venerdì 7 marzo 2014

Soccorso, Storia del Viadotto

Mentre Il Centro-Sinistra battezza la costruzione di una mega rotonda a Capezzana per servire la Coop di Parco Prato (http://primaveradiprato.blogspot.it/2014/03/coop-di-parco-prato-arrivano-i-nostri.html), al Soccorso fremono i preparativi per la costruzione della rampa che darà il via al viadotto, benedetto dal Centro-Destra e che dovrebbe dare una spintina di facile accesso a Esselunga che sponsorizza la Palla Grossa.
Tutto sulla Declassata di Prato. Naturalmente tutti a cavalcare la protesta (ci sarà un sit-in giovedì prossimo), ora da parte dell'una ora dell'altra fazione.
Esattamente come fecero per Gonfienti, che poi hanno dimenticato completamente. Non serve più. Almeno per il momento. Ma se serve, sono pronti a dar di nuovo fuoco alla miccia: i partiti e le fazioni, nella confusione più totale, in modo che poi alla fine si possa fare quel che si deve fare.
C'è poi da dire che ogni tornata elettorale ha la sua protesta o battaglia che ogni partito o fazione sponsorizza. In questo caso l'urgenza è più che giustificata, ma i calvaconi, confusi in mezzo alla gente che protesta giustamente, ah quelli ci sono già tutti.
Dal Comitato del Soccorso ricevo il primo capitolo della Storia del Viadotto, che pubblico.

"Introduzione

La storia del viadotto del Soccorso è assolutamente interessante e, anche se non avvincente - come si potrebbe usare tale aggettivo per un’opera come questa - è ricca di colpi di scena.
Qui narreremo gli eventi partendo dal momento in cui si sta decidendo il nuovo assetto urbanistico lungo la declassata arrivando fino al momento attuale.
Anche se in forma di racconto riporteremo gli eventi così come accaduti concedendoci alcune congetture elaborate a partire da fatti oggettivamente riscontrabili e dalle testimonianze sin qui ricevute.
 All’interno del racconto troverete i link per i documenti citati, scorrendoli, le parti di nostro interesse saranno evidenziate.

 Capitolo 1 o “Divide et Impera”

E’ il 23 Giugno 2011 ed il Consiglio Comunale vota a maggioranza una variante al Regolamento Urbanistico conosciuta come “Variante alla Declassata” dando il via libera ad una serie di interventi (definiti consuccessive delibere) lungo l’asse viario (D.C.C. 43/2011 http://1drv.ms/1ditcX6). Uno di questi è l’oggetto della nostra storia, il tratto di declassata compreso tra via Marx e via Nenni ad oggi l’ultimo rimasto a 2 corsie e poggiato su di un terrapieno risalente al periodo fascista.
 La variante, concordemente con quanto previsto dal Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) e con quanto riportato nelle linee programmatiche del neo eletto Sindaco, prevede che il raddoppio venga realizzato mediante un interramento del tratto in questione partendo dall’incrocio con via Marx e congiungendosi al sottopasso Nenni.
 Inspiegabilmente, il 3 agosto 2011 una delibera di Consiglio Comunale (D.C.C. 63/2011 http://1drv.ms/1djhxra) votata a maggioranza approva un nuovo progetto per il raddoppio che, è il caso di dirlo, ribalta da sotto a sopra l’intervento, decretando la realizzazione di un viadotto.

Che cosa è successo? Nel mese intercorso con la delibera precedente non si sono avute avvisaglie di questo cambio di rotta, ma soprattutto perché la stessa amministrazione che un mese prima ha votato per l’interramento ora dichiara di voler fare un viadotto? Le motivazioni tecniche (http://1drv.ms/1dji10n) per ora parlano genericamente di rischi idraulici, di problemi alla viabilità in fase di cantiere, e del fatto che l’impatto del viadotto in una zona “peraltro
circondata da edilizia popolare di scarso rilievo architettonico” non è un valido motivo per ritardare il potenziamento dell’asse viario.

Quelle che sono interessanti sono le motivazioni politiche che si celano dietro le giustificazioni fornite in quei giorni.
Alcuni consiglieri comunali di maggioranza ci hanno testimoniato che tutto l’incartamento relativo al progetto preliminare che si apprestavano a votare era stato distribuito solo 2 giorni prima e a quelli di loro che sconcertati chiedevano come si poteva votare un progetto che era l’opposto di quello votato un mese prima e che andava anche contro le linee guida del programma di maggioranza, veniva risposto che era solo una bozza preliminare, che sarebbe stata oggetto di successivi dibattiti in Consiglio ma che era l’unica soluzione pronta per rispettare i termini di consegna previsti nell’accordo con lo Stato e la Regione per ottenere il finanziamento statale dell’intera opera.

 Qui occorre fare un passo indietro di circa 2 mesi. Nel Giugno 2011 la Regione Toscana, nel documento di integrazione all’Intesa Generale Quadro tra Governo e Regione (http://1drv.ms/1fdeWyB), di concerto col Governo concorda sull’opportunità di definire per Prato un quadro di potenziamento dell’attuale rete stradale e ferroviaria e nel nostro specifico “si rende necessario completare il raddoppio della “Declassata” tra Via Marx e Via Nenni, ultimo tratto rimasto ancora ad unica carreggiata, per un importo stimato in 16 milioni di euro, con fondi statali da individuare”.

Conseguentemente viene siglato il Protocollo d’Intesa con il Comune (http://1drv.ms/1fdfrbZ) nel quale il Comune stesso si impegna a presentare entro 60 giorni il progetto preliminare del raddoppio. Quello che forse si saranno domandati gli increduli consiglieri quel giorno è come era possibile che fosse pronto un progetto di viadotto ad Agosto quando a Giugno, pochi giorni dopo la sigla dell’accordo con il Governo, il Comune aveva votato il progetto di interramento e quindi, concordemente con la scelta fatta, avrebbe dovuto procedere alla stesura del progetto di interramento.

La risposta, banale nella sua semplicità, è che il progetto del viadotto era già pronto a Giugno. Se si guarda il frontespizio della planimetria del progetto preliminare (http://1drv.ms/1fdjd50) vi si legge la data di preparazione che è Giugno 2011.
Ma se al momento del voto della variante alla declassata già si stava preparando il progetto per il viadotto, perché votare l’interramento? Non sarebbe stato più semplice sospendere la decisione sul tipo di intervento così come nella stessa delibera veniva sospesa la realizzazione del polo espositivo multifunzionale nell’area ex Banci?
In questo caso la risposta non è scontata ma molto più interessante della precedente.

La delibera della variante è un oggetto delicato; la sua approvazione sblocca tutta una serie di interventi edificatori che porteranno nelle casse comunali tanti milioni tra oneri ed extra-oneri di urbanizzazione. Per citarne alcuni, l’edilizia residenziale nel campo dell’ex Ambrosiana e nel terreno ex Salvi-Cristiani al Soccorso (http://1drv.ms/MQGDHz) ed il progetto Esselunga nell’ex Pratilia.

D’altronde l’interramento di quel tratto di declassata è stato un cavallo di battaglia del programma dell’attuale maggioranza alle passate amministrative quindi annunciare che non se ne vuole fare più niente proprio nel momento in cui si vota la variante può esporre al rischio di dissensi interni con conseguente pericolo per l’esito del voto (ed infatti nei mesi successivi diversi esponenti delle forze politiche di maggioranza tra cui i consiglieri comunali Paradiso, Tosoni, Bini, Innaco, Banchelli, Gestri, esprimeranno le proprie perplessità sulla scelta viadotto).
La soluzione adottata invece è degna di un intreccio hitchcockiano, o forse è solo il metodo consolidato con cui abili politici ottengono il risultato procedendo a piccoli passi per non turbare eccessivamente le anime belle che, come diceva il poeta Schiller “non hanno altro merito che quello di esistere”.

Questo è stato l’unico passaggio in Consiglio, il viadotto andrà avanti a forza di delibere di giunta e di determinazioni dirigenziali ed a riprova di quanto poco interessasse alla Giunta il dibattito su questo tema, basta ricordare che un’interpellanza dell’IdV rivolta all’assessore Bernocchi in merito all’opportunità di commissionare una Valutazione di Impatto Sanitario, giace ancora, a distanza di 2 anni e mezzo, nei cassetti delle domande inevase, quando la legge sull’ordinamento degli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000 Art. 43 Comma 3) prevede che “Il sindaco o il presidente della provincia o gli assessori da essi delegati rispondono, entro 30 giorni, alle interrogazioni e ad ogni altra istanza di sindacato ispettivo presentata dai consiglieri. Le modalità della presentazione di tali atti e delle relative risposte sono disciplinate dallo statuto e dal regolamento consiliare”.
Così, fatto digerire il boccone al Consiglio, il bolo giunge nello stomaco dell’Ufficio dei Lavori Pubblici e Grandi Opere e comincia ad aumentare di volume per aggiungere il sigillo sacrale dell’ineluttabilità tecnica, la “vox Dei” che dichiari solennemente che il viadotto è, se non l’unica, la migliore soluzione adottabile in assoluto.

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