martedì 8 maggio 2018

A proposito di medicina e medici alternativi: l'omeopata Mattoli e il prof. Marcello Comel

Da bambina soffrivo di una malattia alla pelle e mia madre, non sapendo come risolvere il problema che mi affliggeva e che la medicina tradizionale non riusciva a risolvere, mi portò da un omeopata, un certo dottor Mattoli, che aveva lo studio a Calenzano.

Il dottore mi dette una manciata di bustine bianche, piccole, che contenevano minuscoli pallini altrettanto bianchi, che dovevo sciogliere in bocca. Avevo nove anni. Allora l'omeopatia era questa sconosciuta.

In pochi giorni la mia malattia cominciò a scomparire...

Quando sento dire che l'omeopatia non ha valore scientifico, solo un effetto placebo, mi dico: può darsi; ma allora io ero una bambina e la medicina classica aveva su di me un effetto nocebo!

Il dottor Mattoli mi costrinse poi a una dieta ferrea che avrei dovuto seguire fino ai 18 anni (come feci), e che periodicamente seguo anche adesso perché mi fa stare bene, ed è questa (correva l'anno 1970): niente fritti, tutto cotto a vapore o lesso o sulla brace; niente cibi chimici, conservanti, coloranti, niente lieviti chimici. Poca pasta e poco pane (se non pasta o pane fatto in casa e con farina non trattata chimicamente (già allora!); zero insaccati, zero cioccolata, zero dolci, caffè... Gelato una volta l'anno; cioccolata a Pasqua. Per il resto quantità a volontà. 

La dieta mi gettò nella quasi disperazione (senza cioccolata né dolci!), e anche mia madre ne subì forti conseguenze (doveva cucinare per me a parte!), ma cominciai subito a sentirmi diversamente, e anche a scuola detti subito risultati migliori.

Purtroppo, oltre alla scomparsa della mia malattia, dopo poco sparì anche il dottor Mattoli, che morì all'improvviso, e mia madre non riuscì a trovare altro omeopata nella zona che continuasse la cura.

Il dottor Meoni allora consigliò mia madre di portarmi in visita dal Prof. Marcello Comel, a Pisa.

Anche se non era un omeopata, Marcello Comel aveva, a dire del nostro dottore, alcune caratteristiche che potevano essere compatibili con quelle del dottor Mattoli.

Mia madre, donna mercuriale e coraggiosa nelle sue piccole ma per me fondamentali scelte innovative, come mi aveva portato dall'omeopata in tempi 'preistorici' (e criticata da tutti!), non esitò dopo qualche tempo a portarmi dallo sconosciuto luminare veneto che insegnava a Pisa.

L'incontro con il professor Comel, in quella villa splendida sulla Piazza dei Miracoli, che ora si chiama domus comelliana, per me fu una rivelazione!

Per l'alimentazione mi disse di seguire assolutamente le prescrizioni del suo collega; in più mi invitò a camminare almeno mezz'ora al giorno, tutti i giorni.

Poi mi dava vari insegnamenti; uno dei precetti base, che mi faceva ripetere a voce alta, era quello delle  3M: poco mangiare, molto masticare, tantissimo muoversi.

Ogni volta che mi visitava aveva cura di allontanare i miei genitori, diceva loro, ricordo benissimo: "Andate a farvi una passeggiata o solite sulla Torre!", e poi mi metteva seduta sul lettino. Mi visitava e intanto chiacchierava. Più che visite mediche, per me erano lezioni, incontri didattici. Si definiva un medico umanista, o qualcosa di simile.

Dopo la visita-lezione, che avveniva di solito verso le dieci e durava un'oretta, lo vedevo allontanarsi con passo svelto col suo bastone perdendosi fra i turisti di Piazza dei Miracoli.  So che lui camminava almeno un'ora al giorno.

A proposito del camminare aggiungo questo: ora tutti praticano lo sport, si muovono o per salute o per estetica. Allora la ginnastica non era una pratica diffusa, e tanto meno il camminare. 

Presi a camminare tutti i giorni, e la gente mi derideva. Diceva a mia madre: cosa fa tua figlia a passeggio il pomeriggio, o addirittura la domenica mattina? Farebbe meglio a starsene a letto! E ridacchiava. Mia madre, che sapeva il motivo, rispondeva per le rime. Prese a camminare anche lei, e poi tutta la mia famiglia cambiò le sue abitudini, che in principio erano molto sedentarie.

Alla fine guarii completamente, ma da allora non ho mai smesso di praticare gli insegnamenti dei miei...più che dottori, maestri.

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