lunedì 16 giugno 2014

Di stracci si muore


Lo si sapeva, ma La Repubblica ne ha fatto un articolo: di cenci e stracci a Prato ne sono morti tanti.
Io lo seppi dal mio ex-dottore, specializzato in malattie sul lavoro; che a Prato c'era un'altissima incidenza di morti da mesotelioma pleurico.

Chi cerneva i cenci, i cenciaoli appunto, respirava l'amianto contenuto in certi vestiti e balle, e io credo non solo amianto, anche altre sostanze chimiche nocive.

A Prato di retorica sul lavoro degli stracci se n'è fatta tanta, anche recentemente in campagna elettorale. Ma la verità non è stata mai detta, e la verità è soprattutto questa.

Il lavoro, tanto necessario e cercato,  'cantato' e  premiato, qui a Prato ha ucciso tanta gente. Ma finora non s'è potuto dire forte e chiaro, e in questi 'canti', di questa morte tremenda non c'è stata traccia. Solo retorica di partito per il partito o il sindacato.

Solo ora, che questo lavoro è in via d'estinzione o si prendono precise precauzioni (come ho visto fare recentemente a uno degli ultimi cenciaioli),  si può diffondere lo studio sulla mortalità che il tessuto ha causato.

Insomma, al solito, si parla e dice solo quando è troppo tardi.

Basta, dunque, con fioretti e canzoni.



P.S. Forse perché c'è un accenno di questo e di ribellione a questa retorica che il mio Pratopezza, maschera pratese, non è mai stata rappresentata al Museo del Tessuto di Prato? Presto però lo presento in Emilia Romagna, altrove certe maschere e verità non fanno paura.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Con le dovute differenze e proporzioni, e' un'unica storia, con l'ILVA di Taranto.
Lavoro che porta morte.

Gianfelice

Simone ha detto...

Fai bene a rimarcare questa gravissima realtà ,che per opportunismo e convenienza per anni è stata occultata.

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