dell'Eni, è un testo inquietante"
ROMA
A 35 anni dalla morte Pier Paolo Pasolini fa discutere, anche se suo malgrado. È di oggi infatti la notizia che Marcello Dell’Utri, politico e bibliofilo, ha annunciato una scoperta che sarà svelata soltanto all’apertura della XXI mostra del libro antico di Milano, che si terrà al Palazzo della Permanente dal 12 al 14 marzo.

Si tratta di un dattiloscritto scomparso di Pasolini, che avrebbe dovuto costituire un capitolo del romanzo incompiuto “Petrolio”.

Ma si fanno avanti dubbi su come ne sia venuto in possesso il senatore Dell’Utri, già qualche anno fa al centro di polemiche sull’autenticità dei diari di Mussolini.

«L’ho letto ma non posso ancora dire nulla - ha dichiarato Dell’Utri - è uno scritto inquietante per l’Eni, parla di temi e problemi dell’azienda, parla di Cefis, di Mattei e si lega alla storia del nostro Paese».

Pur non volendo anticipare il contenuto del capitolo, Dell’Utri non ha esitato a parlare di “giallo” a proposito del destino del dattiloscritto. «Credo - si è limitato a dire - che sia stato rubato dallo studio di Pasolini».

Immediate le reazioni. A pronunciarsi sulla vicenda Gianni D’Elia, poeta, saggista e scrittore, che per primo ha individuato l’importanza del capitolo scomparso del libro postumo di Pasolini, nel suo volume “Il petrolio delle stragi”, edito da Effigie.

«Pazzesco, roba da matti, incredibile. Quel capitolo del romanzo “Petrolio”, ritenuto dal giudice Calia un documento storico sulle stragi d’Italia, è stato rubato da casa di Pasolini. In termini giuridici è un “corpo di reato”. Se è vero, Dell’Utri deve dire come lo ha avuto, chi glielo ha dato, per quali fini», ha commentato D’Elia.

«Ho scritto che c’era una continuità tra il potere proto-piduista di Eugenio Cefis e il potere attuale - ha aggiunto - ma mai avrei creduto che un’eredità culturale e politica contemplasse anche il ricevere quelle carte, quel capitolo sottratto da casa Pasolini dopo la sua morte e che potrebbe anche averla giustificata, motivata», «È materia sulla quale non si scherza, quel capitolo trafugato nella casa di Pasolini, è stato ritenuto da studiosi e magistrati assai significativo per indagare su una parte rilevante e drammatica della storia d’Italia - gli fa eco il deputato del Pd, Roberto Zaccaria - Dunque, se questo tesoro ora è nelle mani del senatore Dell’Utri, è importante che l’opinione pubblica sappia anche come questo sia potuto accadere».

Petroliò è uno dei più importanti lavori di Pier Paolo Pasolini: un romanzo-inchiesta al quale lo scrittore stava lavorando prima della morte, pubblicato postumo nel 1992 da Einaudi, grazie all’iniziativa di Piero Gelli. Il protagonista del romanzo è Carlo, brillante ingegnere torinese che lavora all’Eni. Il personaggio appare però nel testo in una duplice veste, simbolo di un periodo storico contraddittorio e controverso." (Corriere della Sera, 2/3/2010).

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