venerdì 21 marzo 2014

Storia del Viadotto: Capitolo 3 o “La partecipazione utile è quella conforme”

Ricevo e pubblico:

"Il 31 maggio 2012 il Comune di Prato adotta il suo nuovo Piano Strutturale; tale Piano è frutto di un lavoro durato diversi anni che, soprattutto nella fase finale, ha avuto un confronto diretto con la cittadinanza perché l’Amministrazione desiderava far conoscere il Piano e recepire le osservazioni dei cittadini in modo da inserire le più valide nel tessuto fondante del Piano stesso. 
Durante gli eventi di apertura e di chiusura del percorso partecipativo svoltisi a Palazzo Pacchiani il Sindaco Cenni enfatizza molto questo aspetto sottolineando come tali pareri, se validi, saranno inseriti dai tecnici nel quadro previsionale del Piano stesso. 
Sul tema del raddoppio, negli incontri che si sono tenuti da settembre ad ottobre 2011 in tutte le Circoscrizioni, l’opinione comune è quasi plebiscitaria: un viadotto sarebbe anacronistico, degradante e non in linea con le strategie del Piano Strutturale (http://1drv.ms/1ektjFE). 
Questi pareri sono ripresi nella relazione conclusiva dei Garanti alla Partecipazione in cui si legge che “sono state serratissime le critiche all’ipotesi di realizzazione su piloni del tratto della Declassata che passa dal Soccorso, che renderebbe inattuabile la ricucitura delle due parti della città – come prevista dal Piano – e la creazione di aree verdi e parcheggi – come previsto dal progetto di interramento – e che dequalificherebbe ancora quella zona e la città nel suo insieme. In particolare rispetto al quartiere Soccorso questo determinerebbe un peggioramento della qualità della vita di una zona che lo stesso Piano strutturale riconosce come critica e per la quale si prefigurano strategie di ricucitura. L’intervento auspicato è l’interramento completo che avrebbe il vantaggio di permettere l’auspicata ricucitura della città e di recuperare spazio per la realizzazione di un parco urbano e di altre funzioni pubbliche e di dare respiro ad un’area attualmente soffocata da una viabilità che non si concilia con il tessuto urbano circostante” (http://1drv.ms/1ektJfc). 
Come promesso dal Sindaco, i tecnici incaricati dal Comune di redigere il Piano recepiscono queste ed altre osservazioni e nel documento “Relazione Generale” del Piano Strutturale approdato in Comune per l’adozione, al punto 5.1.4 “Il sistema della mobilità” si legge “Gli interventi sulla Declassata, già in parte attuati o in via di completamento, sono coerenti con tale obiettivo e andranno ulteriormente potenziati con l’interramento di alcuni tratti per permettere un più agevole collegamento tra le parti nord e sud della città” (http://1drv.ms/1fmSWax). 
Purtroppo durante il dibattito in Consiglio Comunale un emendamento cancella tale direttiva dimostrando che la partecipazione attiva dei cittadini, “la democrazia dal basso”, deve comunque soccombere di fronte alla volontà politica della “democrazia elettiva”: “Durante la discussione del presente atto i Consiglieri Giugni e Berselli presentano il seguente emendamento agli allegati n. 104 “Rapporto Ambientale Ra.1 pag. 10 1° paragrafo” e n. 096 “Relazione Generale Rn.1 pag. 108”: cassare “…con l’interramento di alcuni tratti per permettere un più agevole collegamento tra le parti nord e sud della città” (http://1drv.ms/1dnXPdE). 
Contattati telefonicamente i 2 consiglieri comunali apprendiamo da Berselli che lui è solo “la seconda firma” e che il proponente dell’emendamento è Giugni il quale ci spiega che era necessario modificare il Piano Strutturale affinché fosse concorde con le scelte politiche fatte dall’Amministrazione.
In questo modo il Comune rende il raddoppio in sopraelevazione definitivamente compatibile con i nuovi strumenti urbanistici. 
In realtà il percorso partecipativo sul raddoppio, avrebbe dovuto seguire altri binari più strutturati. 
Già a Maggio 2011 quando l’Ordine degli Ingegneri organizzò un convegno sul tema, fu chiesto al Comune di prevedere una fase iniziale di raccolta di idee, mediante un concorso di progettazione mirato solo all’ottenimento di più scenari su cui meditare. Questo approccio già utilizzato dal Comune – che ad esempio lo utilizzerà anche nel 2012 per il tempio crematorio a Chiesanuova (http://1drv.ms/1ekz5XC) – ha il pregio di far ottenere, ad un costo molto esiguo, molte più soluzioni di quelle che potrebbero essere progettate dai tecnici comunali senza mettere alcun vincolo sulla effettiva realizzazione o affidamento dell’incarico. 

La scelta del Comune di procedere a testa bassa, evitando oltre che il confronto politico e partecipativo, anche quello tecnico, dimostra ulteriormente la ferrea volontà di portare avanti una soluzione decisa a priori, come un sarto che prepara il vestito prima di aver conosciuto le misure dell’acquirente." (Filippo Bonanni, Comitato Riqualificazione del Soccorso, Prato).

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