Si sa, le Notti Bianche si sono tolte ormai la maschera e si mostrano per quello che sono: un puro evento commerciale e di consenso, non culturale-artistico, motivo per cui sono nate (ricordo la prima di Berlino nel 1997, e poi Parigi e via di seguito anche Roma e Firenze...).
Quest'anno Firenze ha pateticamente scomodato, per il tema ("Volare") addirittura il Gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, e sembra piuttosto una presa in giro, visto che noi ormai noi guardiamo in basso e, contrariamente al gabbiano di Bach vogliamo solo mangiare e non più volare, senza più sogni né idealità, in un vivere quotidiano dove è perso ogni stimolo verso il senso liberatorio, creativo, fantastico e artistico, 'alto' dell'esistenza.
Prato arriva tardi e male alla Notte Bianca e la dà in mano ai commercianti piuttosto che all'assessorato alla cultura, a togliere ogni dubbio sul senso vero di questo evento. Inviteranno il cantautore fiorentino Marco Masini e poi le solite giocolerie e mini-visionarie. Non sono pervenute notizie circa aperture straordinarie di musei o altri eventi più propriamente o forse dovrei dire ormai, fintamente culturali, se non l'apertura straordinaria della Biblioteca Lazzerini.
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