lunedì 6 ottobre 2014

GONFIENTI, RENZI E LE SOPRINTENDENZE

La gente ha memoria corta. Anche e soprattutto i politici locali.
Alla luce di quanto raccontano di ieri, tutti cantanti Gonfienti, - 'come non l'avete mai vista' - a una Gonfienti ridotta a una 'villa etrusca' (aiuto!), visita con tanto di corifei e numeri (oh quante belle figlie, madama Doré), ricordo quando Renzi, or pochi mesi fa, asseriva che:

l'Italia  è "una terra in cui le sovrintendenze vincolano e tutelano anche e soprattutto le schifezze", "il sistema delle sovrintendenze è inchiodato a un modello centralista e burocratico di Stato che poteva andar bene, forse, nella seconda metà dell'Ottocento", (Fuori!, 2011), "sovrintendente è una delle parole più brutte di tutto il vocabolario della burocrazia. È una di quelle parole che suonano grigie. Stritola entusiasmo e fantasia fin dalla terza sillaba. Sovrintendente de che?" (Stil Novo, 2012), "Abbiamo la cultura in mano a una struttura ottocentesca, non può basarsi sul sistema delle sovrintendenze" (frase pronunciata all'indomani della vittoria di Renzi alle primarie del PD l'8 dicembre 2013), e via dicendo".

Chissà cosa ne pensano il sindaco di Prato Biffoni, e Renzi 2 a Firenze, Nardella, dei soprintendenti.

Come al solito Renzi esagera. E' un favolista. Il vero novelliere toscano. Come dimostrano i fatti, anche e soprattutto a Gonfienti sepolta dall'utile dell'inutile, non è affatto necessario eliminare l'800 per spianare la strada alla nuova Italia  marchion-zonin style.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno, Maila!
Secondo me a Prato l'opposizione, quando è a corto di idee e spunti, saccheggia il tuo blog.
E tutto aggratisse|
Un caro saluto.
Lucia

Anonimo ha detto...

E, aggiungo, anche la non opposizione!

L

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