domenica 19 maggio 2013

Ancora sull'arte nei centri commerciali

Ricevo questo messaggio da Balducci di Skeda, e devo dire che non sono per nulla d'accordo con lui sulla 'positività' dell'arte nei centri commerciali, in questo caso Parco Prato.  Mi permetto di pubblicarlo perché non è una comunicazione personale, ma una sua considerazione sull'esperimento dell'azione artistica presso quel centro.
Il Centro Commerciale è spesso al servizio diretto dei partiti, come sappiamo. E viceversa. 
L'arte in quel luogo è al massimo un passatempo nel senso più vero della parola, si potrebbe dire è un passa-spazio; uno deve andare a fare la spesa alla Coop e si ferma a guardare. E' facile avere pubblico e curiosi e in più si manipola, si falsifica il senso creativo, critico e oppositivo dell'arte.
L'arte così diventa serva ancora di più, serva di partito e si piega al Gran Mercato del Mondo.
I graffitari al centro commerciale è come l'insalata condita con la marmellata; è una oscenità, o, a voler essere positivi, un semplice esercizio tecnico, che può anche riuscire bene, ma NON SIGNIFICA NULLA. Anzi, significa la sottomissione al potere.
Sulle considerazioni di Claudio in merito al centro commerciale di oggi, paragonato al mercato romano o dell'antichità, credo che sia assolutamente da non commentare. 
Fulvio Silvestrini avrebbe molto da dire riguardo all'arte a Parco Prato (dopo che gli hanno sottratto la Bottega d'Arte di Iolo).

un saluto dopo la fatica di oggi. Devo dire che l'esperimento - malgrado la grave leggerezza - colpa mia - di non aver provveduto a cio' che comunque era stato pensato (il megafono) - l'esperimento e' stato davvero riuscito.
Dire riuscito vuol dire che ha ottenuto gli effetti sperati. Quali? quelli di coinvolgere la numerosa gente che frequenta un centro commerciale. Non solo di incuriosirli, ma proprio di coinvolgerli.

Di nuovo, malgrado le condizioni proibitive, Alessio e Erica hanno saputo non farle pesare a chi era intorno a loro e a far fare la passeggiata artistica peripateticamente presi.
I graffitari, sia quelli del gruppo Gnob che quelli del gruppo Jac, hanno rappresentato una sorpresa, una novita' verso la quale la gente sentiva che quel luogo non era piu' il SOLO luogo del mercato, ma era un luogo piu' umano, un luogo nel quale ci si poteva sentire piu' ampi, collegare i nostri bisogni, anche la nostra necessita' di relax anche la nostra ansia acquisitiva, collegata all'ìespressione artistica, gratuita e umana.
Françoise e Samantha sono riuscite ad avere un grande pubblico: la gente arrivava nella piazza e doveva fermarsi, guardare. Abbiamo avuto non solo una platea, ma anche una galleria, gremita di gente, anzi di pubblico, perche', nel luogo dell'assenza del silenzio, sono riusciti tutti quanti, anche chi e' capitato li' senza aspettarselo, a fare silenzio davvero catturati dalla magia della danza e della musica che si sono sposate perfettamente con l'opera di Ignazio,

Tang non aveva piu' la sensibilita' al braccio destro alla fine della serata: ha calligrafato ben 500 fogli per i passanti curiosi perche' tutti volevano la loro pagina di auguri cinesi.

I pannelli della kasauovo hanno incuriosito e hanno rivelato un'idea eccezionale. Alejandra con il suo carrettino di pensieri felici ha coinvolto un sacco di persone, bambini compresi, che hanno voluto attaccare all'albero speranze e riflessioni.

Purtroppo non sono riuscito a vedere gli skateboard dei Flangia brothers perche' mi sono dovuto fermare a WeMeet per ricaricare la batteria della videopresa per poterli filmare e quando sono arrivato avevano gia' smobilitato. Quindi non ho neanche potuto vedere le esibizioni - mi dispiace molto, ma ho incontrato Zeno che mi ha promesso dimandarmi il filmato che invece lui aveva fatto.

Bene, cosa sono i Centri Commerciali?
sono luoghi dove va la gente a fare scambi. Mercati contemporanei.
Noi oggi  cerchiamo i ruderi dei vecchi mercati nel foro romano, nelle strade di Pompei e cerchiamo di immaginarceli come erano e quando ne ritroviamo dei resti non possiamo fare a meno di sentirci vicini agli uomini di allora, di vederli terribilmente simili a come siamo noi oggi.Negli antichi mercati hanno circolato poeti, teatranti, uomini di spettacolo di tutti i tipi, erano un veicolo di cultura e, spesso, di alta cultura.

I centri commerciali moderni non hanno niente che possa impedire di ricomporre l'unita' dell'uomo. Basta provarci e i risultati sono sempre eccezionali.

Insomma l'ho fatta un po' troppo lunga, ma deve esserci qualcosa di vero in quello che ho scritto anche se forse non proprio tutto.

Grazie a tutti in attesa del finissage

Claudio

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