Ritorno in tipografia dopo qualche anno dopo la pubblicazione del mio ultimo libro, Faccine, la nostra vita su Facebook.
L'idea è quella di ripubblicare la seconda edizione de L'infanzia negata dei celestini e alcune mie opere teatrali.
Trovo il deserto. Le macchine ferme. In una delle più prestigiose tipografie di Prato regna il silenzio. Solo due dipendenti ancora vagano nella fabbrica vuota.
Mi spiegano che le richieste sono a picco, a parte qualche libro o poco più. La Provincia economicamente non esiste più, e il Comune non ha più i soldi di un tempo. Prima c'erano tanti patrocini, oggi le attività culturali sono drasticamente ridotte. E non solo.
Oggi esistono i grandi eventi, ma molto viene pubblicizzato su Internet. Si stampano poche locandine.
I giornali poi si leggono in formato elettronico, e così il mondo sta cambiando e molta economia va a picco.
Solo il libro resta. Il libro di carta è resistente, il libro elettronico non va.
Sorridendo qualcuno mi dice: "Forse il libro di carta ci salverà".
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