"Miriam, moglie di Gesù", 3a replica.
Nonostante i media tengano tutto sotto silenzio, la Chiesa locale faccia finta di nulla (eh, la Maila Ermini autrice dei 'celestini' e dei 'concubini'!), nonostante non si sia visto nessun rappresentante della cultura laica locale (intendo con carica ufficiale) o critico, insomma la strategia del silenzio e della finta indifferenza sia andata al solito messa in azione, il pubblico continua a seguirci.
Abbiamo iniziato a recitare con il temporale, e quando piove il Teatro La Baracca è inarrivabile.
Ieri sera ho deciso di colloquiare con il pubblico dopo la recita (non lo sapevano nemmeno gli attori), perché nelle altre due precedenti la gente non se ne andava, faceva domande.
La cosa più bella per me l'ha detta Beppe: nel testo ha visto la donna come 'salvatrice', o meglio la vittoria del genere femminile.
Ma anche Antonella, che lodava il fatto che Miriam, pur non credente, accetti la presunta 'divinità di Jeshu; insomma, evidenziava l'accettazione del 'diverso', che pure non è retorica, perché come Eloisa ha notato, Miriam è piena di difetti. Non è una 'eroina'.
Gianfelice ha ricordato che se la gente vuole vedere un teatro controcorrente, a Prato almeno, deve venire al Teatro La Baracca.
Mi è stato poi chiesto se il testo fosse ispirato a un fatto realmente accaduto, da cosa mi è nata l'idea, se fossi credente, su quali studi avevo basato la scrittura.
Il pubblico ha chiesto anche perché la Chiesa e i media abbiano completamente ignorato lo spettacolo, il titolo è forte.
Il testo, come mi è stato fatto notare, è in realtà profetico dell'atteggiamento della Chiesa nei confronti del testo stesso.
Da tutte queste assenze, e non solo della Chiesa, si osserva la profonda crisi di tutto il mondo istituzionale. E la sua cattiva coscienza.
Da tutte queste assenze, e non solo della Chiesa, si osserva la profonda crisi di tutto il mondo istituzionale. E la sua cattiva coscienza.
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