Per giorni, durante la campagna elettorale, miseramente,
certa politica ha sventolato lo spettro dell’ingresso nel consiglio comunale della città di Prato di italiani di origine cinese,
Marco Wong e Teresa Lin, nel caso avesse vinto la Sinistra, come è avvenuto poi, con il rischio
di un terremoto culturale e identitario della città.
Ora, ascoltando le interviste fatte dal Corriere della Sera a questi due nuovi
consiglieri, devo dire preparati e simpatici, appare evidente che non ci sarà alcun
terremoto culturale, anzi!
Essi parlano di economia, di affari, di commerci, di trasformare China Town in attrazione turistica, in sostanza il loro operato tende ad assicurare continuità all’humus capital-operativo della città.
Le loro parole dimostrano che l’integrazione fra noi e loro è già avvenuta se non altro attraverso il capitalismo avanzato, e purtroppo temo che la loro bella presenza in consiglio comunale non costituisca, nonostante la facciata che mostra tinte di integrazione, alcuna innovazione o alterità, ma sia al servizio di un preciso marketing politico e, soprattutto, di uno stile di vita economicamente assolutizzante e pervasivo.
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