Il percorso di archeo-trekking denominato La via degli Etruschi, organizzato dall'omonima associazione creata ad hoc con il cappello delle Soprintendenze della Toscana e dell'Emilia e dei Musei etruschi di Artimino e di Marzabotto, vede quest'anno la definitiva scomparsa di Gonfienti dal percorso (così come non esiste cenno della sua esistenza al Museo Nicosia di Artimino).
Gonfienti etrusca, che pure la fiorentina ispettrice Poggesi definisce via commerciale per eccellenza del passato, tanto paradossalmente da giustificare l'esistenza dell'attuale Interporto della Toscana Centrale che l'ha seppellita, viene dalla Soprintendenza stessa ancora una volta cancellata.
Fino a l'anno passato si occupava del percorso (in realtà un po' più lungo, fino a Spina sull'Adriatico) l'associazione La via del ferro, come si può leggere in questo articolo di Alibionline di Saul Stucchi: http://www.alibionline.it/luoghi/italia/2098-dalle-ceneri-di-camars-e-nata-lassociazione-via-etrusca-del-ferro.html.
Con La via degli Etruschi di quest'anno si vuol sì creare confusione, ossia un fastidioso doppione stemmato regionale eccetera, ma soprattutto fare il possibile, come è ormai nello stile della Soprintendenza e di alcuni organi regionali, di far dimenticare l'esistenza e lo scandalo della scoperta negata della città etrusca di Gonfienti.
E' sempre il potere quello che scrive la storia; come accadde appunto agli Etruschi, che furono volutamente 'dimenticati' dai Romani.
Per conoscere la triste, emblematica vicenda di questo scandalo, rimando al mio libro, Gonfienti, storia di una battaglia.
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