Quello che si propone per domani, 5 ottobre a Prato, in occasione del giorno degli amici dei musei, la visita al famoso Lotto 14 degli scavi della Città Etrusca sul Bisenzio, è la riproposizione - quasi pari pari - di quello che andò in scena il 20 novembre del 2010, proprio il giorno prima del mio spettacolo su Gonfienti (Gonfienti, storia di una battaglia).
Visitina agli scavi, passaggio al Mulino di Gonfienti per vedere i reperti.
Questa volta ci sarà in più magari il discorsino delle autorità.
Ma cosa potranno ancora dire? Non dovrebbero dire proprio nulla, dovrebbero tacere! Troppi misfatti sono stati compiuti nei confronti del nostro patrimonio locale, con la complicità e il silenzio, o il finto 'filo-archeologismo' di troppi.
Il fatto che venga proposta la visita nei giorni in cui apre i battenti il mostro culturalbancario della Mostra al Pretorio (I capolavori che si incontrano, ma che non torneranno mai a casa, cari correntisti pratesi della Banca Popolare di Vicenza, -capolavori che voi e i vostri padri, con i vostri risparmi, deste la possibilità di comprare alla Cassa di Risparmi di Prato mangiata dalla banca vicentina-!), una 'visita etrusca' messa sullo sfondo di ben altro caravanserraglio mediatico, schiacciata insomma, dà la misura simbolica dell'inganno messo in essere. E soprattuto della cattiva coscienza.
Ora per giunta la domus etrusca, quella del lotto in questione appunto, diventa Villa Etrusca - leggete il volantino - , che, come mi è stato fatto notare, è un puro arbitrio, una contraddizione, un ossimoro. Perché la concezione della 'villa' è tutta romana, e per nulla etrusca. Come a dire, la 'città' non c'è più, esiste solo la 'villa'.
Non sorprende che il tutto sia stato dato in mano a una associazione ligia sovrintenente, e invece per esempio sia stato negato ad altri la possibilità, in questi anni, di tenere il sito vivo e vegeto, che pure ne avevano fatto richiesta volontari e tuttavia competenti, però associazioni meno 'sicure' dal punto di vista della fedeltà.
Dunque il contentino è confezionato, per coloro che non sanno e che vorranno crederci, con un museo trasferito a Campi Bisenzio - e perché non a Prato, e proprio in qualche stanza al Pretorio o altrove? -, con una negazione continua della storia locale, ma soprattutto della portata della scoperta di Gonfienti - da città ridotta a 'villetta' - , di cui hanno sotterrato tutto e ben poco altro ci mostreranno altri possibili futuri scavi.
La città etrusca sul Bisenzio sarà messa in secondo piano rispetto invece alle più rassicuranti e 'storiche' etrusche Carmignano, Comeana, Artimino, dove non ci sono interporti e interessi da far lievitare, insieme a piste d'aeroporti.
Da brave bambine avvisate dalla nonna, non prenderemo né mangeremo questa caramella che personaggi ben conosciuti ci vogliono offrire!
Taccio sulle previste visite per le scuole (!), tutto in funzione di una immagine a sua volta preparata e già siglata dalle cosiddette autorità per il voto, a depradarci il futuro.
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Gonfienti etrusca da virtuale a “realtà aumentata” all’ UNESCO. World Forum on Culture & Cultural Industries
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In merito a Gonfienti ricevo dal Prof. Giuseppe Alberto Centauro, e pubblico:
Gonfienti etrusca da virtuale a “realtà aumentata” all’ UNESCO. World Forum on Culture & Cultural Industries
Firenze ha ospitato il “Terzo Forum Mondiale UNESCO”. Avvenimento di primaria importanza per il mondo della cultura e dello sviluppo sostenibile ad esso associato. D’altronde il tema di quest’anno “Cultura, Creatività e Sviluppo Sostenibile. Ricerca Innovazione Opportunità” ben s’attaglia ai bisogni di cambiamento della contemporaneità. Centinaia di delegati da tutti i paesi, hanno dimostrato in modo solidale l’ampia partecipazione ai processi di crescita sociale dei paesi terzi, culturalmente emergenti (India, Marocco, Mali, Senegal, Bosnia, ecc.). Una grande assise, pienamente inclusiva delle istanze di cultura testimoniate dai vari partecipanti. Anch’io ero un partecipante in sala che avrebbe in cuor suo voluto raccontare la storia di Gonfienti, la bellezza della riscoperta delle radici culturali europee, passando dal virtuale di uno scavo mai condotto alla “realtà aumentata” di una comunicazione aperta al confronto e libera. Bellissimo oggi è stato ascoltare e sentire parlare all’unisono di irrinunciabilità della cultura nelle politiche planetarie. Altrettando forte è stato il comune richiamo al diritto di manifestare una cultura libera da qualsiasi condizionamento, autonoma e creativa. Proprio stamani, nella giornata conclusiva del simposio, è stata presentata una pubblicazione che ritengo, per il significato sottinteso, davvero speciale: “Gender Equality. Heritage and Creativity”, a dimostrazione che la parità di genere può passare a qualsiasi latitudine purché la si faccia attraverso una libera espressione della cultura (teatro, musica, poesia, storia, in una parola attraverso i riconoscimento dei valori dell’arte e del paesaggio).
Stonava però in questo consesso l’assoluta mancanza dei politici nostrani, di una voce italiana “politicamente” autorevole che sostenesse anche per le nostre risorse culturali, le ragioni espresse dall’assemblea e non solo da parte dei professori e degli studiosi, dalle parte delle delegazioni politiche, della gente comune. Accanto a me un partecipante mi ricordava che qualcuno dei nostri amministratori si era pur visto il primo giorno a tagliare il nastro dell’evento, dopodiché poco o nulla.
Ero andato al forum per consegnare a mano una lettera ad un mai arrivato Min. Franceschini, anche perché sapevo che avrebbe saltato l’appuntamento pratese al Museo Civico e non volevo mancare di incontrarlo. Una lettera scritta come privato cittadino, reclamando ancora una volta i diritti di cittadinanza dei beni culturali italiani, troppo spesso negati e disattesi. Avrei proposto di elevare il caso Gonfienti ad una questione nazionale come lo richiederebbe l’importanza del sito, del grande insediamento Etrusco Arcaico e come reclamano le straordinarie rilevanze archeologiche e storiche dall’età micenea in avanti ritrovate in quell’area al centro della piana, testimonianze che sono tenute ben lontane dai tavoli dei ricercatori e dai musei territoriali. Ancora una volta, torno a casa, mio malgrado, con la coda tra le gambe, ma non sono solo nel deserto in questo contesto però uscendo dal Forum Mondiale, apro gli occhi vedo il vuoto, il niente eloquente che annulla il futuro della cultura. Adesso di ritorno in città, penso che domani in quel di Gonfienti per l’appunto, si evocherà in un modo assai beffardo il “museo …che non c’è” , come se l’intera e triste vicenda degli scavi mai eseguiti e dell’obliterazione dei reperti strutturati a terra dipendesse dalla natura stessa del ritrovamento, circoscritto alla “Villa Etrusca” (sic!) , ovvero ad un ossimoro storico, ad una contraddizione lessicale, che la dice lunga sulla manipolazione della comunicazione stessa ancor oggi in atto, consumandosi giornalisticamente nell’evento di un giorno, in una sorta di banderuola culturale ad uso e consumo degli interessi dei soliti noti.
G.A.C.
3 commenti:
Grazie, Maila, per le osservazioni, anche sulla mostra al Pretorio, tanto osannata da tutti, in modo quasi vergognoso. Vergognoso perché acritico. Terribile conformismo.
S.L.
L'assessore Mangani ha scritto su facebook con una foto dei resti di Gonfienti: "Gonfienti come non l'avete mai vista".
Ma lui dov'era quando i comitati, la gente, tu e altri avete lottato per l'area archeologica.
Un assessore figlio del PD, che delusione, questo Mangani!
Tra l'altro, come ha detto Maila, l'area era stata aperta anche nel 2010, non 'come l'avete mai vista!"
L'esatta ripresentazione di qualche anno fa, avevi ragione tu!
E poi, leggi i titoli dei giornali, che sono curiosi: 400 spettatori erano al Pretorio, 400 erano dagli etruschi.
Eran 400, giovani e forti, e...sono stati fatti fessi!
Albertino da Prato
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