Condivido questo appello dell'Associazione Ilva/Isola d'Elba- Via Etrusca del Ferro, di cui faccio parte e scritto dal Prof. Centauro, per riportare i reperti etruschi a Gonfienti.
La condizione disastrosa della Rocca Strozzi di Campi Bisenzio, così come riportato anche dalla stampa ieri, ma come avevamo già documentato nel corto "Gonfienti, metti una sera un viaggiatore...", allontana la possibilità di una apertura del museo etrusco in quella sede: e dunque perché non riportarli a Gonfienti, che è il suo luogo naturale?
Approfitto per dire che durante l'ultimo sopralluogo nei pressi dell'area archeologica, circa una settimana fa, fonte attendibile ha informato che i terreni davanti all'ingresso degli scavi, fra la Perfetti Ricasoli e via delle Confina, sono arrivati a un prezzo di mercato esorbitante (circa 100 euro al m2), ché evidentemente si presume l'edificabilità della zona.
E' difficile aprire al pubblico l'area archeologica e intraprendervi nuovi scavi, se ne suoi pressi si vogliono costruire altri capannoni!
ASSOCIAZIONE “ILVA/ISOLA D’ELBA” – VIA ETRUSCA DEL FERRO”
Riportiamo
i reperti etruschi a Gonfienti
L’articolo apparso in data 23 giugno 2019, su
La Nazione (Cronaca Campi Bisenzio - Le Signe) dall’eloquente titolo “La Rocca
Strozzi deve essere salvata” certifica quello che da tempo è sotto gli occhi di
tutti, ovvero il grave stato di degrado nel quale si trova il monumento
campigiano, dopo che dal 2006 è stato abortito il progetto di restauro
dell’intero complesso essendo intervenuti al solo recupero della vecchia tinaia
che sarebbe dovuta divenire uno spazio espositivo per la città. L’incombente
pericolo di crollo del torrione nord-ovest della rocca rende oggi persino a
rischio quella struttura già restaurata che, in ultimo, avrebbe dovuto
ospitare, fin dal settembre 2016, i reperti etruschi provenienti tra gli altri
dagli scavi condotti nell’area dell’Interporto di Gonfienti, in virtù di un
accordo Regione Toscana - Soprintendenza Archeologica della Toscana e Comune di
Campi Bisenzio.
Oggi viene ventilata, dopo un’interruzione di
12 anni, la ripresa degli scavi a Lotto 14F, dove tra il 2003 e il 2006 furono
portate alla luce le fondamenta di un grande complesso edificato di oltre 1440
mq. di superficie, con ricchissimi corredi artistici di grandissimo valore,
come una stupenda kylix, a figure rosse, attribuita dagli esperti a Douris,
ceramografo principe dell’arte vascolare attica. Proprio questo straordinario
pezzo avrebbe dovuto essere il pezzo forte dell’esposizione alla tinaia della
Rocca Strozzi; tutti gli studiosi e il mondo accademico nazionale e
internazionale aspettavano questa occasione per studiare la peculiare
contestualizzazione tra il palazzo di Gonfienti e quest’opera d’arte degli
inizi del V sec. a.C.
Adesso appare del tutto evidente che questo
museo non potrà farsi almeno finché la Rocca non sarà messa in sicurezza e restaurata.
L’Associazione “Ilva-Isola d’Elba” da anni sta
conducendo un’azione di sensibilizzazione e di informazione intorno al sito
archeologico bisentino che in questi anni, a cura della stessa associazione, è
stato oggetto di ricerche e pubblicazioni che hanno portato alla ribalta nuove
importanti interpretazioni sull’origine della grande domus, riconosciuta essere
una tempio etrusco, costruito secondo i canoni vitruviani.
Preso atto della situazione contingente l’Associazione
fa appello alle autorità competenti affinché i reperti vengano quanto prima
riportati nel luogo di appartenenza, come era stato indicato a suo tempo dal
Comune di Prato e come era logico aspettarsi, per rendere fruibile insieme
all’area di scavo anche tutti i pezzi restaurati provenienti da essa, come si
conviene ad una moderna visione della valorizzazione integrata dei beni
archeologici.
Giuseppe Alberto Centauro
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