martedì 15 maggio 2018

Tutti i no del mondo

Oggi mi chiedono perché io non ho mai recitato nel teatro prima comunale poi nazionale della mia città, il Metastasio. Né al Fabbricone. Né negli teatri importanti della Toscana, bandita dal circuito monopolistico del gotha teatrale, anche nazionale. A parte qualche sporadica eccezione.

La domanda me la fa chi non conosce il 'sistema', i problemi, i meccanismi della politica e del potere; e le invidie.

Come si fa a spiegare?
Molta gente non capirebbe, anche se glielo spiegassi. La maggioranza rimane dall'altra parte, e non solidarizza con te, che sei una perdente. O dissenziente. Perdi perché dissenti? Non lo fare!

Alla fine poi è sempre colpa della vittima, non di chi compie il sopruso.

E allora, anche questa volta come altre e non per vigliaccheria, ho risposto con una battuta, deviando il discorso.

Il fatto che tu non abbia recitato in quel luogo consacrato, marchia la tua arte in modo forte, la relega al secondo posto o anche più giù. Pochi riescono a distinguere, dissociare fra la qualità dell'opera dal luogo dove si svolge.

Il luogo conferisce all'opera rispettabilità, consenso. Valore. Vedi la televisione.
Anche perché molti vivono il teatro come esperienza mondana, intrattenimento sabatoserale.

E infine: non cerco più di portare le mie opere in quei posti, dove so che anche se riuscissi a portarcele, rischierebbero di essere censurate o calpestate. 

Non perdo più tempo nell'attesa di essere ricevuta dal direttore artistico che ti tratta con ironia, che nemmeno poi alla fine ti ascolta.

Non scrivo più nemmeno a queste autorità presentando le mie opere. Non chiedo più:  Mi mette nella programmazione?

Quando qualche mese fa, dopo un breve colloquio, ho lasciato la stanza dell'attuale direttore del Metastasio, ho deciso che quello sarebbe stato l'ultimo incontro di una lunga, permettetemi di scrivere, squallida serie, e che quel direttore per me sarebbe stato l'ultimo direttore.

E non mi resta altro, ed è molto, che creare altri valori, altri riferimenti, altre prospettive (il teatro La Baracca è uno di questi), e scrivere e rappresentare, inventare nuove scene e personaggi ancora e felicemente, lasciando tutto quello che di negativo ho ricevuto, soprusi, angherie, censure, offese, umiliazioni, tutti i no del mondo insomma, definitivamente ALLE SPALLE.


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