giovedì 30 ottobre 2014

Gonfienti: una vergogna senza fine

Ecco un convegno - solo su invito, non aperto al pubblico -organizzato per il 7 novembre da Interporto della Toscana Centrale dal titolo: "L'area archeologica di Gonfienti: una opportunità per tutta la Toscana".
Dopo che Interporto ha maledetto e stramaledetto il ritrovamento etrusco e non solo, dopo che ha pianto per il terreno perso, ecco, magicamente esso diventa 'l'opportunità'.
D'altronde sappiamo in quali sabbie mobili navighi. Un interporto che finora non ha assolto alla sua funzione, quella di togliere un po' di Tir dalle strade, e nemmeno quella di creare lavoro. Ma, si sa, progettato negli anni '80, quando è stato costruito il mondo era già cambiato. Ora ci ritroviamo questo ente, che richiede soldi e nuova vita.
Tutto avrebbe potuto essere diverso, ma gli interessi di pochi lasciano a tutti noi in eredità questo grosso debito sulle spalle. Dopo che è stata distrutta l'opportunità vera, quella che avrebbe potuto essere diversi anni fa, quando, durante la costruzione dell'interporto, venne fuori una scoperta archeologica straordinaria. Che però fu soffocata, subito.

Ma torno al convegno. Perché questo cambiamento?  E' vero, tutto questo interesse da parte di Interporto?
Scorgendo il programma, si rimane stupiti da come sia ben condito e benedetto da tante autorità. Ci sarà anche Rossi, a far capire quanto è importante la questione archeologica, l'opportunità.
Cosa gliene importa dell'area archeologica a Interporto, a Rossi e compagnia cantando? Lo sappiamo: nulla. Un semplice paravento, che ora torna proprio utile come immagine.  Al solito si deve mostrare una cosa e fare l'esatto opposto. L'abbiamo imparato. 
Importa solo l'ampliamento e la valorizzazione di Interporto. Non avrebbero fatto certo un convegno simile se non fossero stati sicuri di andare in quella direzione. Di fronte allo stallo di questi anni, hanno trovato il modo per ricantare la canzone con la ricapitolazione (aumento di capitale di 5.000.000,00 di cui la Regione, se non erro, mette 1.100.000,00: i nostri soldi, per cosa?), e ora con tranquillità usano altri accordi, quelli del Parco Archelogico, simil Parco della Piana. Che non esiste e non esisterà. 
Oh, quante riunioni abbiamo fatto per quel parco, quante! Una anche da me, nonostante fosse da subito chiaro di cosa si trattasse.

In realtà i giochi sono fatti e conclusi da tempo. Ora, questo convegno, lo sancisce.

Ci possiamo consolare soltanto pensando che abbiamo strappato un fazzolettino all'oblio totale, ma è una magrissima consolazione.

Chiaro che Interporto, nonostante sia fallimentare, si espanderà verso Campi Bisenzio, unendosi praticamente all'Aeroporto di Firenze, in una cementificazione assoluta della Piana, con il beneplacito anche dell'autorità di tutela. E anche dei cittadini pratesi, che crederanno alle solite favole, per costruire le quali sono stati chiamati persone specializzate, quelli della serie: "A volte ritorno".

 Prato non avrà il suo museo etrusco, lo avrà Campi. Ormai è noto. 

Avrà però il suo interporto 'più bello e più forte che pria' insieme al nuovo aeroporto, tutti immersi nel Parco Archeologico e a sua volta nel mega Parco della Piana, Second Life.

Non irrelevante l'assenso (scontato) anche dell'amministrazione pratese (che è la stessa di prima anche se diversa):  le dichiarazioni pre-elettorali, si capisce, erano chiacchiere, e continuano a esserlo.

Le visitine con le scolaresche al 'sito' sono il condimento giusto al quadro attuale.

Il convegno si svolgerà nella zona simil militarizzata dell'Interporto. E fra di loro, stampa presente, se la canteranno e se la suoneranno, bunkerizzati.
Lontani da domande indiscrete.

L'operazione facciata, con il bel convegno, sarà conclusa.

Taccio sull'immagine del convegno stesso, viene quasi da piangere. Tutti sembrano andare su quel binario, saliti su un treno che però ha già schiacciato e sepolto l'antefissa.

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