lunedì 28 maggio 2018

A che ora è la rivoluzione? (L'impero colpisce ancora!)



In merito alla coincidenza fra lo spettacolo "A che ora è la rivoluzione?" e quanto sta accadendo in Italia in questi giorni, ricevo questa lettera, che volentieri pubblico.


"L’impero colpisce ancora
Pensieri in libertà, nella ricorrenza del 50.mo  dal ’68, riemersi specie dopo aver assistito al tuo ultimo spettacolo e osservatore suo malgrado del cambiamento edulcorato come “governo neutro”! C’è chi le chiama coincidenze!

Ieri sera, dopo aver subito gli ennesimi,  inutili e pruriginosi commenti televisivi nell’annunciato sequel di garanzia istituzionale del Colle,  decido  di “staccare” ed andare al cinema distraendomi in tutt’altro genere di cose, magari a vedere  l’ultimo Star Wars-Solo, anche se però preferirò una pizza e un  birrino. Tuttavia, memore di pensieri di un tempo, ricordo che quella saga cinematografica  aveva prodotto in me, specie nelle prime storie, oltre il fantastico del racconto, alcune riflessioni, precoci indizi di verità, come del resto mi succederà ancora con il primo Blade Runner di Ridley Scott, ovvero trasposizioni dirette dalla fantascienza alla realtà.

Mescolando i pensieri maturati dopo il tuo spettacolo di sabato scorso e a quei ricordi, la domanda sull’ora della rivoluzione era rimasta sospesa, che  attendeva ancora una risposta si era confusa, mutuata in un confronto impossibile tra fantasticheria e concretezza: “a che anno dell’era stellare risale l’ultima rivoluzione galattica, e quella terrestre?” Al ’68 mi dico, ma poi … rifletto fu vera rivoluzione quella, oppure solo un lascito esistenziale, pur emotivamente forte, di una rivolta adolescenziale? La risposta data al fantastico si confonde con quella reale, vissuta oggi come un mito, ma  tornando a Star Wars “… Sheev Palpatine (il Cancelliere Supremo della Repubblica) non è anche Dart Sidious (Imperatore Galattico) e per toglierlo di mezzo non ci vorrà forse Dart Fener, vittima lui stesso del lato oscuro della forza. Tutto, infatti, si rigenera in una sequenza senza fine? Non c’è nessuna rivoluzione dietro, ma probabilmente resta a terra  un inconsapevole rivoluzionario.

Nella sceneggiatura postuma de “L’impero colpisce ancora”, spettacolarmente riadattata da Lucas nel secondo film della prima trilogia (1980),  era stata la geniale ispirazione della visionaria Leigh Brackett, morta precocemente nel 1978 , a rivelare la metafora sottintesa nella saga spaziale, dove il sempre ri-nascente impero galattico poteva rappresentare verosimilmente un dominus terrestre, allora identificabile nell’invisibile controllo planetario assunto dall’élite della finanza di Wall Street.  Da allora, infatti, niente più rivoluzione neppure in Terra,  perché nell’era della globalizzazione e dell’avanzamento tecnologico, compresa la caduta del muro, ma c’è più posto per le rivoluzioni dei popoli, ma solo sanguinose e terribili faide di potere a segnare come subalterne, a qualsiasi latitudine, tutte le guerre fratricide e le rivolte sociali! Rimangono però le storie individuali, come quella di Dart Fener. Non so ancora se si può trarre una morale da tale vistosa incongruenza.

Non meravigli dunque, più di tanto, la grottesca situazione che caratterizza la situazione, senza via d’uscita, del nostro Bel Paese che avrà pure un debito sovrano incalcolabile, ma anche immensi giacimenti culturali e valori da riscoprire.
Ecco perché solo la cultura potrà salvarci e, infine, rendere più umana la nostra esistenza e fare di ciascuno noi consapevoli “rivoluzionari”.

Il tuo spettacolo, cara Maila, ci racconta di tutto questo, caratterizzando la rivoluzione nella sua vera essenza come presa di coscienza individuale, un cambiamento interiore, in una sorta di “iperrealismo esistenziale” perché a tutti  può capitare di essere assalito in qualunque momento dal cambiamento (anche se non sappiamo a che ora!); dunque ognuno è in nuce un rivoluzionario, sia pure potenziale, sia pure a giorni alterni, sia pure in espressioni o comportamenti non necessariamente anticonvenzionali.  Lucia, la tua protagonista, non è un’eroina ma almeno ci prova e, correndo verso Borgo Arancio (luogo della memoria e scrigno di antichi valori)  forse ci riesce. Questa è la vita!"
G.A.C.

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